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23 Maggio 2022 Aggiornato il 31 Maggio 2022 alle ore 08:49

Recensione Piazza Duomo. Come si “giustifica” un menu da 500 €

Come si spiega il prezzo del menu -500 €- nella recensione del ristorante Piazza Duomo di Alba per evitare le stoccate sui social
Recensione Piazza Duomo. Come si “giustifica” un menu da 500 €

Leggiamo con voi la recensione di una cena al ristorante Piazza Duomo di Alba scritta dal duo Cavallito & Lamacchia su Repubblica.

La recensione non è di quelle semplici, i critici gastronomici sono nel ristorante piemontese 3 stelle Michelin, tra i migliori in assoluto se amate il tartufo, per provare il menu “Barolo”.

Prezzo 500 euro a persona. 

Da un lato è forte il senso di invidia per il privilegio toccato alle fortunate penne gastronomiche.

Dall’altro, siamo curiosi di scoprire come “giustificheranno” un prezzo simile nella recensione del Piazza Duomo. Difficile non incorrere nelle stoccate dei populisti, coccolate da tanta opinione pubblica specie sui social. 

Intendiamoci, 500 euro a persona per una cena sono tanti. Riusciranno i nostri eroi a smentire la tesi dei ristoranti stellati che ci marciano, e degli chef egoriferiti che perdono il contatto con la realtà? 

Protagonisti della recensione: cos’è Piazza Duomo

Piazza Duomo è uno degli 11 ristoranti tre stelle Michelin italiani, ambientato in un bel palazzo dalla facciata Liberty nella piazza centrale di Alba. 

Altro protagonista è lo chef del ristorante. Enrico Crippa, descritto dalla Guida Michelin come un “ricercatore instancabile di prodotti e stili di cucina da ogni parte del mondo”. Secondo la “Rossa” “la presentazione dei suoi piatti rivela un raffinato gusto estetico che si esprime talvolta anche in citazioni artistiche”. 

Passiamo ora al Barolo (qui vi abbiamo spiegato le differenze con il Barbaresco).

Un vino rosso ricavato da uve Nebbiolo prodotto in 11 comuni delle Langhe in provincia di Cuneo. Doc dal 1966, prevede un affinamento di 3 anni (minimo) di cui almeno 18 mesi in botte.

Nella recensione del Piazza Duomo non recita il ruolo di attore protagonista, ma il Barolo è un grande vino italiano accompagnato dallo slogan “re dei vini e vino dei re”. 

Cavallito & Lamacchia sono una coppia affiatata di critici gastronomici.

Insieme a Luca Iaccarino dirigono le guide gastronomiche I Cento di Torino, Milano e Roma. Collaborano con La guida dei ristoranti dell’Espresso e con Repubblica, edizione di Torino.

La recensione della cena al ristorante Piazza Duomo

Il titolo della recensione del ristorante Piazza Duomo di Alba

Il titolo – “Un super menu da 500 euro. Piazza Duomo esalta il Barolo” – contiene il primo di due riferimenti al prezzo.

Ignorare un prezzo simile sarebbe stato ipocrita. Ma la coppia di critici non accenna a moralismi. Anzi, è subito chiaro che per loro il gioco vale la candela: il menu è “super” e Piazza Duomo “esalta” il Barolo. 

Il sottotitolo suggerisce un vantaggio ulteriore: “Mangiare a pochi metri dal cuoco Enrico Crippa. Piazza Duomo è ad Alba, in piazza Risorgimento 4”. Come dire, si spenderanno anche 500 euro a cranio ma vuoi mettere la soddisfazione di mangiare a pochi metri dallo chef. 

Enrico Crippa, chef del Piazza Duomo di Alba, ha ideato il menù da 500 euro e 10 portate come omaggio al Barolo, si legge all’inizio della recensione, abbinando le pietanze a diverse annate. Sull’esempio di un ottocentesco cuoco di corte Savoia.

Perentorio il primo giudizio: “Il risultato è splendido”.

Il menu da 500 euro

La recensione della cena al ristorante Piazza Duomo di Alba, prima parte

Il piatto di benvenuto, “Aperitivo di Torino”, è, secondo i critici, “una festa per gli occhi ancora prima che per le papille”. 

Al tavolo arrivano piatti(ni) della tradizione: insalata russa ricoperta di gelatina come se fosse un aspic, tramezzino con pane di ceci per celebrare la specialità portata a Torino cento anni fa dal bar Mulassano.

È il momento di “Insalata vignaiola”, paragonata alla versione odierna della sporta degli avanzi di un contadino. L’insalata, tra scarola, noci e nocciole, nasconde un bollito di testina e lingua con salsa verde. 

Cavallito & Lamacchia sono conquistati: “Crippa ha già vinto: in questo piatto c’è tutto, ricerca delle origini, gusto eccezionalmente moderno”.

Le portate successive del menu?

“Fassona Garibaldi”, così chiamata perché “unisce una nazione dal tartufo al Marsala”. “Lumache e polenta” (spiegare come vengono allevate le lumache è una supercazzola, si poteva evitare). Mentre il “Risotto all’aglio orsino” viene descritto così: “fresco e sferzante come il vento sulle colline di Langa”.

Uno stratagemma evidenzia la carica innovativa dello chef quando arriva in tavola il piatto forte.

Recita la recensione: “Ci si potrebbe aspettare un brasato al Barolo ma non saremmo a Piazza Duomo”. Al posto del brasato (che comunque schifo non avrebbe fatto) arriva infatti “una lussureggiante vacca podolica insieme a un brodo con aggiunta di barolo per cementare l’unione”.

Da leccarsi i baffi anche i dolci: “il biscotto Cavour, uno strepitoso zabajone e i profiteroles che non ti immagini”.

La recensione si sofferma brevemente sui Baroli di Langa serviti al Piazza Duomo per accompagnare le pietanze: “dalla potenza di Serralunga alla raffinatezza di La Morra”.

E siamo al finale. Che registra un probabile caso di maniavantismo, abbastanza inevitabile quando il menu di un ristorante è tra i più costosi d’Italia, forse il più costoso. 

Il finale

Recensione ristorante Piazza Duomo Alba
Recensione del ristorante Piazza Duomo di Alba, seconda parte

“Il menu Barolo costa 500 euro. In carta, altri menu a partire da 160 euro”. Come dire, guardate che per cenare al Piazza Duomo non è necessario investire tutto il bonus cultura 2022 o il prezzo di uno smartphone di fascia medio-alta su Amazon.

Si può spendere anche meno. 

Ecco, ora sapete come i critici Cavallito & Lamacchia hanno “giustificato” il menu da 500 € del ristorante Piazza Duomo nella loro recensione. 

Vi hanno convinto? 

Conosciamo il prestigio e i prezzi di certi Baroli, e parliamo in un ristorante tre stelle Michelin guidato da Enrico Crippa, uno tra i più apprezzati chef italiani. 

Ma anche alla luce della spiccata impronta vegetale dei piatti (non tutti preparati con ingredienti estremamente pregiati), Cavallito & Lamacchia avrebbero potuto spenderle due parole in più su quel prezzo. 

Che non è mai un elemento secondario nelle recensioni dei ristoranti. Specie quando è di 500 euro.

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