Campionato della Pizza 2024: Decimo Scalo vs Carlo Sammarco
Nuova tornata di scontro diretto tre due delle 16 migliori pizzerie della Campania entrate nel tabellone degli Ottavi di finale. Dopo Salerno, è la volta di Caserta con una pizzeria in città, Decimo Scalo, e una in provincia, Carlo Sammarco 2.0 ad Aversa.
Vittorio Vespignani di Decimo Scalo nella fase di qualificazione ha vinto il Girone A regolando sulla distanza Franco Pepe a Caiazzo. Carlo Sammarco, invece, ha portato la sua pizza canotto al secondo posto del Girone C.
Con 764 punti, Decimo Scalo aveva ottenuto il 3° migliore punteggio delle qualificazioni e sulla carta è la pizzeria favorita dello scontro diretto con Carlo Sammarco che di punti ne aveva 708. Decimo Scalo è in vetta alla classifica delle migliori pizze Margherita a Caserta e dintorni, ma Carlo Sammarco non è da meno al 2° posto. E anche nel confronto tra le migliori Marinara, Decimo Scalo precede Sammarco di una posizione. Sono rispettivamente 3° e 4°.
Il tabellone e i primi vincitori dei Quarti del Campionato
La composizione del tabellone (1° contro 16°, 2° contro 15° eccetera) mette quindi a confronto due pizzerie che hanno riportato sul tabellino di marcia un divario di punteggio elevato. Ma nella sfida diretta si riparte da zero perché vengono valutate altre 3 pizze di cui 2 obbligatorie: Capricciosa e Diavola (o comunque piccante). Cui si aggiunge una terza scelta al tavolo tra le più rappresentative della pizzeria. O che il pizzaiolo ritiene la sua arma migliore per conquistare più punti possibili.
Ecco come è andata la sfida delle migliori pizze. Ricordando che i tre giurati hanno assaggiato le tre pizze nella stessa serata prima in una pizzeria e poi nell’altra. 900 i punti a disposizione per agguantare uno degli 8 posti a disposizione che permettono di arrivare alla Finalissima. E a contendersi il titolo di migliore pizza della Campania. Per ora conoscete altre tre pizzerie che sono approdate ai Quarti: Vincenzo Capuano e Concettina ai Tre Santi a Napoli e Gli Esposito a Salerno.
Decimo Scalo
La pizzeria Decimo Scalo, contro ogni aspettativa, totalizza solo 697 punti lasciando sul campo bel 67 punti. Che comunque in pagella scolastica equivale a 7,75. Siamo comunque in presenza di buone se non ottime pizze. Ha fatto la differenza soprattutto la terza pizza scelta tra le più rappresentative. E ora vediamo le pizze nell’ordine di degustazione.
1. La pizza Capricciosa di Decimo Scalo
Capricciosa molto più “classica” rispetto ad altre provate negli Ottavi di Campionato della Pizza 2024, ma comunque estremamente valida. L’odore dei carciofini è strepitoso così come il gusto del salame (messo in cottura) che spinge la pizza di sapidità rendendola molto golosa. La polvere di olive invece nel morso scompare e risulta poco percettibile (Domenico Castaldo).
Cottura millimetrica, superficie ricca di grazia. Circonferenza non propriamente perfetta con cornicione presente. Ingredienti disposti in modo uniforme, tutti in cottura ad esclusione della polvere di olive. Bella da vedere. Al naso gli ingredienti tendono ad amalgamarsi, ma carciofi e funghi fanno da prime donne. Impasto decisamente scioglievole, per niente tenace profuma e risuona con un topping che spinge sulle durezze. Salame che regala una piacevole sapidità, carciofi suadenti. Prosciutto cotto stracotto non pervenuto. Nel complesso piacevolezza costante (Alberto Colella).
Una capricciosa immersiva. Vista e olfatto sono subito rapiti per ricchezza, colore e intensità. Ogni singolo pezzo di ingrediente pare posizionato con logica e ciò si evidenzia ad ogni morso in cui tutto si sente e tutto ha il proprio ruolo. Molto bilanciata anche in sapidità. Complimenti per i carciofini (squisiti) ed i funghi (valorizzati) che sottolineano la scelta della qualità, ma anche per il salame veramente gustoso. Peccato per la polvere di olive che quasi non partecipa al gusto finale e che poteva invece donare quella punta di amaro che avrebbe chiuso il cerchio palatale. Impasto ben gestito e dal sapore che si distingue, anche grazie ad una cottura giusta (Francesca Brunzo).
