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13 Ottobre 2011 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 17:06

Udite udite! Il 93% degli Americani vuole l’etichettatura degli Ogm

Il 93% degli Americani è favorevole all'etichettatura dei prodotti alimentari con Ogm. E lo hanno chiesto con una petizione alla Food and Drug Administration
Udite udite! Il 93% degli Americani vuole l’etichettatura degli Ogm

Il 93% degli Americani è favorevole all’etichettatura dei prodotti alimentari contenenti Ogm. E l’hanno hanno chiesta, con una petizione, alla Food and Drug Administration, l’ente statale che vigila sui prodotti farmaceutici e alimentari.

“Mangi al buio?”, è la provocatoria domanda che appare sulla home page del sito della campagna per l’etichettatura “Just Label It“, insieme alla rivendicazione: “Abbiamo il diritto di sapere che cosa c’è nel cibo che mangiamo”. Tanto più in un Paese che “etichetta ogni cosa, dai cosmetici ai prodotti per la pulizia” e nel quale “il 60-70% del cibo trasformato è probabile che contenga Ogm e la maggior parte del bestiame viene nutrito con mangime contenente mais e soia geneticamente modificati”.

Ma ora centinaia di firmatari, tra associazioni, istituzioni, cittadini, mercati e negozi degli Stati Uniti, che diversamente dai paesi dell’Unione Europea, Brasile, Russia, Australia, Giappone e persino la Cina, non dispongono di una normativa che imponga l’indicazione della presenza di Ogm in etichetta, forti di un consenso quasi unanime degli Americani emerso da un sondaggio, chiedono un cambio di rotta all’ente che nel 1992 si era già pronunciato sulla questione definendo il cibo Ogm “sostanzialmente equivalente” a quello convenzionale e quindi tale da non doverne essere indicata la presenza in etichetta.

Da allora 20 anni sono passati e quella che sembra oggi una semplice richiesta di trasparenza potrebbe nascondere un approccio ben più critico del consumatore americani nei confronti degli Ogm. “Il dibattito sui benefici e i rischi dei prodotti agricoli geneticamente modificati continuerà ancora per molto”, si legge nel sito. “Nel frattempo un’intera generazione sarà cresciuta consumandoli. Vorremmo però avere tutti la scelta se partecipare o meno a questo grande esperimento con il nostro corpo e con l’ambiente”.

Una breccia aperta sul potente mercato americano degli Ogm che potrebbe avere effetti anche sui mercati extra-Usa. “Pur essendo un’iniziativa apparentemente ‘lontana’, ci riguarda da vicino”, hanno spiegato in una dichiarazione congiunta Simona Capogna, vicepresidente di Vas e Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, “perché il cambio di rotta degli Usa avrebbe come conseguenza una diminuzione nella produzione di Ogm e una minore pressione sui mercati degli altri Stati, compresa l’Europa”.

[Fonte: agi.it Foto: blog.tecnoparco.org]

 

 

 

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