Roma. Che pesce mangiate da Iodio che ha aperto a Ostiense
Dopo tutte le nuove aperture a Roma che abbiamo seguito negli ultimi mesi, fa più notizia un locale che apre senza dire niente a nessuno.
E’ proprio il caso di Iodio, aperto in sordina sulla via Ostiense qualche giorno fa.
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Il titolare, Patrizio Alunni Tullini, in passato proprietario di una nota catena delle paninerie oTBReD, è volutamente andato controtendenza, sicuro di fare la scelta giusta, puntando sulla qualità che deve fare la differenza, e non sull’inaugurazione “in pompa magna”.
Sono andata ad assaggiare la cucina di Iodio, e ora vi racconto dove mangiare bene il pesce senza uscire da Roma, ma avendo l’impressione di stare da qualche parte sul mare, in darsena.
Il locale si trova proprio sulla strada, a due passi dall’inizio di viale Marconi. Era una sorta di deposito abbandonato che ora ha completamente cambiato l’aspetto, grazie anche a Diamond, nome noto della Street Art romana che ha firmato il design del ristorante.
La sala interna è piuttosto piccola, può ospitare fino a 34 posti seduti, ma non dà l’impressione di essere affollata grazie ai soffitti alti, il gioco dei fili delle lampadine e la cucina a vista. Con l’arrivo della bella stagione, saranno disponibili altri 70 posti all’esterno.
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Il menù non è ampio, ma ben strutturato, con tanti crudi, 4 primi e 4 secondi. Il pesce arriva tutti i giorni da Terracina, da Carpignoli, garanzia di freschezza e di qualità (lo stesso fornitore di Assunta Madre).
Qui troviamo ostriche (4,50 € l’una), mix di tartare (18 €), gran crudo (30 €), percorso di antipasti caldi (20 € 5 portate).
I primi costano tra 15 e 18 €, i secondi come baccalà “allo Iodio” o calamari sulla piastra (16 €), guazzetto di pesce (20 €) o pescato del giorno (60 € al kg)
La carta di vini non è il solito “romanzo a più capitoli”, è abbastanza piccola, ma i vini giusti ci sono: bianchi, rossi, bollicine (anche rosa!) e, inaspettatamente, Gaia (sarà il vizio del titolare?)
Iniziamo con il baccalà scottato con burrata e scorze di limone candito, gradevole.
Ostriche Fin de Claire e oyster leaves (erba ostrica, il fantastico equivalente vegetale del mollusco), freschissime.
Tris di tartare: salmone, riso nero, avocado e uova di salmone, calamaro e melagrana, tonno, mango e semi di sesamo tostati. Tutti buoni, anche il calamaro (un po’ inusuale).
Tris di crostacei: scampi, gamberi bianchi e gamberi rossi. Notevoli.
Bocconcini di gambero bianco, burrata, scorze di limone candito e caviale. Saporito, squisito, abbinamento indovinato.
Passiamo ai primi: pacchero artigianale cacio, pepe e coda di rospo. Una cacio e pepe al sapore di mare.
Raviolone con ripieno di spigola con sauté di pomodorini datterini (pasta fatta in casa, e lo si sente!)
Spaghetto artigianale alle vongole. Saporito, vongole abbondanti. L’unica cosa che che cambierei è la pasta. Preferisco uno spaghetto classico, magari di Gragnano.
Con il mio grande dispiacere, non riesco nemmeno a pensare di mangiare altro, e passiamo direttamente al dolce: cheesecake di formaggi freschi con briciole di biscotto e salsa al passion fruit. Un dessert delle meraviglie: sapiente mix tra caprino, creme fraiche, panna e philadelphia e frutti tropicali, davvero ottimo!
Non riesco a non fare i complimenti allo chef Marco Neri (che prima di approdare a Roma, ha lavorato in giro per l’Italia, Don Alfonso compreso): cucina fresca, pulita, molto equilibrata, nessuna esagerazione.
Spendete a persona circa 60 €.
Io tornerò per i secondi. Voi che assaggereste?
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Iodio. Via Ostiense 503, Roma. Tel. +39 06 5415034