Gambero Rosso stronca Berberè, pizzeria premiata con 3 Spicchi
La recensione negativa di Berberè arriva a Marco Mensurati, nuovo direttore del Gambero Rosso su WhatsApp.
E già immaginiamo lo sgomento per il messaggio chilometrico contrario a ogni forma di netiquette messaggistica. Speriamo non sia stato un vocale.
Ma c’è altro.
La recensione negativa, per di più riguardante una pizzeria –Berberè– premiata dallo stesso Gambero Rosso con i Tre Spicchi, il massimo riconoscimento per la pizza al piatto, deve aver fatto tremare le coronarie del neo direttore.
Gambero Rosso stronca Berberè: il precedente
Le aveva messe a dura prova la pesante stroncatura del ristorante di Niko Romito all’Hotel Bulgari di Roma, apparsa a fine luglio sul mensile dell’editore romano.
Stroncatura insolita, anzi sorprendente per una rivista che non ne pubblicava una dalla notte dei tempi.
Tanto da farci chiedere se per il Gambero Rosso fosse “la fine della civiltà o l’inizio della rivoluzione”.
Lo scalmazzo seguito a quella recensione negativa ha tenuto banco a lungo nell’acceso dibattito social-gastronomico.
E adesso? Ci risiamo, con un’altra recensione negativa del Gambero Rosso: la bocciatura senza appello della pizzeria Berberè di Milano.
La recensione negativa di Berberè Milano
Paolo Manfredi, il giornalista estensore del chilometrico messaggio, mette le mani avanti. Non ama le catene.
Forse, chissà, per quel loro atteggiarsi a pizzerie artigianali che, considerato l’infinito moltiplicarsi delle sedi, tanto artigianali non possono essere.
Tutto è cominciato con l’idea del figlio adolescente di Manfredi: mangiare una pizza insieme il giorno prima della scuola. Sapete, quei momenti di condivisione padre-figlio che si fanno sempre più rari.
Così, il collaboratore del Gambero Rosso accetta la proposta di andare da Berberè, una catena che aveva già testato a Roma ai tempi del Covid e che non gli era dispiaciuta.
Ma a Milano è tutta un’altra storia.
Precedenza all’asporto
La coppia arriva senza prenotazione, sperando di trovare un tavolo libero. Trova invece una folla di almeno dieci rider che aspettano impazienti gli ordini da consegnare.
Non solo occupano l’ingresso, ma anche il forno, impedendo ai pizzaioli di lavorare con tranquillità e rallentando il servizio.
Manfredi nota che non si tratta di un episodio. No, è una situazione abituale, visto che i rider non sono mai diminuiti di numero e che il forno è stato sempre occupato da loro.
Nel frattempo, padre e figlio si fanno tentare dalle olive cunzate, che però hanno un difetto: sono gelide di frigo.
Le mandano indietro e ne ricevono di nuove perché, dice il giornalista del Gambero Rosso, “i due gestori di Berberè Milano sono carini e solleciti, ma anche chiaramente in difficoltà a gestire un carico di lavoro eccessivo”.
Mica facile, in effetti, districarsi tra ristorante, asporto e attenzione per i clienti.
Finalmente, dopo quasi un’ora di attesa (quasi un’ora?) arrivano le pizze.
Per il Gambero Rosso la pizza di Berberè è mediocre
Già, le pizze. Sono ovviamente la specialità della casa, essendo Berberè prima di tutto una catena di pizzerie. Per di più nella versione consigliata dalla cameriera con l’impasto multi cereali.
Purtroppo però sono mediocri. Si tratta di una provola e pepe e una n’duja e burrata.
La prima, soprattutto, quella chiesta da Manfredi, è cruda –forse per la fretta di prepararla– e un po’ tirata via nel condimento. Si trova di meglio senza alcuno sforzo.
Eppure i gestori di Berberè Milano ci tengono a sottolineare che la pizza è insignita dei Tre Spicchi Gambero Rosso.
Ma il riconoscimento è per la “casa madre”, la pizzeria Berberè di Castel Maggiore in provincia di Bologna, cosa non specificata sul menu.
“Questo è un problema delle catene –commenta il giornalista– il brand dovrebbe significare che la qualità è la stessa ovunque”.
Manfredi, raccontando la propria esperienza da Berberè Milano, informa il direttore del Gambero Rosso della sua delusione e di cosa succede anche nelle più premiate “pizzerie artigianali”.
E azzarda un confronto che Berberè non si appunterà al petto come una medaglia, ne siamo certi.
L’antipatico confronto
“Se Berberè Milano fosse davvero da Tre Spicchi del Gambero Rosso, bisognerebbe allora ricavare una categoria a parte per chi gioca in altri campionati con prezzi sempre onesti”.
Fa pure i nomi il giornalista, di questi prodi pizzaioli che fanno una pizza artigianale, genuina e gustosa: Pier Daniele Seu a Roma (Tre Spicchi), Vittorio Vespignani a Caserta (Decimo Scalo, Due Spicchi) “e pure quel pezzo di Napoli a Milano che è il locale di Gennaro Rapido”.
La recensione negative trasmessa via WhatsApp termina con una domanda retorica. Berberè è “un luogo di qualità artigianale come è scritto sulle pareti o una pizzeria industriale come nell’esperienza”?
Paolo Manfredi, sorvolando su dicotomie da gerontoiatria gastronomica (artigianale vs. industriale), sembra invitare il Gambero Rosso a fare chiarezza su questo fenomeno delle catene che ha invaso il mercato della pizza.
Chissà cosa pensano di tutta della recensione negativa mandata via WhatsApp da Paolo Manfredi al suo direttore gli estensori della guida Pizzerie d’Italia, cioè i collaboratori del Gambero Rosso che hanno assegnato Tre Spicchi a Berberè,
Noialtri da oggi sappiamo che, se con la mano destra il Gambero Rosso dà, con la sinistra toglie.
Breve biografia di Berberè
Segue qualche notizia biografia sulla catena di pizzerie per maggiore informazione del lettore:
- Berberè, la catena stroncata dal Gambero Rosso, è stata fondata nel 2010 a Castel Maggiore, vicino a Bologna, dai fratelli calabresi Matteo e Salvatore Aloe, che volevano valorizzare la pizza come piatto sfizioso e popolare, usando il lievito madre vivo e ingredienti di qualità¹.
- Oggi conta una quindicina di locali in Italia e un paio a Londra. Ogni locale ha un menu stagionale e offre diverse tipologie di impasti, tra cui il multicereali, il kamut, il farro e il senza glutine.
- Berberè è stata premiata con i Tre Spicchi dal Gambero Rosso per la sua pizzeria di Castel Maggiore, considerata la “casa madre” del gruppo. Inoltre si è classificata al quarto posto nella guida 50 Top World Artisan Pizza Chains della guida 50 Top Pizza 2022.
- Berberè si distingue per l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. Usa prodotti biologici e a km zero, collabora con associazioni di solidarietà e offre opportunità di lavoro a persone in difficoltà.