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21 Marzo 2025 Aggiornato il 21 Marzo 2025 alle ore 13:19

Uova, influenza aviaria e Stati Uniti: cosa sappiamo della crisi

L'impatto devastante dell'influenza aviaria sulla produzione di uova negli Stati Uniti, le strategie in campo e la richiesta all'Italia
Uova, influenza aviaria e Stati Uniti: cosa sappiamo della crisi

Dall’inizio del 2022, gli Stati Uniti affrontano una significativa epidemia di influenza aviaria altamente patogena (HPAI), in particolare il ceppo H5N1. Questa crisi prolungata ha colpito duramente gli allevamenti di galline ovaiole. E ha causato perdite considerevoli nella popolazione avicola con un effetto a catena sul mercato delle uova negli Stati Uniti. Oltre 130 milioni di volatili sono infettati in tutto il paese.

Lo Iowa, uno stato cruciale per la produzione di uova, ha subito un impatto particolarmente grave. I numeri dicono che questo Stato ha abbattuto circa 29 milioni di galline su un totale di 41 milioni a partire dal febbraio 2022 . Anche la California, altro importante attore nel mercato delle uova, ha visto la sua produzione diminuire del 30% nel dicembre 2024 rispetto al gennaio 2022. Lo Stato ha perso circa 10,6 milioni di galline ovaiole e un ulteriore milione di giovani galline. A livello nazionale, le epidemie tra il 2022 e il 2024 hanno portato alla perdita di oltre 60 milioni di galline ovaiole.

La persistenza delle epidemie di influenza aviaria per diversi anni, a differenza di eventi più contenuti in passato, suggerisce possibili cambiamenti evolutivi nel virus. O comunque difficoltà costanti nell’attuazione di misure di biosicurezza efficaci a livello nazionale. La notevole concentrazione di perdite negli stati chiave per la produzione di uova come Iowa e California spiega direttamente la consistente riduzione dell’offerta nazionale di uova. Che è la causa principale degli aumenti di prezzo osservati sul mercato.  

La peggiore epidemia mai registrata e i sequestri

Foto di Catherine Douglas Moran/Food Dive

Le conseguenze di questa crisi si estendono oltre la semplice riduzione del numero di galline ovaiole, influenzando anche i giovani volatili e rallentando il recupero della filiera delle uova.

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha definito l’attuale epidemia la “peggiore mai registrata”. Sottolineando il ruolo dei comportamenti umani, come il trasporto di volatili e prodotti avicoli, nella diffusione della malattia . In un contesto di carenza e prezzi elevati, la dogana statunitense (CBP) ha segnalato un aumento significativo dei sequestri di prodotti a base di uova ai confini nel corso dell’anno fiscale 2025.

A febbraio, l’ufficio di San Diego ha registrato un incremento del 158% rispetto all’anno precedente. Sorprendentemente, in alcuni periodi, i sequestri di prodotti a base di uova hanno superato persino quelli di fentanyl. Questi sequestri sono in gran parte dovuti alla mancata consapevolezza da parte dei viaggiatori delle restrizioni sull’importazione di uova fresche e pollame crudo in provenienza da paesi come il Messico, principalmente a causa del rischio di diffusione dell’influenza aviaria e di altre malattie avicole. Il fatto che i sequestri di uova al confine stiano superando quelli di fentanyl, come riportato da CBS News, è un chiaro indicatore della gravità della carenza di uova e della disparità di prezzo con i paesi limitrofi. Le persone, insomma, preferiscono correre rischi per ottenere uova più economiche.  

Le fluttuazioni dei prezzi delle uova

il prezzo delle uova negli Stati Uniti
Le fluttuazioni del prezzo nell’immagine di Elizabeth Hunt Brockway su Instagram

La persistente epidemia di influenza aviaria ha spinto i prezzi delle uova negli Stati Uniti a livelli senza precedenti. Il prezzo medio di una dozzina di uova di categoria A ha raggiunto i 4,95 dollari nel gennaio 2025. Un valore significativamente superiore al minimo di 2,04 dollari registrato nell’agosto 2023 e superando il precedente record di 4,82 dollari stabilito due anni prima.

I prezzi all’ingrosso per una dozzina di uova bianche hanno superato gli 8 dollari nel febbraio 2025. L’indice dei prezzi al consumo per una dozzina di uova grandi di categoria A ha raggiunto i 5,89 dollari nel febbraio 2025. Quasi il doppio del prezzo rispetto al febbraio 2024. In alcune aree, i prezzi al dettaglio sono ancora più alti, superando i 10 dollari a dozzina.

