Giuseppe Vesi apre pizzagourmet sul lungomare di Napoli ed è pizza contemporanea
Un cambio di insegna e sul lungomare di Napoli arriva Giuseppe Vesi con la formula pizzagourmet che ha incontrato il favore degli appassionati al Vomero.
Un cambio che vale anche come colpo di spugna. La nuova pizzeria nasce al posto della sfortunata Don Ernesto, la pizzeria di Enzo Cacialli che per ricordare le gesta del padre Ernesto e della consegna della pizza al presidente Clinton aveva consegnato a sua volta la pizza al Papa durante la visita nella città partenopea.
L’insegna era diventata in seguito la pizzeria del Papa con non poche perplessità sull’operazione di marketing.
Ora si cambia e i clienti di Vesi potranno scegliere anche il ben più panoramico punto di vista del lungomare dove già operano Gino Sorbillo con Lievito Madre al Mare, Davide Civitiello e Gennaro Piccolo con Rossopomodoro Partenope, Guglielmo Vuolo con la sede “marina” di Eccellenze Campane.
Un ottimo affollamento in cui arriva pizzagourmet con una mission semplice come spiega la nota ufficiale.
“Il concept è lo stesso: qualità ed eccellenza per una nuova pizza napoletana che riallaccia i fili con la pizza di una volta, quando non esistevano farine raffinate, e al tempo stesso, celebra la cultura del cibo sano, pulito e giusto. Una scelta rigorosa e vincente, premiata anche recentemente dalla trasmissione Sky “4 ristoranti” di Alessandro Borghese che ha definito Giuseppe Vesi il pizzaiolo del futuro“.
Il messaggio, veicolato dall’ufficio stampa sceglie forse una farina un po’ troppo bianca, ma i clienti che hanno assaggiato la pizza a viale Michelangelo già sanno di cosa si parla.
Una pizzeria votata alla tradizione del decoro con le mattonelle bianche e azzurre che verranno riprese a maggior ragione di fronte al mare.
Che si concede ai classici fritti napoletani (non memorabili).
Ma come detto, la farina non è quella che impone il disciplinare STG. Via libera alla farina 1, a più alto contenuto di ceneri e di crusca, e alla farina integrale, con la massima quantità possibile di crusca e cruschello, entrambe macinate a pietra.
In questo caso, una margherita basic, cioè la Tradizionale con fiordilatte di Agerola e olio extravergine di oliva Dop, su impasto con farina 1 e una salsiccia e broccoli su impasto integrale.
Una novità per Napoli che ha accettato la “deriva integralista” che non è ortodossa a queste latitudini.
Qualche difficoltà di lievitazione nella integrale e un forno che non ha aiutato nella cottura, ma la strada intrapresa ha molti seguaci in città.
Che sia più di una curiosità lo testimonia questa apertura proprio sul lungomare che si sta predispondendo alla ricerca e all’innovazione.
Da Piazza Vittoria verso Castel dell’Ovo si potrà scegliere tra:
- l’impasto con farina 0 Bio di Gino Sorbillo
- l’impasto con acqua di mare di Guglielmo Vuolo
- l’impasto semi integrale di Davide Civitiello e Gennaro Piccolo
- l’impasto con farina 1 o integrale di Giuseppe Vesi
È la pizza napoletana contemporanea, ma non è una novità per i più attenti osservatori della pizza. Ormai non c’è pizzeria a Napoli che non abbia sperimentato o messo in carta un impasto “alternativo”.