Tarocchi nel piatto, Ferragosto si avvicina
Carbonara senza guanciale e pesto senza parmigiano. Vacanze e tarocchi gastronomici, un connubio irresistibile. Il pericolo si annida ovunque: nelle città d’arte come nei ristoranti con vista mare, nei borghi medievali come sulle rotte del vino. Perché il predone del gusto si nasconde dappertutto. Ovunque c’è un turista che accorre, con estivo entusiasmo, al richiamo di pregiati salumi, odorosi oli, intensi formaggi e ricette-simbolo.
Ancora una volta è stata Coldiretti a lanciare l’allarme contraffazione a tavola che diventa più pressante in vista della grande abbuffata di Ferragosto: attenzione alle cotolette alla milanese preparate con olio anziché con burro, agli spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto invece che col guanciale, alla caprese con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, al tiramisù con panna invece che col mascarpone.
L’allarme tarocco diventa un urlo di dolore in estate, quando il cibo è un’aspettativa imprescindibile dell’homo turisticus. Si dà il caso che quest’anno, poi, tra le destinazioni predilette da quei quattro italiani su dieci che vanno in vacanza (Censis) la villeggiatura verde acchiappa un bell’8% secondo un’indagine condotta da SWG per Confesercenti e che di questi il 12,6% ha scelto parchi, aree protette e agriturismi per passare le sue vacanze, mosso, nientedimeno, che dal richiamo dall’enogastronomia. E qui casca l’asino.
Perché se non finisce nella rete di menu fasulli, difficilmente il turista goloso sfuggirà all’acquisto del souvenir enogastronomico: olio, salumi, conserve, vino e formaggi. La scelta di prodotti da mettere in valigia e da portare a casa non manca certo in un paese, come ricorda Coldiretti “che può contare sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici” con ben 212 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4.511 specialità tradizionali censite dalle Regioni, 498 vini Doc, 41 Docg e 137 Igt”.
Come difendersi? Quando è possibile andandosi a prendere il souvenir direttamente dal produttore agricolo. Per esempio in uno dei 63 mila frantoi, cantine, malghe e cascine aperti o in quegli agriturismi che offrono i prodotti locali alla degustazione e alla vendita. O anche in uno degli oltre 600 mercati e punti vendita di Campagna amica dove il produttore incontra il consumatore.
PS. Per sapere come si fa una vera carbonara, clicca sulla foto qui sopra
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[Fonte: Coldiretti – Spaghetti alla Bolognese www.haschee-punkerl.at]
Fotografie: Francesco Arena