La Pizza Napoletana della pizzeria da migliaia di like convince a Napoli
Pizza Napoletana la conoscete probabilmente.
No, non la pizza preparata a Napoli o in stile napoletano di cui esistono mille profeti e interpreti.
Pizza Napoletana è l’account Facebook (da circa 900 mila follower) e Instagram (altri 100 mila) che ha raccontato in lungo e in largo il rito del disco di pasta più famoso al mondo e i suoi protagonisti.
Poi, con astuta operazione commerciale, la pagina è passata dall’altra parte della barricata per aprire appunto una pizzeria Pizza Napoletana. Che ha i colori della pagina Pizza Napoletana e ovviamente i suoi follower.
Un patrimonio che al tempo dei social vale tanto oro quanto ne conta. Lo sa bene chi ha fatto identico passaggio nel mondo del panino (Puok Burger Store) o della pasta (Timballo) con maggiori o minori fortune.
Passare dal mondo virtuale dei social, checché animato da vere pizzerie, alla pizza vera e “motu proprio” è analogo a quello dei pizzaioli che diventano influencer e opinion maker.
La curiosità di andare alla pizzeria ad assaggiare la Pizza Napoletana in farina, pomodori e fiordilatte, capirete, era forte.
Dove trovare la Pizza Napoletana a Napoli
Ed eccoci in un quadrante della città che diresti poco instagrammabile e ancor meno in linea con il divisivo di Facebook.
E invece la pizzeria Pizza Napoletana ha puntato per questa sua prima apparizione in “carne e ossa” su San Carlo all’Arena, a Calata Capodichino. Perché c’è da scommettere il nome farà gola. Niente storytelling del centro antico e dei decumani, niente panorama sul lungomare liberato (una volta dalle auto) più bello del mondo. Qui, a due passi dal Vasto e sotto la campata della tangenziale di Corso Malta si respira l’aria nazionalpopolare di un quartiere attento ai prezzi e assai disposto a portarsi a casa la pizza. Se dite delivery vi rispondono nella migliore delle ipotesi asporto. Intrecciano in maniera normale il prendere o il portare dei fattorini.
La pizzeria è moderna nel senso letterale del termine. Porta agli anni ’20 del terzo millennio gli stilemi degli anni ’20 del secolo scorso.
La tovaglia è a quadretti, ma verdi perché riprende il logo conosciutissimo dal popolo social e si distingue dalle orde quadrettate rosse. Alle pareti, soggetti di String Art disegnano i 4 assi delle carte napoletane e il Vesuvio.
Una mano sagace ha steso materiale fonoassorbente per mitigare il riverbero dei suoni della sala a pianta quadrata. E ci è anche riuscito.
I vini (rosati) e il cartone della pizza (instagrammabile)
Un altro pannello mette in bella mostra i vini rosati della carta. Vini rosati perché è il loro momento, social appunto, e quindi non cercate rossi e bianchi ma fatevi uno scatto con il vino che “si porta”.
L’occhio è attento a Instagram persino nei cartoni della pizza da asporto. Colorato con i motivi del logo, con la fustella che permette di inserire il volto per il selfie pizzesco ma non solo.
È più alto dei cartoni in circolazione per preservare al meglio l’integrità della Pizza Napoletana. Non è solo fumo, insomma.
Che qui ce n’è poco anche per via dei forni a gas utilizzati che sono un contributo al rispetto ambientale e alla pace social(e) del vicinato.
Quasi una blasfemia per chi pensa alla vera Pizza Napoletana cotta solo nel forno a legna. A prescindere che quello a gas è stato sdoganato dalle convenzioni di Capodimonte aka AVPN, Associazione Verace Pizza Napoletana, nel loro regolamento STG.
Ma è l’unico momento di eresia all’ortodossia proto-partenopea.
Gli ingredienti della Pizza Napoletana
Basta dare un’occhiata alla carta che diligentemente enuncia gli ingredienti.
La farina e del Mulino Caputo, la “rossa”, di Napoli (“perché esiste un altro mulino a Napoli?”).
Il Fiordilatte, ovviamente di Napoli, è di Latteria Sorrentina (“perché da qualche altra parte lo sanno fare?”).
Il pomodoro pelato è Agrigenus, tra i miei super preferiti (“la colpa è di Scatti di Gusto che lo mette in cima alle classifiche e qui ci vuole quello buono”).
E si continua così in lungo e in largo fino al digestivo affidato al nucillo ‘E Curti.
Avrete anche il vostro momento di sbandamento a cercare la pizza napoletana da scegliere. Poche pizze (per fortuna) con le classicissime in apertura e un quadro di speciali che non lasciano spazi a dubbi circa la cittadinanza. Capodimonte, Quattro Palazzi, Carlo III, Foria, Pignasecca, Capodichino. Non provate a mettere in fila nome ed ingredienti perché legame non c’è. Niente storytelling sui friarielli del Vomero dell’800 per capirci. I nomi sono semplicemente ad alto tasso topico. Napoletanità che trasuda all’ordine, insomma.
