Formaticum a Roma, la fiera dei formaggi rari. Ecco perché andare
Autenticità e racconto di tradizioni secolari che sono ad alto rischio di estinzione nel dna di Formaticum, la mostra mercato delle rarità casearie ideato da La Pecora Nera Editore e Vincenzo Mancino (D.O.L.) che torna con la seconda edizione l’8 e 9 febbraio prossimi.
“Cambiare il nostro vocabolario significa cambiare prospettiva” ha spiegato Vincenzo Mancino “tornare a vedersi come clienti e non come consumatori significa riappropriarsi del diritto di scelta: il consumatore è un oggetto del mercato, è spersonalizzato, è un numero che serve a riempire statistiche. Il cliente è in grado di scegliere secondo gusti e preferenze e quindi indirizzare il mercato verso percorsi di qualità, nonché instaurare relazioni di fiducia con chi vende e produce“.
Pochi concetti ma essenziali di economia per rinforzare un appello a ricominciare a scegliere, a informarsi, a incuriosirsi per prodotti che oltre a richiedere tantissimo lavoro quotidiano devono anche proteggersi con fatica contro le modifiche in senso peggiorativo e massificante volute da organizzazioni nate invece per proteggere unicità e autenticità.
Per questo Formaticum è un’occasione da non perdere, una mostra innanzitutto, che contribuisce alla divulgazione di un patrimonio inestimabile, di sapori, di saperi, di valori umani universali, e un mercato per portarsi a casa un po’ di tutto questo.
In questa seconda edizione saranno presenti produttori da 16 regioni italiane, selezionati in base a criteri molto rigidi. Alcuni dei produttori presenti fanno parte del circuito virtuoso dei Caseifici Agricoli i cui principi – in linea con Formaticum – sono la pastorizia, il latte crudo e il rispetto dell’animale e dell’ambiente.
In particolare ci sarà la possibilità di assaggiare lo Storico Ribelle, presidio Slow Food 2003, un formaggio da latte crudo vaccino e caprino di tradizione secolare, prodotto nei pascoli tra 1400 e 2000 mt di altitudine nella Bassa Valtellina e nelle province di Bergamo e Lecco. Fino a tre anni fa il “Bitto Storico” faceva parte della Dop Bitto ma, il 23 settembre 2016, la denominazione cambiò per volere degli stessi produttori in totale disaccordo con l’adozione, da parte del Consorzio di Tutela Valtellina Casera e Bitto Dop di pratiche produttive non tradizionali quali la somministrazione di mangimi agli animali, l’utilizzo di fermenti lattici selezionati nella caseificazione, la facoltatività dell’uso del latte di capra.
“Ogni cambiamento anche minimo ha conseguenze amplificate sull’ambiente – ha commentato Stefano Mariotti, direttore di Qualeformaggio, sito specializzato online dal 2003, e impegnato nella salvaguardia del nostro patrimonio caseario d’eccellenza. “Andare o meno sui pascoli significa curare o meno boschi e campagne, contribuire o no alla biodiversità e alla sanità di un intero territorio, non solo un formaggio meno buono. La pastorizia non è solo produzione di formaggi, ma un elemento chiave in un circuito ambientale virtuoso. Ecco perché un pastore vorrebbe sentirsi chiedere dove porta i suoi animali, cosa gli fa mangiare, com’è andata la stagione, piu che quanto costa il suo prodotto.“
Formaticum è un’occasione per riappropriarsi del gusto autentico dei formaggi artigianali da pastorizia, dai più freschi ai più stagionati e impegnativi.
Nel corso della manifestazione verranno premiate le 15 migliori botteghe del gusto che hanno contribuito alla valorizzazione dei prodotti sul territorio, ma anche i migliori clienti, “sono loro – sottolinea Mancino – il motivo principale perché ci sia effettivamente una produzione“. Non mancheranno seminari a tema, a cura della delegazione romana di Onaf, degustazioni verticali e laboratori per bambini, nonché una selezione di vini pensati per l’abbinamento con i formaggi in mostra, tutti da cantine del Lazio.
Sul sito dell’evento il programma completo delle due giornate.
Formaticum avrà luogo presso gli spazi di WEGIL, l’8 e 9 febbraio, rispettivamente dalle 11 alle 20 e dalle 10 alle 19. L’ingresso costa 5 €.
Formaticum c/o Palazzo WEGIL. Largo Ascianghi, 5. Roma. Tel. +39 347 1159669