Pizzeria I Vesuviani: recensione super di 15 pizze non napoletane
Una generazione è un insieme di persone che hanno vissuto gli stessi eventi e per questo forse accomunate dalla stesa visione di futuro nonché dallo stesso sistema di valori. Probabilmente, allora, noi siamo la generazione della pizzeria i Vesuviani!
“Pizzaioli da zero generazioni” è il payoff che hanno scelto Federico e Francesco De Maria per la loro Pizzeria I Vesuviani. Una famiglia, due sedi, tre tipologie di impasto alla base del menù. E via. Si parte per quello che è tra i locali più contemporanei della scena attuale. Che sia a Castello di Cisterna oppure a Casoria quello che sicuramente troverete è un mood. Ah, c’è anche un ampio parcheggio.
I fratelli De Maria hanno creato lo stato indipendente della pizza, dove l’unica regola è non porsi limiti se non quello del rispetto. Ed il rispetto è una cosa seria perché mette in equilibrio due delle più grandi libertà umane: quella esprimersi e quella di scegliere. Tutto diventa ancora più spontaneo se ci si lascia andare al mood che si respira in questo locale: “divertiti, assaggia, liberati da luoghi comuni, credi nell’appartenenza e pratica l’indipendenza”.
Pizze per scelta con i pizzaioli da zero generazioni alla pizzeria I Vesuviani
Finalmente qualcuno che pensa la pizza come mezzo di inclusività. Pizza per scelta e non per dovere, che quindi si focalizza sul dare possibilità.
Nessuna esclusione per chi non ha alcuna tradizione da dover proseguire, piuttosto qui si sceglie di tributare chi la pizza l’ha resa grande. I Vesuviani hanno letteralmente creato un mood, intuendo cosa vogliono le nuove generazioni da una pizzeria. La possibilità di variare, senza il pregiudizio dell’incoerenza. I fratelli De Maria, tanto quanto le loro pizze, sono giovani e veraci ed hanno saputo riportare a tavola qualcosa che si era perso: la libertà di non avere schemi, il piacere di rimettere al centro il gusto e la godibilità.
Questo genera due risultati che segnano sempre più il cammino de I Vesuviani: sono criticabili ma/e sono credibili. Perché? Perché Federico e Francesco sono due professionisti veri che da subito hanno scelto di diventare le loro pizze. Tonda napoletana, pala, teglia, tripla cottura o forno a legna: qui c’è tutto e di tutto un bel po’. Nonostante la loro indole super social, la parola chiave per i De Maria è realtà. Nessun personaggio qui. Solo persone squisite. Come le pizze!
Castello di Cisterna o Casoria: sono sempre I Vesuviani
Le due sedi nascono a distanza di soli 5 anni: la prima nel 2018 e la seconda nel 2023. Un lustro in cui i successi si sono susseguiti grazie anche alla constante voglia di migliorare dei De Maria ma anche dei loro team. Due squadre fortissime e appassionate al progetto che sanno rendere la serata al tavolo ancor più piacevole ma soprattutto che riescono a stoppare la frenesia, la fretta.
Entrambe le location sono ampie, con led alle pareti e colori sgargianti che potenziano l’effetto “postami”. La foto viene naturale e al locale e ai piatti. Anche quelli super instagrammabili, con modi di dire napoletani ma scritti mixandoli con l’inglese. Esempi? “A’ Pullecenella they see only when va ‘ncarrozza”
Una delle cose più fondamentali è che tutte e due le sedi hanno un grosso parcheggio di fronte o adiacente al locale. C’è poco da fare… se vai da I Vesuviani devi solo stare sereno, pensano a tutto loro!
Una volta seduti ad un tavolo de I Vesuviani, il tempo – come direbbe De Crescenzo – si allarga più che allungarsi. Si rischia, insomma, di restare seduti a lungo e non soltanto perché se si dice ad uno dei De Maria “fai tu” si rischia di prendere la residenza in questa loro repubblica.
Come sono le pizze della pizzeria I Vesuviani: la super degustazione a Casoria
Sono stata alla Pizzeria I Vesuviani a Casoria. Ad accogliermi è Federico con il quale ci siamo divertiti a fare una degustazione SUPER in una serie di bocconi (di nome e di fatto) del nuovo menù invernale mixata ad assaggi che ormai iconici de i Vesuviani.
Preciso che i prezzi sono riferiti alle porzioni intere (teglia = 4 tranci; pala = 12 fette).
