47 Circus Roof Garden, cena all’aperto con vista su Roma a 65 €

Si sale al sesto piano del 47 Boutique Hotel a Roma per godere di una spettacolare vista sui templi di Portuno e di Ercole Vincitore. E assaggiare la cucina del 47 Circus Roof Garden, firmata dallo chef Maurizio Lustrati.
Il ristorante, con la sua posizione strategica tra piazza Bocca della Verità e via dei Cerchi, rappresenta una delle occasioni per meravigliarsi ancora della bellezza di Roma. Dalla sua terrazza la vista spazia dal Circo Massimo a Piazza Venezia, passando per il Tevere e i suggestivi tetti della città.

I tavoli sono all’aperto, ma grazie a una struttura che prevede l’utilizzo di ombrelloni nelle giornate più calde, vetri anti-vento e stufe di design per le giornate più fredde, risulta piacevole tutto l’anno.
Il ristorante è progettato per avere solo 40 coperti, il numero ideale per conservare una certa sensazione di intimità con tutta la bellezza schierata al di là del parapetto.
Il ristorante 47 Circus Roof Garden celebra la tradizione

Il 47 Circus Roof Garden non dimentica il legame con la cucina romana e italiana, nemmeno nelle interpretazioni più creative. L’anima glamour del 47 Boutique Hotel, con l’attenzione maniacale alle suggestioni rétro e contemporanee, al ristorante si inchina a una visione che privilegia la riconoscibilità pur nella ricerca di nuove combinazioni di sapori.

Il menu è firmato dal resident chef Maurizio Lustrati, un romano dal cuore cosmopolita che ha lavorato in vari ristoranti di prestigio, sia in Italia che all’estero. Lustrati porta al 47 Circus Roof Garden una tecnica solida e la conoscenza delle cucine regionali, declinate di volta in volta secondo stagione.
Piatti come i tortelli farciti di petto di vitello in brodo di cipolle o gli gnocchetti di zucca mantovana con burro di fattoria e tartufo nero pregiato riflettono le tante anime della cucina nazionale, tipiche della stagione più fredda.
Ma la tradizione romana non è mai lontana dal 47 Circus Roof Garden. Lustrati non rinuncia ai grandi classici della cucina romana, come la cacio e pepe, l’amatriciana e la carbonara, che vengono riproposti in una sezione a parte del menu.
I menu sostenibili di 47 Circus Roof Garden

L’impegno della proprietà verso la sostenibilità si traduce nel progetto 47 Hortus, una tenuta di circa 4 ettari nel Parco Regionale Marturanum nella Tuscia. Ospita oltre 400 ulivi e produce un buon olio extravergine, estratto a freddo, dal gusto dinamico tra amaro e piccante. Oltre all’olio, il progetto 47 Hortus prevede la coltivazione di verdure biologiche, che vengono utilizzate in cucina per garantire freschezza e qualità. Non manca il vino, con 47 Amar: un Montepulciano in purezza prodotto e imbottigliato in collaborazione con l’azienda vinicola Bottaccio nelle colline di Castiglione in Teverina (lo assaggiamo piu oltre).
Anche l’aperitivo in terrazza con vista su Roma

La proposta 47 Circus Roof Garden non si limita alla cucina, ma offre una mixology d’autore, con ricette signature e classiche, che si avvantaggiano di una vasta scelta di gin provenienti da tutto il mondo, in continuo aggiornamento. Così come la carta dei vini che offre le etichette italiane più blasonate, ma anche incursioni in territori particolari ed esteri.
Quanto costa mangiare al 47 Circus Roof Garden con vista sui templi di Roma

