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Alla domanda se aveste mai chiesto la Dop per la Mozzarella di Bufala Campana frozen, cioè congelata, in molti avete risposto di no.
\nValentino Tafuri, pizzaiolo protagonista della rivoluzione della pizza che ha la sua pizzeria 3Voglie a Battipaglia, ha fatto di più.
\nHa chiesto di dargli una mano per evitare quello che ha ritenuto subito uno scempio e ha dato vita a un Comitato innanzitutto per far comprendere a tutti perché la frozen rappresenta un pericolo per la VERA mozzarella di bufala e poi per evitare il triste declino di una delle eccellenze del tanto citato Made in Italy agroalimentare.
\nCosa sta succedendo? Il nuovo Consiglio Direttivo del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP ha fatto appena in tempo ad insediarsi che ha avanzato una richiesta di modifiche, ma sarebbe meglio parlare di stravolgimento, del disciplinare.
\nObiettivo, lecito: vendere di più. Non convince, però, la strada intrapresa.
\nLa previsione di 5 tipologie di mozzarella in luogo dell’unica e irripetibile che conosciamo con la creazione della frozen e della se possibile ancor più raccapricciante “Esclusivamente per uso professionale – non destinato al consumatore finale” lascia intendere container di filoni e vasche per pizzerie all’estero ma ovviamente anche in Italia.
\nLa combinazione con l’ulteriore richiesta di far perdere alla mozzarella DOP la tipicità di un prodotto fresco finito per farla diventare ingrediente per ulteriori prodotti e per commercializzarla, nel caso (sic) anche senza acqua di governo diventa mortale.
\n\nChi mai vorrà comprare mozzarella di bufala fresca pagando l’inutile prezzo di trasporto dell’acqua di governo? Se pensate che la mozzarella di bufala arriverà soltanto ai poveri pizzaioli statunitensi che non sanno come fare per acquistare mozzarella (in realtà si servono da 200 caseifici americani che con le sovvenzioni governative dovrebbero diventare più di 2.000), chiedetevi quanto incide il costo di trasporto della stessa necessaria acqua di governo da Salerno o Caserta fino a Roma e a Milano.
\nRisultato: meglio commercializzare la più conveniente, per prezzo, mozzarella frozen.
\n\nCome evitarlo? Con un’azione di moral suasion sul Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Il Ministero ha dato la delega di tutela al Consorzio e quindi è il primo soggetto a dover approvare i cambiamenti. Poi verrà l’Europa sulle cui secche spesso ci siamo arenati.
\nPer sensibilizzare il Ministro, i caseifici, gli allevatori, i pizzaioli, gli chef abbiamo pensato di lanciare una petizione.
\nVe la proponiamo chiedendovi di firmarla se siete d’accordo. È un piccolo sforzo che potrà aiutare a conservare quella tipicità che la fredda mente di un calcolatore vuole abrogare.
\nNo frozen, Sì Mozzarella: se la volete fresca, firmate!
\nPotete farlo subito on line, ma vi daremo ulteriori e gustosi motivi per recarvi di persona a firmarla.
\nPetizione popolare per chiedere la bocciatura delle modifiche al Disciplinare avanzate dal Consorzio Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP
\nLa mozzarella di bufala è uno dei prodotti gastronomici italiani più conosciuti al mondo e tra i maggiori segni identificativi della nostra produzione agroalimentare e artigianale.
\nLa sua importanza nel panorama nazionale è tale che alla mozzarella di bufala è stata riconosciuta nel 1996 la garanzia e la tutela riservata alla Denominazione di Origine Protetta (DOP), cioè il massimo grado di tutela per un prodotto agroalimentare.
\nLa tutela e il rispetto del disciplinare di produzione è stato affidato dall’Italia al Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP che deve vigilare sul prodotto immesso in commercio, rappresentare l’intera filiera produttiva e garantire l’applicazione delle singole norme tra cui quella che statuisce che “La Mozzarella di Bufala Campana è prodotta esclusivamente con latte di bufala intero fresco” (art. 3), cioè l’essenza stessa del prodotto che ha ricevuto il beneficio della DOP.
\nLa cronaca ha dimostrato più volte che questa attività di controllo è purtroppo fallace (si guardi all’ultimo caso dello scandalo della mozzarella di bufala con soda caustica) a danno dei consumatori che sembrano esterni al meccanismo di tutela, ma cui sono dirette le azioni – positive e negative – del consorzio.
