Don Pasquale a Roma, il nuovo bistrot dell’Hotel Maalot a Fontana di Trevi
C’è un nuovo e interessante bistrot nel centro di Roma, il Don Pasquale. Si apre all’interno dell’Hotel Maalot con discrezione, senza sfarzo, con un piccolo e grazioso dehors al numero 78 della centralissima via delle Muratte.
Ma basta varcare la soglia per trovarsi in un ambiente raffinato, dalle suggestioni décor e alle pareti dipinti classicheggianti che al secondo sguardo rivelano un’ironia contagiosa e dissacrante.
Il Maalot e il Don Pasquale a Roma
Don Pasquale come l’opera omonima di Gaetano Donizetti, che in quel palazzo ci ha anche abitato dal 1828 al 1837. Opera buffa per l’appunto, aperta allo scherzo e al guizzo.
Come l’atmosfera anticonvenzionale del locale, che ricorda volutamente il foyer di un teatro ottocentesco, con il suo corredo di salette e privé.
I colori accostati con gusto e audacia per colpire lo sguardo e per separare gli ambienti, sedute ampie e accoglienti invitano ad accomodarsi, complici l’illuminazione calda e un’ottima assorbenza sonora che fa sparire il trascorrere del tempo.
Don Pasquale è nato come il ristorante d’albergo del nuovo Hotel Maalot. Guidato dal general manager Edoardo Officioso, è l’ultima apertura romana della Shedir collection, che ci aveva già deliziato con l’Hotel Vilon di via dell’Arancio.
Il progetto, imponente nei suoi 4 piani e 3000 mq, è stato affidato all’architetto Roberto Antobenedetto dello studio RPM Proget ed eseguito per rendere onore alla dignità del luogo ma sdrammatizzato da tocchi moderni.
Il bistrot
Don Pasquale però è un cuore pulsante aperto anche agli esterni, che possono approfittare di una delle caratteristiche principale della ristorazione alberghiera di livello.
Che non si ferma mai. Don Pasquale a Roma è all day dining. Dalle colazioni, continentali, salate e addolcite da un ricco parterre di dolci home made fino alla cena, anche dopo mezzanotte, è un susseguirsi di piatti, piattini, plateau, da spizzicare, condividere e assaggiare uscendo dagli schemi classici di un pasto al ristorante.
The show must go on, il mood non scritto del Don Pasquale, si incarna nei microassaggi di parmigiana, di lasagne, per restare nella tradizione italiana e romana, che è bel canto e anche bel mangiare.
Poi i minibun con l’hamburger di manzo al cheddar, i toast all’avocado e salmone e altre sfiziosità fanno da ouverture per preparare all’aria dei protagonisti.
Don Pasquale in cucina
Che sono i primi e i secondi, classici – quanto può essere classica un’opera buffa – ed eseguiti con arte.
Amatriciana, carbonara, cacio e pepe (ma in risotto), broccoli, ajo&ojo, cacciatora, fornara, scarole raccontano una storia fatta di cucine casalinghe, mani esperte capaci di esaltare piatti di una semplicità ‘traditora’, che illude e più spesso delude.
Ma Domenico Boschi, resident chef del Don Pasquale e regista della performance gastronomica, ha iniziato a muoversi in cucina con la nonna (di Amatrice). Poi si è costruito la professione in sette anni al Dulcamara a Ponte Milvio, con le sue incursioni nelle cucine d’oriente.
Oggi al Don Pasquale punta all’autenticità dei sapori tradizionali per la felicità dei tanti turisti che – si spera – torneranno a movimentare le strade del centro di Roma.
E degli italiani che sceglieranno di godere delle atmosfere raffinate del bistrot, dopo una passeggiata o un pomeriggio di shopping.
Loggione o platea?
Magari anche solo per l’aperitivo, visto che in qualsiasi momento ci si può sedere per restare mezz’ora o, avendo tempo a disposizione, tutta la sera.
Un bancone con relativa bottigliera e un carrello dedicato a rum selezionati apre l’immaginazione verso marce trionfali di fine pasto a base cocktail o distillati pregiati
Anche perché i prezzi sono piuttosto flessibili. Non si spendono necessariamente fortune per permettersi il Don Pasquale a Roma, il menu è articolato in tante proposte e comprende anche porzioni ridotte.
Mediamente i piatti costano sui 15-18 €, con qualche punta più alta giustificata da ingredienti costosi. Si beve anche alla mescita, che almeno per ora offre etichette non particolarmente originali e forse a prezzi un po’ sopra mercato.
Un calice va dai 9 ai 13 € e per questa cifra avrei voluto vedere una selezione più in linea con la raffinatezza del posto. Contate di spendere, per due piatti e vino, una cinquantina di euro a testa. Ma ne vale la pena.
Non finisce qui
E restiamo in attesa delle due nuove aperture con formula hotel + ristorante annunciate dal Ceo del gruppo Shedir, Claudio Ceccherelli.
Nel giro di poche settimane Umiltà 53, a via dell’Umiltà, con una formula easy chic e tra qualche mese il settecentesco Palazzo Roma, un nuovo tempio del gusto e dell’arte a via del Corso.
Don Pasquale all’hotel Maalot. Via delle Muratte, 78. Roma. Tel. +3906878087