12 pasticcieri vogliono reinventare la pastiera napoletana a Natale
La pastiera napoletana è dolce di Pasqua o di Natale? Questo è il dilemma che attanaglia chiunque non sia cresciuto in una famiglia napoletana. In realtà, la pastiera nasce come dolce di Pasqua, simbolo della rinascita primaverile e della fertilità, ma negli ultimi anni ha iniziato a fare capolino anche sulle tavole di Natale, perché, diciamolo, è troppo buona per gustarla una sola volta all’anno.
Questa golosa torta è fatta di grano cotto, ricotta, zucchero, uova e aromi che profumano di fiori d’arancio e vaniglia, con quel tocco magico che solo una vera pastiera napoletana sa dare.
Ma perché si chiama “pastiera”? Il nome deriva dal termine latino “pastellus” o “pastillum,” che si riferiva a dolci preparati con farina e miele. La leggenda più diffusa, però, ha un sapore tutto napoletano: si narra che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, uscì dal mare per salutare gli abitanti del Golfo e cantare per loro. I napoletani, per ringraziarla, le offrirono sette doni che rappresentavano gli ingredienti della pastiera: la farina, simbolo di ricchezza; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, simbolo di vita; il grano cotto nel latte, simbolo di fusione tra popoli; l’acqua di fiori d’arancio, simbolo della primavera; le spezie, simbolo di terre lontane, e infine lo zucchero, simbolo della dolcezza del canto di Partenope. Con questi doni, la sirena creò la prima pastiera.
Leggende ed eventi reali
Ma leggenda, questa volta metropolitana, vuole che la pastiera si mangi a Napoli anche a Natale per uno dei tributi alla scaramanzia. La pastiera natalizia, per i più veraci da consumare il 6 gennaio, si mangia percHé “e chi ‘o sap’ si a verimmo Pasqua” (chi lo sa se vediamo Pasqua). Insomma una sorta di assicurazione del tempo che trascorre tra le due principali festività dell’anno.
Quest’anno, il tradizionale appuntamento I Dolci delle Feste organizzato da Mulino Caputo (il 19 novembre presso il Grand Hotel Vesuvio di Napoli) vede protagonista proprio la pastiera “natalizia”.
E 12 grandi pasticcieri che daranno la loro versione proprio come si usa in ogni famiglia napoletana. L’obiettivo è individuare nuove forme e nuove idee.
Ecco i pasticcieri, in ordine alfabetico, che forniranno una nuova interpretazione della pastiera.
Chi sono i 12 pasticcieri che vogliono reinventare la pastiera napoletana a Natale
- Luigi Biasetto
- Giustina Brasiello
- Michele Cannavacciuolo
- Salvatore Capparelli
- Sal De Riso
- Mario Di Costanzo
- Luigi Di Meglio
- Marco Infante
- Pietro Macellaro
- Pasquale Pesce
- Ciro Poppella
- Sabatino Sirica
Una anticipazione, quella del 19 novembre, destinata agli addetti ai lavori. Alla quale seguirà la messa “in carta” della nuova pastiera natalizia, a partire dal 20 novembre, in tutte le pasticcerie dei partecipanti all’evento.
“Il nostro evento in questi anni ha sempre voluto stimolare la creatività e promuovere la rivisitazione dei dolci natalizi della pasticceria artigianale napoletana”. Così spiega Antimo Caputo del Mulino Caputo.
Le precedenti edizioni hanno fornito indicazioni anche per dolci tradizionalissimi di Natale come gli struffoli. La curiosità per il nuovo che profuma di tradizione era già presente nell’evento prequel de I Dolci delle Feste di ormai ben 12 anni fa.
Che a Natale nasca una nuova pastiera stratificata?