\nA distanza di 5 anni (luglio 2012), il Consiglio Direttivo del Consorzio ha presentato nuove richieste di modifica del disciplinare di produzione (già modificato nel 2008) per cercare di riproporre nelle fasi di produzione il congelamento già sonoramente bocciato. Dopo i reiterati tentativi di rendere possibile l’utilizzo per la mozzarella di bufala DOP del latte congelato e poi della cagliata congelata, la nuova richiesta di una mozzarella congelata – che quindi si inserisce nella fase finale della produzione – cerca con artificio di introdurre nel disciplinare pratiche che sono già state bocciate in tempi diversi.
\nPer far questo, il Consorzio chiede espressamente di far perdere alla mozzarella “la tipicità di un prodotto fresco finito che potrà essere utilizzato come ingrediente per ulteriori prodotti e potrà essere, nel caso, commercializzata anche senza acqua di governo”.
\nLe modifiche immaginano 5 diverse tipologie di una mozzarella non conosciuta dalla tradizione e dalle buone pratiche. In particolare il Consorzio vuole far produrre ai propri consorziati mozzarella “Esclusivamente per uso professionale – non destinato al consumatore finale” (IV), come se questo prodotto non dovesse far parte dell’alimentazione umana e, soprattutto, mozzarella “Frozen”, cioè congelata (III) in totale spregio alle bocciature degli anni scorsi.
\nPoiché la mozzarella di bufala identifica un territorio e una capacità di produrre eccellenze alimentari, rivolgiamo questa petizione ai tanti italiani e non italiani che amano e mangiano la vera mozzarella di bufala che esiste da 500 anni e che ora sono considerati numeri insufficienti per le politiche commerciali del Consorzio che dovrebbe garantire tutela al prodotto originale scoraggiando il consumo di finta mozzarella congelata prodotta da altri Paesi e invitando anche a un consumo turistico in loco piuttosto che correre dietro alla logica della quantità a tutti i costi.
\nGrazie per il supporto che vorrete dare con la vostra preziosa firma.
\nQuesta petizione è stata notificata al Ministro per le Politiche Agricole e Forestali della Repubblica Italiana
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Alla domanda se aveste mai chiesto la Dop per la Mozzarella di Bufala Campana frozen, cioè congelata, in molti avete risposto di no.
Valentino Tafuri, pizzaiolo protagonista della rivoluzione della pizza che ha la sua pizzeria 3Voglie a Battipaglia, ha fatto di più.
Ha chiesto di dargli una mano per evitare quello che ha ritenuto subito uno scempio e ha dato vita a un Comitato innanzitutto per far comprendere a tutti perché la frozen rappresenta un pericolo per la VERA mozzarella di bufala e poi per evitare il triste declino di una delle eccellenze del tanto citato Made in Italy agroalimentare.
Cosa sta succedendo? Il nuovo Consiglio Direttivo del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP ha fatto appena in tempo ad insediarsi che ha avanzato una richiesta di modifiche, ma sarebbe meglio parlare di stravolgimento, del disciplinare.
Obiettivo, lecito: vendere di più. Non convince, però, la strada intrapresa.
La previsione di 5 tipologie di mozzarella in luogo dell’unica e irripetibile che conosciamo con la creazione della frozen e della se possibile ancor più raccapricciante “Esclusivamente per uso professionale – non destinato al consumatore finale” lascia intendere container di filoni e vasche per pizzerie all’estero ma ovviamente anche in Italia.
La combinazione con l’ulteriore richiesta di far perdere alla mozzarella DOP la tipicità di un prodotto fresco finito per farla diventare ingrediente per ulteriori prodotti e per commercializzarla, nel caso (sic) anche senza acqua di governo diventa mortale.
Chi mai vorrà comprare mozzarella di bufala fresca pagando l’inutile prezzo di trasporto dell’acqua di governo? Se pensate che la mozzarella di bufala arriverà soltanto ai poveri pizzaioli statunitensi che non sanno come fare per acquistare mozzarella (in realtà si servono da 200 caseifici americani che con le sovvenzioni governative dovrebbero diventare più di 2.000), chiedetevi quanto incide il costo di trasporto della stessa necessaria acqua di governo da Salerno o Caserta fino a Roma e a Milano.
