Dialoghi d’estate/8 Il Palio del Ciuccio e il Ministro Brambilla
Caro Alessandro,
si sa, un Ministro sempre ha molti inviti. Mai come quest’anno tanti dalle località che ospitano un Palio. Dopo l’invito della contradaiola della Chiocciola, ecco arriva quello del sindaco di Cuccaro Vetere, Aldo Luongo. Tu mi dirai che c’entra questo paesino di 600 anime arroccato su un cocuzzolo da tempo immemore? C’entra, c’entra per due motivi.
Il primo è che qui stasera si corre il Palio del Ciuccio e il secondo riguarda la gastronomia tradizionale. Perché, devi sapere, che su queste montagne il prodotto maggiormente rinomato è la castagna, abbondante e di ottima qualità. Obiettivo di aziende che la lavorano e la trasformano per le feste natalizie. E le castagne si trasportavano a dorso d’asino, l’unico mezzo di trasporto in grado di salire su per le erte dei boschi di castagno che rivestono l’intero territorio di Cuccaro Vetere. Ora, sono stati sostituiti dai mezzi meccanici, ma fino a qualche decennio fa ogni abitante di Cuccaro Vetere aveva il suo asino che gli permetteva di trasportare “velocemente” le castagne sino al paese. La castagna, infatti, deve essere lavorata subito altrimenti va a male e questa fretta la ritrovi ai giorni nostri con la vendita ad aziende di mezza Italia. I 6.000 quintali che produce il territorio di Cuccaro Vetere, insomma, sono molto richiesti. Nelle famiglie le castagne sono conservate nel congelatore per coprire l’intero anno, ma una quota spesso viene mantenuta con nei tempi antichi: tra le felci inumidite. Un metodo che costa circa il 50% delle castagne che inevitabilmente marciscono.
Questo “correre” per portare le castagne da terreni di montagna e molto lontani dal centro abitato era una fatica che accomunava l’uomo che raccoglieva e l’asino che trasportava. Un rapporto interrotto dalla realizzazione in tempi recentissimi delle strade interpolerai ma mai sopito. Ed è nato così il Palio del Ciuccio, giunto alla XXVIII edizione, che ricorda quel rapporto ed esalta il valore dell’asino.
Capirai che a leggere di patimenti inflitti agli animali e in questo caso agli asini tanto da dover abolire il Palio sinceramente mi è venuto da ridere. Capisco che quando si è impegnati in progetti grandiosi come la Commissione sul Turismo possa sfuggire qualche dettaglio. Come quello della valorizzazione di un territorio, della castagna e dell’asino con una manifestazione di tre giorni cui partecipano anche i bambini e che stasera vedrà il suo apice con una folla festante che accompagnerà la “corsa” dei ciuchini (la cui durata non si conosce stante la possibilità che gli asini nemmeno si muovano).
Una valorizzazione che è comune ad altre località d’Italia, ad altri paesi e territori che prima dell’avvento dell’Ape a tre ruote conoscevano solo il quadrupede dalla testa dura. E infatti, quest’anno, per la prima volta (io lo definirei un andare controcorrente rispetto all’idea governativa) al Palio del Ciuccio di Cuccaro Vetere prenderanno parte anche i fantini di Tricase, Neviano, Ginosa, Guardavalle, Castelbuono, S. Maria La Caritá. Luoghi da palio di asini! Insomma, una Lega del Ciuccio poco presuntuosa e molto amante e rispettosa di tradizioni e di animali.
Ti confesso, sono andato in giro per qualche boschetto e radura tra i castagni a vedere come stavano questi ciucci da gran premio. Ti rispondo rapido: una favola. E non è quella di Pinocchio. La nota ufficiale recita che “Il Sindaco, Aldo Luongo, nel ricordare l’importanza del ruolo dell’asino nella vita e cultura contadina di un tempo all’interno del piccolo paese di Cuccaro Vetere, sottolinea il nuovo ruolo che oggi questo animale può avere utilizzandolo nel trekking someggiato o nella produzione di lette d’asina o ancora nell’onoterapia sempre comunque nel rispetto di tutte le norme a tutela dell’animale stesso. La partecipazione di Paesi diversi al Palio, spiega il Sindaco, vuole essere il primo passo di un ambizioso progetto del Comune di Cuccaro Vetere, di creare un circuito dei Pali d’Italia tra comuni che considerano l’asino parte integrante del proprio patrimonio culturale”. Vuoi vedere che alla fine questa manifestazione diventa internazionale e finisce con il promuovere l’immagine dell’Italia che lavora sodo, come solo un asino sa fare, anche all’estero? Come dici, bisogna promuovere l’idea dell’Italia che balla, canta e suona il mandolino? Vabbè, punti di vista.
E poi sono stato a pranzo a casa del sindaco di Cuccaro Vetere perché a sua moglie Virna piace cucinare le cose buone della tradizione. E qui devo fare un’altra ammissione. Io poco innamorato delle brodosità sono andato in visibilio per la zuppa di castagne e fagioli. Un equilibrio tra note dolci, vagamente speziate di questa terra delle castagne, che si accompagna alle note piccanti del peperoncino. Tutto ovviamente dell’orto affacciato sulla vallata che guarda fino alla costa. Solo l’osservanza dell’etichetta mi ha impedito di chiedere una cuccuma da asporto. Ma avrei dovuto avere un asino da soma di quelli gagliardi per portare via una cesta di Ciauredda invernale, insalata di pomodori essiccati, melanzane essiccate e zucca essiccata. Spettacolari consistenze che erano il pane quotidiano e che ora rischiano di portare il bollino dell’estinzione. Al pari della macroscopica “Minestra strinta”, facilissima da realizzare a patto che qualcuno vada a cogliere bietola dell’orto, borragine e cardo tra felci e cascatelle d’acqua. Poi mi sono deliziato con una patate e pomodori verdi sott’olio e un piatto di fusilli fatti a mano con farina di castagna al sugo di pomodoro fresco. Come mangiare i marron glacé al pomodoro con un sentore di dolce al punto giusto. Pensavo di aver declinato tutte le possibili varianti della castagna, ma mancavano le pastorelle, dolcini assai leggeri di sfoglia con un ripieno di golosità assoluta. Da lacrime agli occhi per quella consistenza che ti riconcilia con il mondo intero. Basta che stia lontano dalle pastorale.
Troppo forte questo Cuccaro Vetere con le sue castagne, la valorizzazione dell’asino e le ricette di Virna. Ti avverto Alessandro, qui ci sono altri prodotti che spuntano all’ombra dei castagni e che valgono tutto il viaggio. Aldo mi ha invitato per questa festa del sapore, tu hai voglia di aggregarti? Non sarai il Ministro del Turismo, ma un posto a tavola mi sa che esce. L’ospitalità e la cortesia è una bella merce alla tavola di Aldo e Virna. Solo di una cosa ti avverto: occorrono sporte e cuccume in quantità perché una volta che l’hai assaggiata, Cuccaro Vetere ti resta attaccata. E io stasera guarderò i ciuchini e camminerò tra gli stand gastronomici. Il duro lavoro del cronista del gusto!
A presto
Vincenzo
PS. Virna è stata così gentile da regalarmi le ricette dei piatti che ho gustato e che pubblicherò.
Comune di Cuccaro Vetere (Salerno). Telefono: +39 0974.953050. www.cuccarovetere.sa.it