Tuttavia, dati recenti indicano un’inversione di tendenza nei prezzi all’ingrosso. Dalla fine di febbraio, i prezzi all’ingrosso negoziati per le uova sfuse classificate hanno mostrato una “forte traiettoria discendente”. Il prezzo medio nazionale all’ingrosso per le uova bianche grandi è sceso a 4,15 dollari a dozzina entro la metà di marzo 2025. Il prezzo all’ingrosso di New York, che aveva raggiunto un picco di 8,53 dollari, è sceso a 4,08 dollari entro il 19 marzo.

La domanda di uova non aumenterà a breve

Questa diminuzione dei prezzi all’ingrosso è in gran parte attribuita alla mancanza di nuove significative epidemie di influenza aviaria a marzo e a un graduale miglioramento dell’offerta di uova. La netta differenza tra i prezzi di picco di febbraio e il calo dei prezzi all’ingrosso della metà di marzo suggerisce un mercato volatile. Fortemente influenzato dal flusso e riflusso delle epidemie di influenza aviaria e dalle conseguenti fluttuazioni dell’offerta. Nonostante l’incoraggiante calo dei prezzi all’ingrosso delle uova, i prezzi al dettaglio nei supermercati non riflettono ancora queste tendenze. E si prevede che la domanda dei consumatori rimarrà contenuta fino a quando anche i prezzi al dettaglio non diminuiranno.  

5 punti per superare la crisi delle uova negli Stati Uniti

Il Segretario all’Agricoltura degli Stati Uniti, Brooke Rollins, ha annunciato alla fine di febbraio 2025 una strategia globale in cinque punti. Sostenuta da un finanziamento fino a 1 miliardo di dollari, per combattere l’influenza aviaria altamente patogena, proteggere l’industria avicola e, in conseguenza, abbassare i prezzi delle uova.

I cinque elementi chiave di questa strategia sono:

  1. investire in misure di biosicurezza di elevato livello per tutti i produttori avicoli statunitensi
  2. aumentare gli aiuti economici agli agricoltori per accelerare il ripopolamento degli allevamenti
  3. eliminare gli oneri normativi non necessari per l’industria del pollo e delle uova
  4. esplorare percorsi verso vaccini, terapie e altre strategie per proteggere le galline ovaiole
  5. considerare opzioni temporanee di import-export per ridurre i costi per i consumatori.

Come parte di questa strategia, l’USDA ha ampliato le valutazioni di biosicurezza per i produttori avicoli commerciali a livello nazionale. E ha dato priorità agli allevamenti di galline ovaiole negli Stati con la maggiore produzione. In questi primi mesi del 2025 la valutazione ha riguardato oltre 130 strutture. L’USDA offre anche valutazioni di biosicurezza gratuite e volontarie e richiede audit di biosicurezza per le aziende agricole colpite da HPAI prima del ripopolamento.

Aumenta il valore del risarcimento per l’abbattimento delle galline

Inoltre, l’USDA coprirà fino al 75% dei costi per i miglioramenti di biosicurezza ad alto rischio. Per fornire un sostegno finanziario e accelerare il ripopolamento, l’USDA ha aumentato il tasso di indennizzo per le galline abbattute del 2,41% il 27 febbraio. Il risarcimento è fissato a 16,94 dollari per volatile.

L’USDA sta anche investendo fino a 100 milioni di dollari nella ricerca focalizzata sullo sviluppo di nuove terapie, sul miglioramento della diagnostica, sulla comprensione dei percorsi di rischio dell’influenza aviaria e sull’esplorazione di potenziali candidati vaccini per proteggere il pollame. L’enfasi del Segretario Rollins sulle misure di biosicurezza suggerisce che la prevenzione di future epidemie è considerata una soluzione cruciale a lungo termine per stabilizzare il mercato delle uova ed evitare ricorrenti picchi di prezzo.

La soluzione del Ministro Kennedy che spaventa gli esperti

Sebbene la principale risposta del governo degli Stati Uniti in merito ai prezzi delle uova e all’influenza aviaria sia guidata dal Segretario all’Agricoltura Brooke Rollins, il Segretario alla Sanità e ai Servizi Umani (HHS) Robert F. Kennedy Jr. è stato coinvolto in discussioni con l’USDA sul coordinamento di una risposta scientifica all’HPAI. Compresa l’esplorazione di strategie di prevenzione per promuovere la biosicurezza nell’agricoltura e negli esseri umani. Il Segretario Kennedy ha anche incaricato la FDA di esplorare una normativa per eliminare il percorso GRAS (Generally Recognized as Safe) auto-affermato per gli ingredienti alimentari. Un’iniziativa più ampia volta ad aumentare la trasparenza e la sicurezza nella fornitura alimentare. La collaborazione tra l’USDA (Rollins) e l’HHS (Kennedy) evidenzia l’interconnessione tra la salute agricola e la salute pubblica nell’affrontare l’epidemia di influenza aviaria e le sue conseguenze.  