In ossequio alle sacre leggi social le più gettonate restano in carta, quelle meno apprezzate lasciano il passo ogni mese a nuove creazioni. Se la Duchesca non dovesse andare, sarà la volta della Posillipo.
Gli antipasti
Ma come in ogni pizzeria che si rispetti, anche da Pizza Napoletana tocca partire con i fritti. “Dottò, nell’attesa della pizza du’ fritturine”. Accertatevi che siano due o meglio una per commensale.
Perché i fiori di zucca sono sostanziosi, i crocché parlano di patate home made (mettiamocelo un po’ di termine altolocato), le frittatine sono una porzione di pasta da aperitivo di camionista (lo so, è un modo di dire ma fa effetto). La frittatina ha tutto il mio rispetto con la pasta che non si è “squagliata”.
C’è anche il momento celebrativo della bruschetta. L’idea mi piace. Il pane è quello del Bob di Cercola, arruscato e con i boccaccielli che contengono parmigiana di melanzane e fagioli e cozze. Davvero buono.
La margherita della pizzeria Pizza Napoletana
Sulla pizza non possiamo partire che da una margherita. Come tradizione vuole con il Fiordilatte di Napoli “carta azzurra”. Ci manca solo il segno della croce e siamo a posto. Il pomodoro Agrigenus spinge che è una bellezza e solo l’olio di oliva è un po’ sottotono. “Stiamo cercando, ma non deve coprire il sapore di fiordilatte, pomodoro e basilico”, mi spiegano. Alla cassa sono 5 €, prezzo non proprio popolarissimo. Ma in un altro quartiere della città con questi ingredienti non vi sarebbe costata meno di 8-10 €, sono pronto a scommettere.
Sull’impasto, la scuola tradizionale della Pizza Napoletana, quella antica di Porta Capuana detta legge. Un diretto con poca idratazione per arrivare a casa senza diventare una pietra o una gomma. La lunga maturazione ci permetterà di trascorrere una piacevole nottata. Del frigo e di indiretti manco a parlarne. “Nel frigo ci mettiamo il vino”.
Il vino rosato di Molettieri e la pizza fritta
Io ho scelto un Irpinia da uve aglianico di Salvatore Molettieri che, a pregiudizio, avrei preferito rosso. E invece questo sta bene sulle pizze. Basta che non ve lo diano eccessivamente gelato.
La prova della margherita è passata con buon punteggio e passiamo all’altro classico di ogni pizzeria: la fritta. In dimensioni ragguardevoli e di impianto tradizionale (ma va). Bianca con i ciccioli di Casavatore – ci tengono a sottolineare – e la Provola dei Monti. Quelli “della Latteria Sorrentina”.
La dividiamo in quattro. E anzi vi diciamo che nella carta della pizzeria Pizza Napoletana c’è anche un menu condivisione per quattro persone a 25 € (escluso il sabato) per farvi un giro tra pizze, fritture e dolci.
Le pizze speciali della pizzeria Pizza Napoletana
Ci avventuriamo nelle speciali della pizzeria Pizza Napoletana.
La Pignasecca, personale omaggio al quartiere che mi ha accolto al rientro in città, ha i pomodorini gialli del Vesuvio, la burrata (“di Latteria Sorrentina, ma viene dalla Puglia”), immancabili alici di Cetara, crema di zucchine, basilico e olio evo (10 €). Tutto sommato equilibrata con le zucchine e la burrata che spengono la sapidità delle alici. Una concessione gourmet è solo nell’impiattamento. Il resto, tradizione.
Che diventa ancora più prorompente nella Quattro Palazzi (9 €). La Provola dei Monti è abbinata alla (testuale) salsiccia fresca a pont ‘e curtiell, peperoncini verdi do’ scium, datterini, pecorino dop, basilico e olio evo. Quanto a solidità di intenti, il nome Quattro Palazzi è la scelta migliore. Pizza di sostanza, ma non ci affatica. Anzi. Il nome del macellaio resta pero top secret.
I dolci fatti in casa
Arriviamo ai dolci della pizzeria Pizza Napoletana ancora pimpanti. Li fanno in casa.
Sarebbe impossibile per una pizzeria napoletana rinunciare al babà.
Potete immaginare una pizzeria italiana senza tiramisù?
E un locale instagrammabile senza cheesecake?
E quindi li ritrovate al prezzo di 5 € cadauno e sono buoni con la cheesecake che li sopravanza.
La trasfigurazione al contrario con la materializzazione di Pizza Napoletana funziona e la semplicità convince. Un po’ di affinamento e il milione di follower avrà una bandiera fisica da brandire. Per ora a Calata Capodichino nella Napoli che i turisti conoscono meno e che potrebbero mettere nei propri radar.
Voto: 7/10
Pizzeria Pizza Napoletana. Calata Capodichino, 128. Napoli. Tel. +3908118634803