Acciaroli. In pizzeria il vino della casa costa 28 euro: è una follia
Se sei fissato per il cibo e vai da 40 anni nella stessa località di vacanze probabilmente conosci bene, per non dire a menadito, i posti in cui si mangia con piacere.
Acciaroli, in Cilento, è il luogo in cui ho vissuto di più. Al mondo interessa poco, capisco, ma nella (non) breve storia triste che state per leggere è particolare che conta.
Noto da parte di un giornalista cilentano la segnalazione entusiasta di Anema e pizza, ristorante-pizzeria nel centro del paese. Ma come, ho il locale definitivo sotto casa e non me ne sono accorto? Del resto, non parliamo del primo giornalista cilentano che passa, ma di uno che –citazione testuale– scrive “sulle testate di food più importanti in Italia”. Mica penne e calama(r)i.
Decido di provarlo e convoco altri tre commensali.
Si va da Anema e pizza a Acciaroli
Prenotazione estemporanea alle 8 di sera mentre il sole si tuffa all’orizzonte nel mare di Acciaroli.
C’è posto alle 22 e spiccioli. Che fortuna. Il tempo di una doccia, la ricerca del parcheggio e siamo lì.
Il ristorante pizzeria ha il suo viavai, sono tutti impegnati a soddisfare le richieste degli avventori in un turbinio di menu cartacei che passano da un tavolo all’altro.
In attesa dei commensali alle prese con il parcheggio ordiniamo una frittatina alla carbonara gourmet e un crocché gourmet con ricotta di bufala.
Sono buoni. Bissiamo con i crocché tradizionali e con altre due frittatine gourmet: salsiccia e friarielli e genovese di pesce con spada e salmone (meno gourmet).
All’ordine delle pizze, avrei aggiunto volentieri una delle mie fissazioni: linguine ai ricci di mare, ma non appaiono nel menu. Ripiego sull’altro mantra dell’estate, la parmigiana di melanzane.
Birra o vino della casa con pizza e alici?
Il titolare dell’Anema e Pizza ci suggerisce un piatto di alici fritte, “spettacolari” –dice lui– e aggiunge: “sono viole”. Prendiamole.
“Una birra”? Rispondo che mi spiace, ma sono della fazione vino con la pizza. “Abbiamo un vino della casa. Un fermo ma anche un Gragnano”. Va bene, fermo.
Sono rilassato. Non faccio caso se nel menù compare questo vino fermo, né noto quanto costa.
Arriva con un attimo di ritardo al tavolo e lo assaggio. Bottiglia di aglianico di un lustro con una spiccata acidità. Gradisco poco, davvero poco. “Non farò storie per una bottiglia da 5-6 €“, penso tra me e me girando il calice.
Ma la serata è di quelle storte, ahimè.
Le pizze e la parmigiana
Capita per esempio che le pizze, cilentana – fiori di zucca (con speck?!) – Nerano, non siano all’altezza di un ristorante pizzeria con qualche pretesa come Anema e Pizza. Non sarò il palato più facilmente accontentabile in fatto di pizza, avendone provate un esercito, ma… Mettiamola così: le impressioni del giornalista cilentano non coincidono con le mie. Manco per niente.
Anche il formaggio della parmigiana non è il massimo della morbidezza.
Questi, comunque sono pareri che voi potreste definire soggettivi. La recensione del giornalista cilentano riporta anche un dato oggettivo: Anema e Pizza “ha prezzi alla portata di tutti”.
Il prezzo del vino della casa è oggettivo
Nel conto, il vino dichiarato “della casa”, costa 28 € come vedete dallo scontrino. Una fucilata che fa venire in mente i locali turistici della serie “tanto questi chi li vede più”. Che sicuramente non è il caso di Anema e Pizza, allora perché un prezzo del genere?
Pur volendo considerare un prezzo base di 4 – 5 € pagato dal ristoratore, e un ricarico del triplo, siamo ben lontani dai 28 €. Il prezzo base mi è suggerito da un grande esperto di vini campani che però, ahimè, non lo ha mai assaggiato per dirmi di più sul merito.
La ricerca in rete mi porta a uno shop online con un prezzo di 9 € per una bottiglia del 2016.
Conclusione della (non) breve storia triste. Cari lettori, fate attenzione al vino dichiarato “della casa” che non sta in una brocca ma in una bottiglia. Il costo non è più quello amichevole e scacciapensieri a cui il termine vi fa pensare.
E leggete la carta. E mandate indietro il vino che non vi piace anche se dovesse costare 5 €.
Soprattutto fate le pulci alle recensioni dei giornalisti, compresi quelli di Scatti di Gusto, anche se scrivono “sulle testate di food più importanti in Italia”.