Max Bottura e Vale Rossi in pista per il Mondiale. Ma stratega e meccanici?
Il titolo Mondiale della MotoGP conquistato dalla Ducati con il funambolico pilota australiano Casey Stoner nel 2007 non può bastare. Lo ha detto il cuore pulsante del tifo della rossa a due ruote in una magnifica festa a Bologna che ha riunito gli appassionati per un caloroso in bocca al lupo alla squadra.
Ducati dal 1988, anno del debutto della 851 pilotata da Marco Lucchinelli, ha dominato il Campionato Mondiale Superbike con 16 titoli vinti. Quattro quelli conquistati da King Carl Fogarty. L’inglese Foggy, che dovrà chiudere la carriera per una frattura che non gli ridarà la funzionalità del braccio sinistro diventa un mito per il connubio con la 916, probabilmente la più bella Ducati carenata mai prodotta.
Casey Stoner, australiano, compie il prodigio nel 2007 andando a vincere il Campionato Mondiale GP a 4 anni dal debutto del rossa di Borgo Panigale avvenuto con Capirex (Loris Capirossi) e Troy Bayliss, entrambi provenienti dalla squadra Superbike e con l’australiano che aveva raccolto lo scettro dell’infortunato Foggy (Bayliss poi ritornerà alla Superbike vincendo altri 2 titoli, 2006 e 2007). Casey Stoner, giovane e inesperto, provocherà non pochi affaticamenti cardiaci ai fan della Ducati che non si aspettavano da un esordiente la conquista del titolo a 33 anni dall’ultima vittoria di una casa italiana (la MV Agusta) e a battere Rossi al Mugello interrompendo la sua serie positiva di 7 vittorie consecutive.
Ed è proprio il mitico Valentino Rossi, il Doctor che è riuscito a vincere in tutte le classi del Motomondiale (9 titoli) con epiche battaglie e rivalità (ancora oggi indimenticabile quella con Max Biaggi) a riaccendere la passione (se ce ne fosse stato bisogno) per la Ducati che ha voluto festeggiare a Bologna. Tutti vanno al passaggio del 2003 quando Valentino lasciò la Honda che aveva condotto alla conquista del Mondiale (titolo costruttori e piloti) per salire in sella sulla meno performante Yamaha M1. E invece, vince il titolo piloti facendo gara a sè per tutto il Mondiale (Carlos Checa non riuscirà a portare i punti necessari per vincere il titolo marche). Una nuova storia perché, al di là dei risultati dei test di Sepang (1 secondo ancora da recuperare rispetto al top ma senza provare il “time attack” con la gomma morbida), tutti sappiamo che Vale aggiunge agli ingredienti del telaio e del motore, il manico.
E aver visto il palco della serata bolognese con molti dei cuochi di punta della squadra italiana, quei cavalieri che stanno facendo del patto di unità la vera forza di impatto sul palcoscenico della gastronomia internazionale, mi ha fatto venire in mente alcune associazioni tra piloti e cuochi. Che poi sono sempre associazioni di “panza” perché l’estasi ti viene da lì, sia che si tratti di un boccone che di un sorpasso, ma anche di testa, perché la vittoria in circuito ha bisogno di studio e di strategia come quella in cucina.
Massimo Bottura/Valentino Rossi. Massimo è salito sul tetto del Mondo e ne abbiamo avuto notizia durante Identità Golose. E’ stato insignito del titolo di migliore chef del mondo dall’Accademia mondiale della cucina di Parigi. In questo incontro sul palco c’è un grande scambio di cultura: quella vincente di un pilota e di uno chef, entrambi alla guida di macchine collaudate per dominare una gara e un campionato. Gli obiettivi per il 2011. Valentino proverà a dare scacco al pilota spagnolo Jorge Lorenzo che con la stessa Yamaha M1 lo ha battuto nel 2010. Massimo punterà a scalare la classifica del 50best S.Pellegrino e se una mano gliela daranno tutti gli Italiani per iniziare (clienti, critici, giornalisti, blogger, chef e operatori del settore) il podio è alla sua portata. Basterà evitare qualche guerretta della vicolo Pal e potremmo anche festeggiare.
Moreno Cedroni/Casey Stoner. Casey cerca una nuova giovinezza alla Honda dove è approdato a seguito di stagioni non proprio esaltanti alla Ducati dovute a una non perfetta condizione fisica. Moreno ha sofferto un periodo di appannamento dovuto ai molteplici impegni su diversi fronti che a tratti lo hanno distratto e non gli hanno permesso di innovare pienamente come ha saputo fare in tempi non sospetti in cui pochi avrebbero detto che food e design potevano essere argomenti da mettere insieme. Ora è tornato alla grande, anzi alla grandissima, dimostrandolo nei box di Identità Golose (che piaccia o non piaccia resta l’unico luogo in cui si parla di cucina de visu).
Paolo Parisi/Nicky Hayden. Nicky è la seconda guida alla Ducati (ufficiale o ufficiosa che sia l’idea) ma di gran lusso. Ha vinto il Mondiale 2006 con la Honda che Valentino aveva abbandonato grazie a nove podi nelle prime undici gare e due vittorie. E’ lui ad interrompere la serie consecutiva di titoli del pilota di Tavullia anche se con qualche affanno. E poi tira il coniglio dal cappello a cilindro sorpassando lo spagnolo Jorge Lorenzo lanciato alla conquista del titolo iridato sul circuito di Aragona soffiandogli il podio. Il suo obiettivo nei sogni dei fan della Ducati è guardare le spalle a Valentino e piazzare la sua n. 69 sul podio alle spalle della n. 46. Paolo ha aperto le danze sul terreno della carne e delle alte temperature con il forno/barbecue a brace My Oven candidandosi ad essere di supporto a molti chef con la sua logica di qualità in movimento propria di un produttore. Ecco, ma i produttori dovrebbero far parte di una squadra? Solo piloti o anche meccanici?
Filippo Preziosi/(?). Ingegnere meccanico ha curato la progettazione e lo sviluppo della Ducati Desmosedici, il cuore del pompone bolognese, il bicilindrico a “L” con distribuzione desmodromica delle valvole, cioè con il controllo della corsa degli steli, perfezionato dall’ingegnere Fabio Taglioni. E’ lui che ha raccolto la tradizione dello storico motore delle serie pantah e darmah della fine degli anni ’70 per portarlo a innovazione con il Testastretta che non rinuncia al comando desmodromico, vera bandiera dell’immagine Ducati giunta anche sul 4 cilindri che equipaggia le moto GP. Ducati, nonostante i passaggi societari, ha mantenuto una connotazione locale, di territorio (uguale alla rossa di Maranello) che identifica un modo di produrre moto. E di essere player importante sul mercato internazionale pur con una produzione quantitativamente inferiore a quella dei costruttori giapponesi. Filippo Preziosi, che è in Ducati dal 1994 dai tempi dell’acquisizione da parte della Cagiva, è dal 2003 Direttore Generale di Ducati Corse. Insomma lo stratega che al momento sembra manchi alla Gastronomia italiana. I Cavalieri hanno una struttura circolare e paritaria che mal si confà alle necessità di individuare strategie per condurre un campionato in cui bisogna modificare atteggiamenti a seconda delle situazioni. E poi sarebbe come chiedere al pilota di adottare una strategia senza conoscere i distacchi e i tempi sul giro. Difficile identificarlo. E poi, uno solo o un comitato?
Foto: Ducati Press 2007, Ducati Press 2010, flickr Ducati Motor, corriere.it