Toto-chef. Berton-Trussardi: è finita 0-0? E a Roma, pulizie di Pasqua
Il comunicato ufficiale parla chiaro e non ci sarebbe nulla da sospettare:
Il Gruppo Trussardi, con lo scopo di chiarire le voci circolate su internet e sulla stampa quotidiana nei giorni scorsi, per tutelare l’immagine dello Chef Andrea Berton – sul cui talento culinario Trussardi nutre, da sempre, stima e ammirazione – desidera precisare che il rapporto di lavoro tra Trussardi e lo Chef Andrea Berton non è stato interrotto e non è stato stipulato nessun altro accordo di collaborazione per la gestione de Il Ristorante Trussardi Alla Scala e del Café Trussardi.
Il Gruppo Trussardi sta piuttosto portando avanti un’indagine approfondita su ogni aspetto del proprio comparto ristorazione – dall’organizzazione strategica alla sostenibilità economica – per perseguire nuovi ambiziosi obiettivi nei nostri mercati nel prossimo futuro.
Sono trascorsi 10 giorni dalla nota e Andrea Berton è al suo posto (anche se fino a sabato è impegnato in un evento e quindi non è al ristorante). Ma da fonti a lui molto vicine sembrerebbe che non sia tutto rose e fiori tra lo chef e la maison della moda. I ventilati 15 giorni di sospensione sarebbero diventati un po’ più lunghetti e l’indagine più approfondita di quella preannunciata.
La lettera di sospensione farebbe riferimento a comportamento scorretto di Andrea Berton nei confronti della proprietà del ristorante del levriero. Ma quale comportamento? Potrebbe essere vera la voce di una sua consulenza “occulta” a il quasi dirimpettaio Eat’s del Gruppo Coin che si è avvalso della collaborazione di Giovanni Fiorin, ex responsabile del Trussardi Cafè al pianterreno del palazzo nobile tra La Scala, la piazza e Palazzo Marini, per aprire lo store bistrot?
Oppure bisognerebbe dare credito ai rumors che vorrebbero in atto un braccio di ferro tra Andrea Berton e il ventinovenne Tomaso Trussardi, amministratore delegato del gruppo, che a dire il vero sembrerebbe più impegnato a stare bene con la show girl svizzera Michelle Hunziker, a comprare gioielli da Pennisi o a passeggiare sulla spiaggia di Varigotti come riportano le cronache di gossip?
Sul fronte novità, dovrebbe essere prossima l’apertura di un nuovo gastro-bistrot all’italiana dalle parti di Brera con una formula messa a punto da Giovanni Fiorin che potrebbe contemplare anche uno spazio pizzeria, street food italiano per eccellenza che a Milano potrebbe essere proposto in una veste gourmet (e contatti con pizzaioli napoletani sarebbero in corso per verificare la possibilità di portare la vera pizza napoletana nel centro meneghino).
Di sicuro Andrea Berton non ha proferito parola, almeno ufficialmente, per rinforzare la nota ufficiale del 12 marzo preferendo un tacito consenso che però mette in discussione proprio la sua posizione in quelle ultime due righe che lasciano aperta ogni possibilità di evoluzione della situazione.
Chicco Cerea ha ribadito che, sì, il gruppo Trussardi li ha contattati ma come ha contattato altri colleghi “almeno immagino”. È il pour parler che il Gruppo Trussardi comunica. “Per ora non c’è niente di sicuro”, specifica Chicco Cerea. Potrebbe Trussardi stare progettando una piattaforma di ristorazione più ampia di quella attuale?
Se a Milano l’attenzione è concentrata sulla Scala, a Roma gli occhi sono puntati sul quadrante degli ex mercati di Testaccio. Qui si attende l’apertura di Eataly preventivata per fine maggio (quindi salta il simbolico Natale di Roma) e con l’opzione di andare ancora più avanti nel tempo se tutta la macchina non fosse rodata come Nicola Farinetti giustamente desidera (e che trascende dalla collocazione e fornitura delle scale mobili). Una decisione che potrebbe ripercuotersi in un effetto domino su altre iniziative, in primis lo spettacolare new concept della ditta Bowerman-Spada-Roscioli che i meglio informati ritengono costituirà un passo in avanti rispetto alla nouvelle vague del gastro-bistrot. Evitare di accavallare i messaggi in uscita verso i goumet capitolini sarà cura di tutti per evitare il frastuono (anche se in molti sono pronti a scommettere sulla sorpresa del “Davide” che creerà un nuovo punto di riferimento a Prati). E le partite in atto non potranno che rilanciare l’immagine di una Roma sempre più gastro-orientata al meglio.
Intanto, venerdì inaugura ufficialmente (è aperto da lunedì) Le Garage all’altezza del Ponte di Testaccio con lo chef Claudio De Luca e nessun problema di parcheggio. Che l’area testaccina, legata da sempre all’idea di ristorazione, sia in fermento è un dato di fatto (tra l’altro un altro chef, dato per molti in arrivo proprio a Le Garage, dovrebbe approdare a un altro ristorante in fase di ristrutturazione)
Seguirà strade diverse, pur insistendo nella zona Testaccio – Gazometro, un altro nuovo luogo della ristorazione capitolina con grandi superfici e un concept che terrà ben a mente gli insegnamenti provenienti da Oltralpe. Per questa struttura-hangar l’apertura è prevista a ridosso dell’estate astronomica e in continuità spaziale con Eataly. Quasi scontato che produrrà un effetto moltiplicatore per tutta l’area.
Dalle parti del Colosseo, archiviata la partenza di Arcangelo Dandini dalle cucine del Caffè Propaganda, la tensione è tutta a ritrovare l’equilibrio di una macchina che macina numeri, ha qualche difficoltà nel comparto servizi e cucina e marcia alla grande in quello pasticceria. Stéphane Betmon, in grande spolvero a Culinaria dove ha testimoniato la sua integrazione con il territorio in una relazione a due con Vincenzo Mancino di Dol, vorrebbe poter dedicare maggior tempo al lato dolce della cucina lasciando a uno chef executive, attualmente in prova, l’onere (e si spera, l’onore) della cucina.
Movimenti anche sul fronte di Arcangelo Dandini, avvistato in uno dei monumenti della Roma moderna, il fungo dell’Eur, mentre a Prati dovremmo essere pronti ad una trasformazione del ristorante conosciuto. Al momento sono spariti i divani Chesterfield che hanno ospitato amici nei momenti di sold out e sono stati sostituiti da altri tavoli. Necessità di un maggiore spazio che potrebbe spingere lo stregone della cucina romanesca a cambiare sede e a liberare una casella per qualche investitore disposto a rilevare il prestigioso contenitore cui manca solo una cucina più grande?