Il Gastronauta, il Taste, la moda e l’ordinanza additivata
Firenze. Io conoscevo il gastronauta. All’alba dei tempi della mia passione per il mangiare, che si componeva di andare a cercare un ristorante buono e parlare di altro cibo e altri luoghi dove mangiare mentre si mangiava, il rabdomante del gusto era per me Davide Paolini. Personaggio a metà tra Giasone e Nonna Papera, capace di indirizzarti verso il ristorante o un prodotto con questa definizione un po’ bizzarra. Almeno fino a quando lessi per la prima volta dei gastrofanatici e io stesso parlai su dissapore.com dei gastro-citizen journalist. Il Gastronauta si è inventato questo appuntamento del gusto, il Taste, in quel di Firenze (anzi ha messo su anche il fuori salone sulle orme di quello del mobile milanese) e non ho resistito alla tentazione di porre un paio di domande a, come si dice in linguaggio impegnato, margine della degustazione del peposo. In quello che da tempi lontanissimi è il sacro tempio del gusto: il mercato.
Davide, in poco più di un mese sono andato a due manifestazioni. Taste in cosa differisce da Identità Golose?
Al Taste non ci sono gli chef perché per noi è importante il prodotto. Noi facciamo un discorso di spesa e offriamo un modello unico con una vetrina di produttori che selezioniamo. Al Taste non si vende per evitare il bric-à-brac in cui i soldi si mescolano al cibo creando caos. Al Taste il prodotto, invece, è spiegato.
Perché un gastrofanatico dovrebbe andare dal Gastronauta?
Perché ci sono tanti produttori di qualità ed è possibile vedere insieme la cultura e il cibo. E quindi la cultura del cibo.
Il motivo della scelta di Firenze per tenere il Taste?
Semplice, avevo quest’idea e a Pitti Immagine è piaciuta. Volevo presentare il cibo con il linguaggio della moda, un linguaggio di qualità che arrivasse sino alle degustazioni. Pitti ha accettato.
Gli additivi hanno soppiantato gli anni ’80 in cucina. Siamo preoccupati e non ci va di giocare?
Il tema degli anni ’80 lo riprenderemo sicuramente nella prossima edizione perché il ritorno, i cicli sono da esaminare e fanno parte della nostra storia. E seguire il filo dalla moda alla cucina è interessante. Ma non potevamo tralasciare un argomento da Ring così gustoso. Abbiamo esaminato la famosa ordinanza e ci sono cose divertenti. Nessuno ha detto che è firmata dal Ministro della Salute, Fazio, e non dalla Sottosegretario Martini che non ha questo potere. E poi abbiamo anche scoperto chi l’ha scritta.
Ah sì? E chì è stato?
Si chiama… te lo dico in un orecchio
Foto: Francesco Arena