Uova in camicia: perché si chiamano così e la ricetta perfetta
L’uovo in camicia pare fosse il preferito di Marilyn Monroe e Agatha Christie. È un evergreen che strizza l’occhio all’estero e non proprio al Belpaese, Scozia e New York se ne contendono difatti la paternità. Che si tratti di una colazione in un hotel o di un brunch, chiedere un uovo in camicia o alla Benedict è sempre una buona idea per testare le abilità culinarie del personale. Anche se in realtà le uova alla Benedict sono una variante della preparazione tradizionale, i passaggi sono gli stessi, quello che cambia è il modo di servirle poiché sul piatto sono sistemati due mezzi muffin inglesi i quali a loro volta avranno adagiati sopra pezzi di prosciutto o di bacon oppure di salmone e fette di pomodoro.
Qual è l’origine del nome “uovo in camicia”?
L’uovo in camicia deve il suo nome al fatto che l’albume in cottura incorpora morbidamente il tuorlo rimasto semi-liquido. L’aspetto è curioso alla fine, perché sembra proprio che il rosso sia ammantato da un velo bianco: una camicia, appunto. Il tutto consiste nel gettare l’uovo crudo e sgusciato in acqua bollente, acidificata con aceto, e mantenerlo per almeno 3 minuti. La riuscita dipende esattamente dall’aceto che abbassa il ph dell’acqua di cottura. Accade così che le proteine dell’albume si addensino a causa del ph acido e ciò non consente la dispersione nell’acqua mantenendo, di fatto, il bianco attorno al tuorlo.
Dell’uovo in camicia ne parla già Pellegrino Artusi. Lo definisce affogato e afferma che quando l’acqua bolle, bisogna farlo cadere da poca altezza. Per lo storico gastronomo il trucco citato nel suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” del 1891 è semplice: “Quando la chiara è ben rappresa e il torlo non è più tremolante, levatele con la mestola forata e conditele con sale, pepe, cacio e burro”.
Le uova alla Benedict
Quanto all’appropriazione delle uova in camicia, invece, da parte dei Benedict sono almeno 3 le storie legate all’origine.
1) Mr & Mrs Benedict di Edimburgo intentano una causa contro l’utilizzo dei diritti commerciali e pubblicitari delle “Eggs Benedict” che secondo loro appartengono alla famiglia sin dal 1794.
2) Altri Benedict fanno regolarmente colazione da Delmonico’s a New York nel 1860 chiedendo di provare qualcosa di nuovo e concordando gli ingredienti in collaborazione con lo chef. Ancora oggi il locale le ripropone nel menu.
3) Un certo Lemuel Benedict racconta appena prima di morire di averle inventate una mattina del 1894 dopo i postumi di una sbornia nelWaldorf-Astoria Hotel di New York. L’ultima versione ha incontrato l’avallo di quanti hanno alzato un po’ il gomito e in seguito hanno deciso di rimediare chiedendo aiuto a delle uova.
Come si prepara l’uovo in camicia?
Vediamo adesso qualche segreto per gustare l’uovo in camicia al meglio: occorrono innanzitutto uova freschissime o che non abbiano comunque più di 3 giorni. Per ogni litro d’acqua è necessario un cucchiaino di aceto, mentre al fine di favorire la coagulazione dell’albume, la temperatura ideale è compresa tra i 70° e gli 80° altrimenti l’uovo rischia d’indurirsi troppo. Fondamentale è cuocere 1 uovo alla volta per non romperlo. Andrebbe poi mangiato subito, ma se si preferisce conservarlo si può inserire in una ciotola con acqua fredda e coprirlo con pellicola trasparente un paio di giorni al massimo in frigo. L’abbinamento perfetto è su un crostone di pane leggermente tostato assieme a delle verdure grigliate o saltate in padella. Dagli asparagi agli spinaci, dalla cicoria al radicchio, se vi è rimasto solo 1 uovo in frigo sapete ora cosa fare e il palato vi ringrazierà.
L’uovo in camicia, dunque, è una pietanza facile solo all’apparenza e che nasconde delle insidie per chi si trova alle prime armi in cucina. Inutile dire, infatti, “non sa cucinare nemmeno un uovo”, giacché basta cimentarsi con un uovo in camicia e ricredersi sulle abilità ai fornelli. Oramai è noto in tutto il globo e rappresenta un’alternativa gustosa per chi non ama le colazioni dolci.
La ricetta perfetta delle uova in camicia
Ingredienti per 2 persone
4 uova fresche
Acqua
Aceto di vino bianco o succo di limone
Sale
pepe q.b.
Come preparare le uova in camicia
Portate a ebollizione una pentola di acqua a fuoco medio-alto.
Aggiungete 1-2 cucchiai di aceto di vino bianco o succo di limone nell’acqua bollente. Sgusciate delicatamente le uova una alla volta in una ciotola, assicurandovi che i tuorli rimangano intatti. Potete anche rompere le uova in un colino per diminuire la quantità di albume ed evitare la formazione di creste in cottura.
Mescolate l’acqua bollente con un cucchiaio, si creerà un piccolo vortice. Delicatamente, abbassate le uova nel vortice d’acqua uno alla volta.
Cuocete le uova 3-4 minuti per un tuorlo morbido o 5-6 minuti per un tuorlo più sodo.
Con una schiumarola, rimuovete le uova in camicia dall’acqua e posizionatele su un tovagliolo di carta per asciugare. Aggiungete sale e pepe a piacere.
Uova in camicia
Ingredienti
- 4 uova fresche
- Acqua
- Aceto di vino bianco o succo di limone
- Sale
- Pepe
Istruzioni
- Portate a ebollizione una pentola di acqua a fuoco medio-alto.
- Aggiungete 1-2 cucchiai di aceto di vino bianco o succo di limone nell’acqua bollente. Sgusciate delicatamente le uova una alla volta in una ciotola, assicurandovi che i tuorli rimangano intatti. Potete anche rompere le uova in un colino per diminuire la quantità di albume ed evitare la formazione di creste in cottura.
- Mescolate l’acqua bollente con un cucchiaio, si creerà un piccolo vortice. Delicatamente, abbassate le uova nel vortice d’acqua uno alla volta.
- Cuocete le uova 3-4 minuti per un tuorlo morbido o 5-6 minuti per un tuorlo più sodo.
- Con una schiumarola, rimuovete le uova in camicia dall’acqua e posizionatele su un tovagliolo di carta per asciugare. Aggiungete sale e pepe a piacere.