1. Provolone e cipolla (teglia)
Lonza di Morone, cipolla di Tropea IGP caramellata, provolone del monaco DOP, ‘nduja di Spilinga, olio evo (11 €).
Bell’inizio: delicato come impatto visivo e un vero e proprio rapimento delle papille non appena morso. La cipolla e la ‘nduja orchestrano un gran bel colpo.
2. Bufala e papaccelle (teglia)
Papaccelle napoletane in agrodolce, mozzarella di bufala campana, colatura di alici di Cetara, olio evo (11 €).
Si poteva chiamare NAPOLINAPOLINAPOLI. Gusto avvolgente pompato da un impasto che vincerebbe pure a Roma!
3. Baciata Mortazza (teglia)
Mortadella di Bologna IGP, granella di pistacchio, olio evo (8 €).
Quando si dice “intelligenza emotiva”: la sensibilità di capire che con un ingrediente di qualità, un impasto cotto egregiamente e la gola di un boccone di mortazza, beh non serve aggiungere nulla!
4. Carciofo (teglia)
Carciofi in doppia consistenza, guanciale di pelatello Napoletano, provola di Napoli, bisque di gambero Rosso di Mazara del Vallo, olio al carciofo arrostito (12 €).
Vincitrice di Fior di Teglia. Un morso che abbiamo visto in molte molte vesti: il carciofo arrostito è pur sempre un principe delle nostre case. Ma la chicca della bisque… Che sapore!!!
5. Come salsiccia e friarielli (teglia)
Estratto di Friariello, provola di Napoli, salsiccia di pelatello Napoletano, polvere di ‘nduja, olio all’aglio (12 €).
Probabilmente la mia preferita e l’avete già incontrata tra le migliori pizze salsiccia e friarielli del Creato. Ancor più probabilmente perché non mi aspettavo potesse essere tanto esplosiva una pizza che credevo di poter immaginare nei sapori e che invece… wow!
6. Roquefort, broccoli e noci (teglia)
Roquefort AOP, broccoli pugliesi, noci tostate, miele d’acacia vesuviano al peperoncino, olio evo (11 €).
L’accostamento che non sbaglia. Regna sicuramente il formaggio ma con degli ottimi coprotagonisti.
7. Porchetta in crosta di patate – omaggio a Sancho (mattonella romana)
Porchetta di suino campano, provola di Napoli, patate ad Avezzano, maionese e rosmarino, origano, olio evo (9 €).
Un crunch indimenticabile. Certamente qui abbiamo un gusto noto ma per questo soprende la valorizzazione eccelsa. Oltretutto… Nessun pippone, nessuna sovrastruttura, nessuna favola da raccontare; solo il ritorno al comfort di un morso che azzera tutto il resto. Una gioia vera per l’anima.
8. Ciabatta con genovese della pizzeria I Vesuviani
Genovese napoletana di vitellone bianco IGP, conciato Romano, cioccolato fondente 75% di Modica IGP, prosciutto crudo di Parma dopo 30 mesi, mela annurche IGP, olio evo. Impasto con lievito madre San Francisco (6 €).
Stavo per convertimi alla richiesta di un bis e fermarmi dall’assaggio di qualunque altra cosa. Una croccantezza seducente per una genovese arricchita e alleggerita.
9. Prosciutto e stracciata – omaggio a Padoan (pizza da degustazione)
Stracciata di bufala, prosciutto crudo di Parma DOP, granello di nocciole Avella De.C.O. , basilico, olio evo. Impasto con lievito madre integrale (18 €).
L’omaggio a Simone Padoan che non può mai mancare. Impasto scioglievole e gestito benissimo nella sua acidità. Topping essenziale ma efficace.
10. Ragù coniglio della pizzeria I Vesuviani (simil pala)
Coniglio paesano, provola di Napoli, parmigiano reggiano extra, spuma di polenta, olio al tartufo. Impasto semi integrale simil pala con lievito madre liquido integrale e cottura a 295°C(18 €).
Adoro il coniglio e non potevo affatto esimermi dall’assaggiare questo ragù. Dico solo che da Ischia potrebbero venire in gita a casa De Maria. Impasto rude, grezzo che incentiva alla scarpetta in ragù curato e per nulla stucchevole.
11. Capricciosa a modo nostro (cotta a legna)
Pomodoro San Marzano arrosto, fiordilatte, paté di carciofi di Pertosa, pancetta cotta Giovanna, salame di Mugnano del Cardinale, funghi Pleurotus arrostiti, polvere di olive nere Caiazzo, basilico, olio evo (12 €).