C’è anche un però. L’idea principale del ministro della Sanità RFJ Kennedy è quella di lasciare che l’influenza aviaria si diffonda. In modo da individuare le galline resistenti. Gli esperti hanno bollato questa strada – ricordiamo che Kennedy è un convinto no-vax – come una follia. L’esperimento pilota da condurre presso alcuni allevamenti sarebbe disastroso, disumano e con enormi conseguenze economiche. Gail Hansen, ex veterinaria statale del Kansas, è contraria a questa idea per innumerevoli ragioni. I focolai segnalati in fattorie e allevamenti dal gennaio 2022 negli Stati Uniti sono più di 1.600. Con 166 milioni di uccelli tra cui 18 milioni di galline colpiti dall’influenza aviaria. “Se si permettesse al virus di diffondersi in uno stormo di cinque milioni di uccelli, si tratterebbe letteralmente di cinque milioni di possibilità che il virus si replicasse o mutasse. È una ricetta per il disastro”, conclude Gail Hansen.

Richiesta di uova all’Italia e le dinamiche del mercato internazionale

Nell’ambito della strategia per stabilizzare il mercato delle uova, gli Stati Uniti hanno esplorato opzioni di importazione temporanea. Di fronte a una significativa carenza di uova e a prezzi in aumento, i funzionari statunitensi hanno contattato diversi paesi europei, tra cui Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Francia e Italia, per chiedere informazioni sulla loro capacità di aumentare le esportazioni di uova negli Stati Uniti.

L’USDA ha inviato lettere ai produttori di uova europei già a febbraio. In questo mese ha chiesto informazioni sulla disponibilità di uova e sulla loro disponibilità a esportare negli Stati Uniti, sul presupposto che soddisfino tutti i requisiti di importazione.

La proattiva sensibilizzazione a una vasta gamma di paesi europei indica la seria considerazione da parte del governo statunitense delle importazioni internazionali come soluzione a breve termine per alleviare la carenza interna di uova e i prezzi elevati. Le risposte dei paesi europei sono state in gran parte caute.

L’Associazione danese delle uova ha dichiarato di non avere un surplus di uova, ma che avrebbe comunque valutato la richiesta. La Germania ha indicato una capacità di esportazione limitata, con solo piccoli volumi scambiati sul mercato spot. Molte nazioni europee hanno segnalato di avere una capacità limitata di esportare quantità significative a causa della situazione dei propri mercati delle uova.

L’Italia non può fornire uova agli Stati Uniti

In particolare, l’Italia stessa attualmente importa uova e anche la Spagna sta affrontando una carenza di uova e non esporta. Ciò suggerisce che l’Italia difficilmente sarà una fonte significativa di importazioni di uova per gli Stati Uniti in questo momento. Un funzionario avicolo finlandese ha sottolineato che le restrizioni all’importazione statunitensi potrebbero anche ostacolare le importazioni da alcuni paesi europei. Il fatto che l’Italia sia attualmente un importatore di uova, unito a carenze simili in altri paesi europei come la Spagna, riduce significativamente la probabilità che l’Italia possa fornire uova agli Stati Uniti nel breve termine.  

Oltre alla limitata disponibilità, esistono sfide logistiche per il trasporto di uova attraverso l’Atlantico a causa della loro fragilità e della necessità di uno stretto controllo della temperatura. Il trasporto aereo è costoso e il trasporto marittimo potrebbe compromettere la durata di conservazione delle uova. Anche le normative statunitensi sull’importazione esistenti rappresentano un ostacolo per alcuni produttori di uova europei. La combinazione di offerta limitata in Europa, complessità logistiche e normative sull’importazione esistenti suggerisce che fare affidamento in modo significativo sulle importazioni di uova europee per risolvere la crisi statunitense non è una soluzione semplice o probabilmente immediata.

Uova agli Stati Uniti dalla Turchia e dalla Corea del Sud

Nonostante le difficoltà con le importazioni europee, l’USDA ha ottenuto con successo nuovi impegni di importazione di uova dalla Turchia e dalla Corea del Sud per contribuire a espandere l’offerta interna degli Stati Uniti a breve termine e stabilizzare i prezzi . Sono in corso discussioni anche con altri paesi.

Inoltre, le esportazioni statunitensi di uova in guscio sono diminuite dell’8%, il che manterrà più uova all’interno del paese e contribuirà alla stabilizzazione dei prezzi. Il successo nell’ottenere impegni di importazione da Turchia e Corea del Sud dimostra che il governo statunitense sta attivamente perseguendo e trovando fonti internazionali alternative per integrare l’offerta interna di uova e combattere l’impennata dei prezzi.  

[Foto di copertina: Elizabeth Hunt Brockway su Instagram]

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