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Pizzerie
18 Aprile 2017 Aggiornato il 27 Maggio 2018 alle ore 09:01

Nuova apertura per la pizzeria Trianon che porta la pizza napoletana a Sorrento

La storica pizzeria Trianon da Ciro fa tris e apre a Sorrento una nuova sede dello storico marchio, nato nel 1923 a Napoli, dopo quella di Salerno. Dal 20
Nuova apertura per la pizzeria Trianon che porta la pizza napoletana a Sorrento

La storica pizzeria Trianon da Ciro fa tris e apre a Sorrento una nuova sede dello storico marchio, nato nel 1923 a Napoli, dopo quella di Salerno. Dal 20 aprile il Trianon sarà anche in Piazza Angelina Lauro n. 10, a pochi metri dalla centralissima piazza Torquato Tasso.

La nuova location è caratterizzata dai toni del bianco e del rosso, con circa 200 posti a sedere tra interni ed esterno. La superficie si estende per 200 mq, 120 dei quali riservati alla clientela.

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Il Trianon di Sorrento è disposto su due livelli – quello superiore interamente dedicato alla clientela, quello inferiore alle cucine – e ha 2 forni.

Il menu è arricchito da antipasti, fritture, insalate, carne, dolci che accompagnano le storiche ruote di carretto che con i loro 36-38 cm di diametro hanno reso la pizzeria famosa in tutto il mondo.

Altra particolarità del menu è il pignatiello, un piatto fatto con i polipetti affogati nel pomodoro secondo una storica ricetta del Trianon.

Le illustrazioni dei vicoli di Napoli alle pareti ricorderanno a tutti l’identità dello storico brand.

“Di Napoli – spiegano gli amministratori Angelo Greco e Giuseppe Furfaro – affascinano i cortili e i vicoli che a nostro parere rappresentano il cuore, la parte più accogliente della città. Ecco perché abbiamo voluto riportare questo “racconto disegnato” all’interno del Trianon, perché chiunque passi si senta accolto. Questa nuova apertura ci riempie di soddisfazione perché Sorrento è un crocevia mondiale a pochi chilometri da Napoli dove far conoscere i nostri prodotti non solo ai napoletani e ai sorrentini, ma anche ai turisti che provengono da tutto il mondo. Anche per questo abbiamo voluto arricchire l’ offerta, per offrire non solo la pizza ma anche le altre prelibatezze della nostra gastronomia. Per cui giovedì sera sarà una grande festa”.

“La volontà dei committenti di restituire un locale tra “innovazione e tradizione” senza perdere i
rapporti con il passato, la “funzione sociale ed aggregativa” che la nuova sede della pizzeria
Trianon doveva avere, diventano il leitmotiv a base di tutto il progetto”, spiega l’architetto Germana Maranca di M@g Architettura&Design.

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Il layout progettuale è un vero e proprio stile di vita: “Consumando assieme il cibo la relazione diviene condivisione. Le persone si trovano una di fronte all’altra con la propria individualità ed insieme condividono la propria vita. La convivialità si esplica soprattutto a tavola quando le persone si incontrano e dialogano fra loro. Il perpetrare nel tempo le tradizioni nel momento conviviale, crea appartenenza, ed esprime i tratti caratteristici della nostra cultura.”

Senza cadere negli stereotipi tipici delle rappresentazioni della nostra città si è scelto di riportare

queste sensazioni attraverso una rappresentazione grafica che restituisse di Napoli i “non
luoghi”, territori fortemente rappresentativi della parte più “accogliente” di questa città: i cortili ,
i vicoli, gli androni con le portiere impiccione. Ecco perchè si è scelto di riportare questo
“racconto disegnato” dentro il Trianon, perché chiunque passi da lì si senta “accolto”, anche tra
sconosciuti.

La suggestione ricercata è quella di un ambiente urbano che ricalcasse l’immagine dei vicoli del
centro antico di Napoli: così le pareti si riscaldano con grandi wall-drawing, realizzati dall’artista
napoletano Odd_Arts, che con tratti appena accennati raffigura i cardini della vita nei vicoli di
Napoli. Il resto dello spazio, senza ridondanze, lascia al banco delle pizze, agli arredi su misura e
alle luci il compito del resto del racconto.

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Il cuore del progetto è l’area di realizzazione delle pizze: il primo elemento con
cui ci si confronta entrando è un lungo banco in muratura, rivestito di riggiole napoletane, che dichiara
immediatamente il luogo e la sua funzione, mostrando tutto quello che accade e sul quale ci si
può affacciare, “impicciarsi” come si dice a Napoli.

Alle sue spalle, il forno a legna realizzato in opera da famosi maestri fornai napoletani che si tramandano l’arte di generazione in generazione.

Il resto dello spazio è lasciato volutamente “ruvido”, l’impatto ricercato è un’aria délabré, ispirata al fascino dei vicoli di Spaccanapoli con quell’aspetto vissuto e un po’ imperfetto, dove il legno degli arredi su misura, è trattato in maniera volutamente invecchiata, esprimendo tutti i suoi difetti con venature, nodi e tarli.
Il decoro della ceramica rossa, utilizzata per i rivestimenti, riprende gli stilemi della tradizionale
riggiola napoletana e rimanda alle colorazioni della pizza mediterranea, mentre la pietra grigia a
pavimento ricorda i basoli della strada.

La monocromia di tavoli e sedie bianche è spezzata da spot di sedie rosse che si alternano una
tantum a qualche tavolo – alle tavole napoletane c’è sempre posto per qualcuno che si potrebbe
aggiungere all’ultimo momento!- e da lunghe panche, che corrono lungo la parete graficizzata
con gli schizzi, accogliendo i clienti uno di fianco all’altro.

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A soffitto la canna fumaria rossa, lasciata a vista, percorre tutto il locale abbinandosi
cromaticamente alle sedie e alle lampade.

L’illuminazione alterna elementi smaltati in ceramica rossa ed elementi in metallo, effetto vintage, come le finte bacinelle rovesciate di Leds-c4 per creare installazioni suggestive e familiari, regalando armonia al luogo.

Esternamente partizioni in ferro e vetro consentono di consumare la pizza con un affaccio
sulla piazza A. Lauro.

Percorrere gli ambienti allestiti è un po’ come fare un giro tra i vicoli di Napoli, specchio della
cultura napoletana nei suoi mille aspetti e nelle sue contraddizioni.

Sarà sufficiente questo richiamo a decretare un altro successo per il nuovo Trianon?

scatti di gusto
Scatti di Gusto di Vincenzo Pagano
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