Striscia detta legge. Bottura concilia
Milano. Lo sapevo. E lo avevo anche detto. Striscia la Notizia si accredita definitivamente come il più grande critico gastronomico italiano. Max Laudadio chiude in un anno il cerchio del feuilleton Fornelli Polemici portando a casa la vittoria definitiva. Non quella sul circuito dei gastrofanatici e del circo della cucina che si chiuderà a riccio nella difesa di un’idea che ai più, id quod plerumque accidit, sembrerà la salvezza dalla chimica in cucina. Ma quella su un universo televisivo ben più ampio e meno desideroso di approfondimenti tecnici. Mi chiedo cosa avranno pensato i miei 24 lettori dell’intervista. Io non sono in grado di dire la verità (che invece qualcun altro potrebbe avere), ma probabilmente tutto il gran linkare e commentare che salirà nelle prossime ore non rappresenterà che un 1/10 della potenza di fuoco espressa dai minuti prime time di Striscia la Notizia. E non è detto che Davide batta Golia, anzi in questo caso i sondaggi darebbero favorito il colosso. Perchè fa audience, fa tendenza (che non deve essere per forza associata a un’idea modaiola, fighetta o intellettuale), in una parola crea la realtà. Non penso di scoprire l’acqua calda dicendo che la realtà non è quella che è esistita ma quella che è stata raccontata. Vivisezionandola, cuocendola sottovuoto a bassa temperatura per lunghissimo tempo: quello che serve a cuocere il polpo. A Livia Iaccarino avevo fatto notare che cercare di dire la propria verità a chi ha in mano il potere di montare un filmato e un’intervista è come sparare al rinoceronte con la cerbottana. A Massimo, ieri sera in chiusura della giornata di Identità Golose, ho rivolto un semplice “E allora”, commosso ed emozionato come ero del video che aveva presentato a latere della sua ricetta di saraghina trasformista. Ho incontrato un Massimo molto duro, seccato. Avevo saltato il siparietto accanto ai salumi nell’angoletto intasato di telecamere e flash perchè l’angolazione non mi piaceva da subito. Era un saluto, ma forse è stato preso come una critica. Ho spiegato, mi hai emozionato con Tutte le lingue del mondo. Mi ha saltato a piè pari. Il suo pensiero era sull’intervista. “L’ho fatta e stasera vediamo cosa esce”. Ma perchè, gli ho chiesto, pensando ma possibile che non si conosca il no comment… “Ho spiegato e vediamo cosa fanno”. Ho espresso il mio disappunto e Massimo mi ha sfanculato. “Sì così mi prendono in giro come Ferran Adrià, ma te lo ricordi”. Ecco un’altra volta la cerbottana in azione. “Ho spiegato tanto”. Aspetta, scusa, non ho voglia di far incazzare un grande chef. Massimo si gira ed è un po’ più il Massimo gentile che ho conosciuto a Modena e che è venuto a Londra. “Guarda, ho parlato anche di Ottagono”. Lo interpreto come il ramoscello di olivo. Quando ero vice direttore alla rivista avevo pubblicato un servizio di food design con 6 cuochi, 3 italiani e 3 francesi. Ma purtroppo mi lascia ancora più perplesso che i tempi televisivi di Laudadio siano minimamente compatibili con questa zoomata nel passato.
E non basterà “l’intervento” di Ducasse a migliorare la situazione che in breve tira fuori i Francesi dalla querelle Italia-Spagna. Alla domanda che cosa ne pensa degli additivi chimici risponde non sapevo che esistessero, ma voi li avete in Italia. Tutti gli Spagnoli li mandano a voi. Se siete voi che l’avete accettati è un vostro problema. Io non so di cosa state parlando, lo ripete io non so di cosa state parlando. Max Laudadio è riuscito a dire che Massimo “la pensa come noi”. Gli additivi chimici non devono entrare in cucina, ribadisce Massimo, e gli stampa un bacio. Che alcuni già definiscono come il bacio di Giuda. A me resta l’immagine di qualcuno che è in un angolo e di persone che parlano lingue diverse. E purtroppo non è Tutte le lingue del mondo…
PS. E se Striscia avesse in cantiere o in carniere interviste a ristoratori sulla cucina tradizionale… E se uscisse una Guida ai Ristoranti di Striscia la Notizia…
Foto: Francesco Arena