Ho una vera dipendenza dalla capricciosa e non potevo sopportare di non avere una idea della loro versione. Il fatto che I vesuviani non abbiano superato i gironi di qualificazione del Campionato della Pizza per una manciata di punti, mi aveva intristita e così mi sono rifatta! La base di pomodoro arrosto ricorda sicuramente la capricciosa secondo Martucci ma l’assenza del salame mette una bella linea di divisione. La capricciosa alla De Maria è più delicata anche nelle consistenze, e questo può essere una marcia in più per renderla gradevole anche a chi non la apprezza ma è un punto a sfavore per chi vuole sentirne grassezza, variabilità delle consistenze. Una pizza da 80 per l’ottima esecuzione, cottura top e ingredienti sceltissimi.
12. Bufalina caramella (tonda della pizzeria I Vesuviani)
Pomodorini datteri caramella, mozzarella di bufala DOP, basilico, olio evo (10 €).
La Regina. La sceglierei altre mille volte. Una pizza spaziale nella sua semplicità. C’è tutto: territorio, sapidità, equilibrio, rispetto. Se questa variante di margherita potesse partecipare a una gara non ci sarebbe storia! Una pizza che bisognerebbe trovare dappertutto. Più spesso.
13. Burrata e gambero della pizzeria I Vesuviani (teglia)
Burrata di Andria IGP, gambero rosso di Mazara del Vallo, pomodorini semi dry, polvere di pomodoro, germogli, olio evo (12 €).
Tra le storiche immancabili in una degustazione. Una delle teglie che ha fatto conoscere i Vesuviani in Campania. La carnosità del gambero prima di siede sulla sofficità della burrata e poi esplode sul super crunch della teglia. Spettacolo!
14. Napoli per il mondo (teglia)
Mozzarella campana di bufala DOP, alici di Cetara, origano di montagna, concentrato di pomodoro di Corbara, polvere di olive nere caiazzane, olio evo all’aglio (11 €).
Una teglia regale. Bella in aspetto, un vero quadro. Non dico Instagram friendly perché parliamo di qualcosa che oltre all’estetica si conferma nel contenuto: Napoli alla ennesima potenza. Un tributo alla riconoscibilità della città partenopea in tutto il mondo in un formato nuovo, fresco.
15. Provola e pepe della pizzeria I Vesuviani (pala in 12 pezzi)
Pomodoro san marzano DOP, provola di Napoli, parmigiano reggiano DOP, mix di pepe, basilico, olio evo (18 €).
Non potevo non assaggiare almeno una fettina della pala che è probabilmente tra gli impasti meno scontati mai provati. Il sapore è identitario; eppure, con sapienza riescono a non fargli coprir mai il gusto dei topping. A menù è quello, anzi, che si presta al maggior numero di proposte. Propendo per la provola e pepe perché insieme alla margherita è banco di prova con insidie ben celate. Devo alzare le mani e chiudere la bocca! Ottima! Giusta nel pepe e piacevole il basilico; provola succulenta e pomodoro dolcissimo. Cosa vuoi di più?
La vera pizza non è solo quella napoletana
Dopo tutto questo state ancora pensando che la vera pizza è solo quella napoletana?
Francesco e Federico De Maria si esprimono, eccome! E scelgono di rendere a chiunque accessibile la scelta, così da potersi indiscutibilmente esprimere a loro volta ma anche – magari! – cambiare, aprirsi ad un assaggio, lanciarsi in qualcosa di nuovo che addirittura potrebbe far scoprire che il mondo è assai più grande e vario della mattonella che occupiamo.
La pizza non può essere ingabbiata né da un aggettivo né da una stesura. La pizza è qualcosa di assai più ampio che abbraccia e libera molto più di una corrente di pensiero o di una moda. Ecco perché Pizzeria I Vesuviani ha una proposta che non è esclusivamente napoletana; e per dirla tutta, manco esclusivamente del sud. Va dalla tonda alla pala, dalla teglia alla mattonella romana. E sono tutte perfettamente riuscite.
Non fatevi ingannare da chi sentenzia che “potrebbero dare di più nella tonda”. È la reazione nel momento in cui ti si apre un mondo e scopri che esiste un intero universo di scelte che ha reso la pizza universale.
E la pizza della pizzeria I Vesuviani è da Campionato della Pizza anche nel 2025. Pronti a scommettere?