Anisakis. Il procuratore Guariniello lancia l’allarme per il pesce crudo
Ci risiamo con l’anisakis. E con Raffaele Guariniello alle prese con qualche emergenza alimentare (ricordate mozzarella blu?).
Da un po’ di tempo arrivavano, sulla scrivania del pm, denunce di consumatori che avevano contratto l’anisakis, il batterio del pesce crudo responsabile di disturbi gastro-intestinali anche gravi. “In particolare dopo aver mangiato pesce al ristorante”, spiega Guariniello. Eppure, “la circolare ad hoc del Dipartimento della Sanità pubblica veterinaria è chiara e dettagliata: il pesce crudo deve essere servito dopo averlo congelato a – 20 gradi per non meno di 24 ore. L’altra semplice misura di profilassi è cuocerlo ad oltre 60 gradi”.
Ora, con un vertice in Procura insieme all’assessore alla Sanità piemontese Paolo Monferino, l’allarme è stato ufficializzato: attenzione a acciughe, sardine, pesce azzurro e altre specie, anche di acqua dolce. Specie in tempi che tributano al pesce crudo, complice la moda della cucina giapponese (ma il pesce crudo è ben presente anche in quella italiana), un successo mai registrato. Specie dopo che la presenza del parassita è stata rinvenuta in zone non più circoscritte, come “un paio di anni fa quando scoprimmo l’inizio del fenomeno”, racconta Guariniello. “Poi, vi è la questione del “controllo a vista”: il grossista o chi per lui, e lo stesso dettagliante in seconda battuta si attengono alla disposizione vigente del controllo a vista e quando arriva la denuncia del consumatore c’è chi si difende sostenendo di aver sottoposto campioni di pesce con anisakis alla verifica ma che in quel momento le larve del parassita non era visibili. Recentemente, sulla base di questa argomentazione, un giudice ha assolto un fornitore di pesce”.
E qui scatta, per i ristoratori, quello che al Ministero della Salute hanno ribattezzatto “trattamento di bonifica preventiva”: il congelamento. E’ la sola garanzia per il consumatore. L’anisakis resiste infatti anche all’affumicatura (se la temperatura è inferiore a 60 gradi) e anche alla marinatura (se dura meno di 4 settimane, periodo che diventa più breve all’aumentare del contenuto di sale e in caso di utilizzo di solo aceto o mostarda dolce).
[Fonte: lastampa.it, publicitaitalia.com Foto: medicinalive.com]