Risultato: meglio commercializzare la più conveniente, per prezzo, mozzarella frozen.
Come evitarlo? Con un’azione di moral suasion sul Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Il Ministero ha dato la delega di tutela al Consorzio e quindi è il primo soggetto a dover approvare i cambiamenti. Poi verrà l’Europa sulle cui secche spesso ci siamo arenati.
Per sensibilizzare il Ministro, i caseifici, gli allevatori, i pizzaioli, gli chef abbiamo pensato di lanciare una petizione.
Ve la proponiamo chiedendovi di firmarla se siete d’accordo. È un piccolo sforzo che potrà aiutare a conservare quella tipicità che la fredda mente di un calcolatore vuole abrogare.
No frozen, Sì Mozzarella: se la volete fresca, firmate!
Potete farlo subito on line, ma vi daremo ulteriori e gustosi motivi per recarvi di persona a firmarla.
Petizione popolare per chiedere la bocciatura delle modifiche al Disciplinare avanzate dal Consorzio Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP
La mozzarella di bufala è uno dei prodotti gastronomici italiani più conosciuti al mondo e tra i maggiori segni identificativi della nostra produzione agroalimentare e artigianale.
La sua importanza nel panorama nazionale è tale che alla mozzarella di bufala è stata riconosciuta nel 1996 la garanzia e la tutela riservata alla Denominazione di Origine Protetta (DOP), cioè il massimo grado di tutela per un prodotto agroalimentare.
La tutela e il rispetto del disciplinare di produzione è stato affidato dall’Italia al Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP che deve vigilare sul prodotto immesso in commercio, rappresentare l’intera filiera produttiva e garantire l’applicazione delle singole norme tra cui quella che statuisce che “La Mozzarella di Bufala Campana è prodotta esclusivamente con latte di bufala intero fresco” (art. 3), cioè l’essenza stessa del prodotto che ha ricevuto il beneficio della DOP.
La cronaca ha dimostrato più volte che questa attività di controllo è purtroppo fallace (si guardi all’ultimo caso dello scandalo della mozzarella di bufala con soda caustica) a danno dei consumatori che sembrano esterni al meccanismo di tutela, ma cui sono dirette le azioni – positive e negative – del consorzio.
A distanza di 5 anni (luglio 2012), il Consiglio Direttivo del Consorzio ha presentato nuove richieste di modifica del disciplinare di produzione (già modificato nel 2008) per cercare di riproporre nelle fasi di produzione il congelamento già sonoramente bocciato. Dopo i reiterati tentativi di rendere possibile l’utilizzo per la mozzarella di bufala DOP del latte congelato e poi della cagliata congelata, la nuova richiesta di una mozzarella congelata – che quindi si inserisce nella fase finale della produzione – cerca con artificio di introdurre nel disciplinare pratiche che sono già state bocciate in tempi diversi.
Per far questo, il Consorzio chiede espressamente di far perdere alla mozzarella “la tipicità di un prodotto fresco finito che potrà essere utilizzato come ingrediente per ulteriori prodotti e potrà essere, nel caso, commercializzata anche senza acqua di governo”.
Le modifiche immaginano 5 diverse tipologie di una mozzarella non conosciuta dalla tradizione e dalle buone pratiche. In particolare il Consorzio vuole far produrre ai propri consorziati mozzarella “Esclusivamente per uso professionale – non destinato al consumatore finale” (IV), come se questo prodotto non dovesse far parte dell’alimentazione umana e, soprattutto, mozzarella “Frozen”, cioè congelata (III) in totale spregio alle bocciature degli anni scorsi.
Poiché la mozzarella di bufala identifica un territorio e una capacità di produrre eccellenze alimentari, rivolgiamo questa petizione ai tanti italiani e non italiani che amano e mangiano la vera mozzarella di bufala che esiste da 500 anni e che ora sono considerati numeri insufficienti per le politiche commerciali del Consorzio che dovrebbe garantire tutela al prodotto originale scoraggiando il consumo di finta mozzarella congelata prodotta da altri Paesi e invitando anche a un consumo turistico in loco piuttosto che correre dietro alla logica della quantità a tutti i costi.
Grazie per il supporto che vorrete dare con la vostra preziosa firma.
Questa petizione è stata notificata al Ministro per le Politiche Agricole e Forestali della Repubblica Italiana