Salvatore Lionello: la recensione negativa della pizzeria di Milano è parecchio negativa 

La recensione negativa della nuova pizzeria di Salvatore Lionello a Milano non passa inosservata per diversi motivi. 

Perché la pubblica il sito del Corriere della Sera. 

Perché la scrive Valerio Visintin, l’uomo che esercita il mestiere di critico gastronomico bardato come il protagonista di “The Phantom, il ritorno dell’Uomo Mascherato”. 

(Più d’uno critica le recensioni di Visintin per eccesso di protagonismo, in effetti il critico non è nuovo a forzature pur di pubblicare stroncature molto mediatiche). 

E perché, soprattutto, Salvatore Lionello è un pizzaiolo molto popolare e in vetta alla classifica dei gradimenti social.  

Anzi, non te l’aspetti una recensione negativa della sola pizzeria aperta fuori dalla Campania dal pizzaiolo che ha per emblema un cappello borsalino. 

Se la pizzeria che ha creato intorno a Salvatore Lionello il perfetto profilo del pizzaiolo casertano di successo si trova a Succivo, piccolo paese dell’hinterland di Caserta, il locale milanese è in Porta Romana. Con ben 9 vetrine all’angolo tra via Friuli 46 e Via Comelico. 

Radici casertane, tradizione familiare (figlio di pizzaioli), vivida manualità , passione per la pizza, innata capacità  di comunicare che lo ha reso una piccola star dei social. 

La sua pizza, dall’impasto non del tutto in linea con la tradizione culinaria partenopea (prevede un doppio pre-fermento e supera l’80% di idratazione), farcita con prodotti tradizionali e raffinati, si distingue per sapore e leggerezza. 

Allora cos’è che non va? 

Recensione negativa: cosa non va nella pizzeria di Salvatore Lionello?

In quella che, a memoria, è una delle poche recensioni negative incassate finora da Salvatore Lionello, c’è molto che non va. 

Cominciamo dalla pizza.

Secondo l’estensore della recensione, la pizza è “Un disco circoscritto da una bordatura ipertrofica, maculata da bruciacchiature che conferiscono un gusto amarognolo a ogni boccone”.

Nella recensione negativa non si salva neanche l’ambiente della pizzeria milanese di Salvatore Lionello. “Sa di sala d’aspetto”, ma non tanto per il suo “abito severo, a tinte scure sulle pareti”.

Sala d’aspetto? Perché Visintin la paragona a una sala d’aspetto? Il sospetto è che “si tratti di un indizio volontario. Perché c’è da attendere parecchio”. 

Per esempio, se parliamo della “macchinosa” assegnazione del tavolo richiede “Minuti in piedi, davanti alla cassa, alla faccia della prenotazione”. 

E la consegna delle pizze? Servono “diversi quarti d’ora perché le pizze escono col contagocce dal forno, ironicamente costruito a forma di cappello, come da logo stampato su piatti e tovaglioli”. 

Con tutti quei cappelli, aggiunge la recensione negativa, è “ironico che la nutrita squadretta dei pizzaioli di Salvatore Lionello, a vista dietro una vetrata, lavori invece a capo scoperto, come vieta la legge”. 

Almeno i camerieri saranno simpatici. 

Macché, “inabili ai sorrisi”, vengono chiamati con una pulsantiera a centro tavola. Se provate a fargli un cenno, alla vecchia maniera, non avrete risposta”.

Ci sono anche cose che vanno bene?

Per fortuna sì, come ci si aspetta che sia. 

Gli antipasti fritti tipici della Campania sono: “croccanti esternamente e morbidi al cuore”. 

E gli ingredienti “sono di prima qualità , così come la salsa di pomodoro”.

Promossa anche la la montanara, fatta “con (gustosissimo) ragù napoletano”. 

Il fine cena è contrassegnato da un ottimo babà .

Solo che tutto questo, tutto quanto di positivo scritto finora, non serve a nulla se poi l’impasto è sì scioglievole, ma “finché dura la sua breve vita felice. Fate in fretta: in capo a pochi minuti, si sfalda come cartoncino bagnato per eccesso di umidità”. Eppure Lioniello ha fino a questo momento fatto bene al nostro Campionato della Pizza. Ma attenzione, si parla della pizzeria di Succivo e non di quella a Milano.

Se non è una recensione negativa questa!