#hovercraft, la nuova pizza di Gino Sorbillo che va oltre il canotto
C’è una nuova pizza, anzi tante nuove pizze, nella pizzeria di Gino Sorbillo a via Tribunali a Napoli. Si chiama pizza #hovercraft.
Facciamo un passo indietro nel tempo per capire cos’è e parliamo di pizza fina di pasta. O alta di pasta. Per i diversamente napoletani è la traduzione in italiano della richiesta di una pizza napoletana più sottile o più alta di cornicione. E ovviamente del disco che accoglie il condimento.
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In una pizzeria verace non si chiede(va) una pizza ben cotta perché una pizza può essere solo cotta bene, mica è un hamburger da preferire al sangue-cottura media-cotto cotto.
So già dove volete arrivare. Al #canotto che tanto fa discutere gli appassionati sul web.
Ma sappiate che nulla si crea e nulla si distrugge nel mondo dorato della pizza napoletana anche se forse vi giungerà nuova la notizia che la pizza contemporanea dei giovani pizzaioli, in massima parte di stanza in provincia di Caserta, sia l’evoluzione di un più antico modo di fare la pizza a Napoli.
“Anche ai Tribunali c’era l’usanza di lasciare la possibilità di chiedere una avt’ ‘e past’ a intendere una pizza più piccola di circonferenza, più alta ma sempre morbida e con il cornicione molto pronunciato. Una pizza che si contrapponeva a quella più richiesta, cioè la fin’ ‘e past’, sottile, molto ampia che strabordava (e straborda) dai confini del piatto e che ai Tribunali è diventata la pizza a’ rot’ ‘e carrett’, cioè grande quanto una ruota di carro”, spiega Gino Sorbillo.
Tradizione e innovazione, si dice in questi casi. E così, da Sorbillo ai Tribunali da oggi potete scegliere tutte le pizze in menu anche nella versione #Hovercraft che sarebbe un veicolo sostentato da un “cuscino d’aria” e mosso da una o più eliche, spiega Wikipedia. Il super cuscino ad aria è quindi una #AltadiPizza, avrebbero detto al tempo della carta e della fotografia analogica.
Noi abbiamo assaggiato in anteprima la Margherita e la Marinara Hovercraft, cioè i due grandi classici della pizza napoletana. Nulla cambia rispetto al peso del panetto, a 270 grammi, mentre cambia la tecnica di manipolazione e stesura.
Visivamente, la pizza Hovercraft è più piccola e il cornicione, come promesso, è molto più formato.
Differenze?
La “normale” di Sorbillo è campione di scioglievolezza e fonde alla perfezione impasto e condimento grazie al suo essere supersottile e incredibilmente morbida.
La Hovercraft, l’Alta di Pizza, restituisce la sensazione di una maggiore importanza della pasta come è normale che sia e anche il cornicione ben alveolato è stupendo per la pratica dell’inzuppo forsennato (forse alla prossima chiederei un filino di olio in più a rischio di sbrodolarmi completamente).
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Alta di Pizza, ovviamente, va a braccetto con alta di qualità degli ingredienti di farcitura che sono sempre gli stessi della pizza a ruota di carro.
L’impasto resta uguale per le due tipologie di pizza: la nuova farina Bio del Mulino Caputo presentata con l’Albero della Pizza a dicembre e una lunga lievitazione a temperatura ambiente che assicura la digeribilità (due pizze e mezzo lo hanno testimoniato nella giornata di sabato) grazie alle capacità artigianali di Antonio Sorbillo, Campione Mondiale di Pizza Classica di quest’anno.
Restano identici i prezzi con la Margherita di riferimento a 3,80 €.
Ora tocca a voi. Tra ruota di carro e pizza #hovercraft quale preferirete?
[Immagini: iPhone Vincenzo Pagano]