Il menu prevede 2 percorsi degustazione che rappresentano la summa gastro-filosofica dello chef, uno da 6 e uno da 4 portate. Abbinando il wine pairing, si aggiungono rispettivamente 60 e 40 € al prezzo del percorso.
Menù 6 portate (95€)
- Carciofi alla brace – Crumble alla mentuccia e mozzarelline di bufala
- Tataki di tonno – Su passatina di fagioli zolfini e granita al rafano
- Gnocchetti di zucca mantovana – Burro di fattoria e tartufo nero pregiato
- Tortelli farciti di petto di vitello alla fornara – In brodo di cipolle
- Guancia di bovino brasata “all’Amar” – Con purea di patate e mele
- Morbido alle spezie – Con salsa caffè e Sambuca
Menù 4 portate (65€)
- Tataki di tonno – su passatina di fagioli zolfini e granita al rafano
- Gnocchetti di zucca mantovana – burro di fattoria e tartufo nero pregiato
- Guancia di bovino brasata “all’Amar” – con purea di patate e mele
- Morbido alle spezie – con salsa caffè e Sambuca
Il menu alla carta

Antipasti
- Piadina 47, pastrami d’anatra, salsa allo yogurt e cavolo rosso fermentato (25 €)
- Carciofi alla brace, crumble alla mentuccia e mozzarelline di bufala (22 €)
- Tataki di tonno su passatina di fagioli zolfini e granita al rafano (24 €)
- Tegame di verdure 47 con stracciatella e nocciole salate (22 €)
Primi
- Tortelli farciti di petto di vitello alla fornara in brodo di cipolle (24 €)
- Risotto all’olio 47 con patate, cozze e cime di rapa (24 €)
- Gnocchetti di zucca mantovana, burro di fattoria e tartufo nero pregiato (26 €)
- Zuppa di legumi, cicoria e pop corn di ceci (23 €)
Primi della tradizione romana
- Spaghetti “Graziano” cacio e pepe (22 €)
- Spaghetti “Mancini” all’amatriciana (22 €)
- Mezze Maniche “Mancini” alla carbonara (22 €)
Secondi con contorno

- Filetto di Manzo scottato, prosciutto di Ruliano, tartufo e funghi cardoncelli al BBQ (32 €)
- Guancia di bovino brasata “all’Amar”, con purea di patate e mele (28 €)
- San Pietro e carciofi fritti, con salsa olandese al burro nocciola e insalatina di rinforzo all’agretto di melograno (32 €)
- Uovo bio a 65°, su crema di topinambur e tartufo (26 €)
Dessert
- Inzuppamisù (12 €)
- Tartelletta di mele, caramello e fior di sale (12 €)
- Morbido alle spezie con salsa caffè e Sambuca (12 €)
- Éclair cioccolato e nocciola (12 €)
Cenare al 47 Circus Roof Garden (invito stampa)

L’impatto è – prevedibilmente – molto piacevole, con il tavolo affacciato sull’area archeologica, e la chiesa di Santa Maria in Cosmedin (la Bocca della Verità) che ha il campanile più bello di Roma. Anche a tramonto ormai concluso ha il suo fascino, con le luci della sera. Il clima fresco della terrazza è mitigato dalle lampade a infrarossi e dai ben più suggestivi fuochi delle piccole stufe in vetro e ferro accanto ai tavoli.

Il direttore di sala, Marco Andronico, al 47 Circus Roof Restaurant da ottobre 2024, ha il pallino dei vini, dei vermouth e dei distillati (ma delle preparazioni erboristiche in genere, confessa).
Ci consiglia per iniziare a scaldare le papille, un piacevole rosato metodo classico a base aglianico, il Dubl Rosé Edition III di Feudi San Gregorio (non proprio un piccolo produttore, ma buono).

Nel mentre, il benvenuto appare sul tavolo, delle samosa di verdure sbiancate su una cremina cacio e pepe. Buone, ma un tantino troppo semplici, delle samosa c’è rimasta giusto la forma.
Il cestino del pane del 47 Circus Roof Garden arriva orgogliosamente fatto in casa, e a onor del vero il mio scetticismo si dimostra ingiustificato. Corretto, gustoso, si componeva di pane bianco, pane ai cereali e una focaccetta all’olio.
Questo in particolare viene dalla provincia di Viterbo, è prodotto nella tenuta biologica che fa parte del “progetto Fortyseven” (hotel + ristorante), ed è un buon blend di canino, leccino e frantoio, tutti cultivar tipici della zona.

