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12 Gennaio 2013 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 14:16

Sprechi alimentari. Il cibo scambialo e condividilo con il web 2.0

Scambiarsi il cibo, condividerlo, donarlo. Comunque non sprecarlo. Ecco i nuovi comandamenti nell'era degli sprechi alimentari, piaga globale in un
Sprechi alimentari. Il cibo scambialo e condividilo con il web 2.0

Scambiarsi il cibo, condividerlo, donarlo. Comunque non sprecarlo. Ecco i nuovi comandamenti nell’era degli sprechi alimentari, piaga globale in un pianeta travolto dalla crisi economica e dalla malnutrizione ma capace di produrre imbarazzanti eccessi alimentari. Fantasiose e innovative arrivano, per fortuna, da web e social network, le soluzioni.

Ovviamente inadeguate a coprire lo spreco globale di cibo che secondo l’Institution of Mechanical Engineers, ammonta ormai a 1.2 – 2 miliardi di tonnellate annue (tra il 30 e il 50% della produzione) ma pur sempre utili per chi al problema (globale o personale) ha deciso di dare un contributo concreto.

E allora passiamoli in rassegna questi stratagemmi web 2.0. Se ci riuscite, guardateli come iniziative brillanti dal mondo della Rete più che innocui palliativi contro il consumismo mondiale. Anche progetti da importare (coraggio, fatevi avanti!) in un Paese come l’Italia dove il 41% dichiara di aver avuto problemi ad arrivare alla fine del mese nel 2012 (dati Confesercenti-Swg divulgati oggi) e dove l’86% sostiene di aver comunque ridotto le spese.

In Germania il cibo si condivide sulle bancarelle di foodsharing.de. Per gli affiliati di Colonia, Berlino, Monaco e Amburgo non c’è limite allo scambio. Non solo scatolette o cibo da cuocere. Se ti fidi, fai entrare nel tuo frigo anche un cavolo bollito e non ancora consumato.

Ed è sempre la Germania che ha messo a regime i Dinner Exchange, già sperimentati in passato a Londra. A Berlino, dall’iniziativa di due donne, Sarah Mewes e Sandra Teitge, è nata infatti l’idea di organizzare e preparare, una volta al mese, cene vegetariane (e creative) con gli avanzi del mercato in un immobile dell’Ottocento dedicato all’arte contemporanea, situato nel quartiere Kreuzberg, zona di frontiera ai tempi del Muro. Duplice obiettivo: sensibilizzare sul tema degli avanzi alimentari i 30 ospiti per volta paganti (gli incassi vengono devoluti a iniziative sul cibo) ed estendere altrove il progetto (un Dinner Exchange è in programma per la fine di febbraio a Tel Aviv).

Non è propriamente uno scambio, ma un movimento a senso unico da istituzioni, volontari e giganti della distribuzione da una parte e bisognosi all’altro, quello cui danno impulso, in Italia, organizzazioni che operano nella solidarietà come Caritas Internationalis, Banco Alimentare, e Last Minute Market che redistribuiscono le eccedenze provenienti da supermercati, mense collettive o semplici donatori, a beneficio di cittadini e popolazioni in difficoltà.

Restano le ricette degli avanzi. E su questo argomento abbiamo qualcosa da dire anche noi.

[Link: adnkronos.com Immagine: dinnerexchangeberlin.wordpress.com, barillacfn.com. it.paperblog.com]

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