Dato che il nostro anfitrione si spende con garbo e passione sulla ricerca di preparati erboristici, infusi, accostamenti, decido di partire con la mixology e assaggio un twist di Margarita fatto molto bene.
Gli antipasti al 47 Circus Roof Garden

Si accompagna con il primo antipasto, tra l’altro. È il tataki di tonno, su fagioli zolfini e granita di rafano fresco. Accostamento interessante di temperature, molto gradevole la nota pungente del rafano che si attiva con il calore del palato, e va a equilibrare la crema dolce del fagiolo. Potrebbe essere lo schema di gioco dello chef, vedremo se l’impressione è confermata. Ottimo il tonno, cotto il giusto (fornito da Purificato, azienda di Formia che – ci dicono – pesca tra Ponza e Palmarola).

Con il carciofo al barbecue, su crumble di mentuccia e mozzarelline di bufala l’effetto è meno eclatante. Se non che le note di menta tipiche del carciofo alla romana qui sono aggiunte esternamente. Ma il carciofo è di ottima qualità e belle le consistenze. Pollice verso per l’ovolina di bufala, piuttosto insipida e priva di texture. Senza andare chissà dove si trova di molto meglio qui nel Lazio.
Assaggiamo il Montepulciano 47 Amar, dai vigneti dell’azienda Bottaccio, realtà artigianale sulle colline di Castiglione in Teverina. Hanno circa 2 ettari coltivati a Montepulciano, appunto, e Syrah con rese molto basse, e pratiche in vigna e cantina limitate al minimo. È un Montepulciano sincero, nonostante abbia già 4 anni (è del 2020) colpisce ancora per gioventù e nerbo.
I primi piatti

Saltiamo in Puglia, con la versione di chef Lustrati di un piatto fondamentale. Parliamo di riso, patate e cozze con cimette di broccolo, mantecato all’extravergine 47. Cozze veramente buone (e chi scrive non le ama particolarmente), così come il riso, Carnaroli, del veronese. Tutto molto buono, equilibrato, ben fatto.

Come anche il secondo primo, gli gnocchetti di zucca e patate (in proporzioni uguali), spadellati al burro di Beppino Ocelli e serviti con abbondante grattugiata di tartufo nero pregiato direttamente al tavolo. Molta materia, concretezza, mano leggera per non appesantire con i condimenti e temperature giuste.
Il secondo di mare del 47 Circus Roof Garden

Con il prossimo piatto nel calice ci consigliano un Valpolicella Ripasso Superiore dell’azienda Speri, tra le cosiddette Famiglie Storiche dell’Amarone. Aziende cioè, che si tramandano da generazioni la produzione di vini dalle uve caratteristiche del territorio. Il Valpolicella Ripasso Superiore è un po’ il fratello smilzo dell’Amarone, con cui condivide piacevolezza e morbidezza di beva, senza calcare sul grado alcolico e sulla struttura. Questo in particolare presenta un colore abbastanza scarico e una beva snella, virata sui frutti di bosco e note balsamiche.

Ci abbiniamo, non senza qualche esitazione, il pesce san Pietro fritto croccante su salsa olandese e burro nocciola. A lato, un’insalatina giardiniera all’agretto di melograno. Il pesce è oggettivamente buono, ma i nugget sono poco in linea con quanto assaggiato finora.

Potevano andare forse come antipasto, come pietanza suscitano qualche perplessità. Anche l’insalatina di giardinera, di per sé molto buona, fa fatica ad integrarsi.

Tutt’altro effetto invece il dessert del 47 Circus Roof Garden. Un éclair alla nocciola e cioccolato perfetto nella sua essenzialità, dal guscio croccante e gusto rotondo. Ben fatta anche la tartelletta di mele al pain d’épices, una coccola profumata.

A percorso terminato alcuni piatti ci hanno divertito più di altri, ma usciamo appagati nel corpo e nello spirito, complice un servizio competente e premuroso e la bella vista sulla città vestita da sera. Il suo trambusto non arriva alle altezze del sesto piano, ma si dipana in basso, muto e veloce, come in un vecchio film.