2. La pizza Parmigiana stracciata di Decimo Scalo
Cottura che mantiene le stesse precise caratteristiche. Circonferenza armonica con cornicione più esuberante. Pennellate di stracciata che non diluiscono lo stracotto di parmigiana. Il profumo di melanzane ammalia e detona. Topping vibrante, da bere. Sapori nitidi e umami costante. Peccato per l’impasto che presenta una veste diversa super tenace con masticazione prolungata (Alberto Colella).
Purtroppo questa pizza è un passo indietro rispetto quella precedente. L’odore e l’aspetto sono davvero strepitosi, ma l’impasto in questo caso risulta gommoso e difficile da masticare. Le melanzane sono spettacolari, tra le migliori provate in questa fase finale del Campionato (Domenico Castaldo).
A gustare questa pizza si inizia da prima che arrivi a tavola perché il profumo di questo topping è penetrante. L’impatto visivo poi contribuisce alla salivazione. Una pizza proprio succulenta grazie al ragù di parmigiana, che restituisce la sensazione di comfort, ed alla stracciata che la rende ancora più opulenta. Per nulla sapida, anzi assai equilibrata. Cottura che rasenta la perfezione perché nonostante sia una farcitura “in crema” che quindi contribuisce ad una umidità persistente – è stata ben asciugata. A penalizzare il punteggio di questa pizza però è il disco di pasta che stavolta non dà il suo meglio. La causa potrebbe essere una asciugatura eccessiva accostata ad una minor quantità di farcia che ha reso maggiormente tenace l’impasto (Francesca Brunzo).
3. La pizza Diavola arrabbiata di Decimo Scalo
Diavola che “rimedia” all’errore precedente e risulta di gran lunga la migliore delle tre pizze provate. L’impasto è ben cotto (davvero squisito), la pizza esteticamente è impeccabile, così come il suo profumo che si sprigiona per tutta la sala! Il piccante è dosato benissimo con il pomodoro corbarino che bilancia con la propria dolcezza questa pietanza. Infine, una nota di merito alla salsiccia di suino casertano che è una vera rivelazione al palato (Domenico Castaldo).
Ennesima cottura impeccabile. Un’esplosione di colori ammaliano la vista, manifattura egregia. La più profumata della triade, pomodoro e salame giocano a braccio di ferro. Un piccante educato e vanitoso. La salsiccia di suino casertano piccante schiaccia, il dolce corbarino risponde. Impasto nuovamente degno di nota. La migliore pizza della serata per equilibrio e sapore (Alberto Colella).
Tra le varie versioni di pizza piccante assaggiate, questa è da podio. Si chiama diavola arrabbiata ma è una carezza eterea: una pizza studiata e impulsiva, delicata e spinta. L’elegante piccantezza di questa salsa di Pomodoro di Corbara con pizzo (che diventa quasi una confettura) sprigiona dolcezza e acidità insieme, mentre la salsiccia secca (salsiccia e non salame, eh) di suino casertano dona sapidità e corpulenza. Qui l’impasto torna ad essere performante. Ancora una volta cottura ottima, con un bel crunch del cornicione (Francesca Brunzo).
Pizzeria Carlo Sammarco
Carlo Sammarco ha un paio di primogeniture. Innanzitutto la pizza canotto porta la sua firma. Da quando cambiò l’hashtag #gommone appunto in #pizzacanotto dando la stura a quel movimento di canottisti ribelli rispetto alla tradizione della pizza napoletana che si fa così perché la facevano i miei avi. È stato anche tra i primi a credere nelle potenzialità della pizza ad Aversa. La sua grande sensibilità per l’impasto gli è riconosciuta anche dai colleghi. In questo scontro diretto migliora il punteggio della fase di qualificazione e passa da 708 a 730 punti che gli valgono un rotondo 8 in pagella. Ecco come.
1. La pizza Capricciosa di Carlo Sammarco
Si parte col piede giusto; impasto eccellente, leggermente avanti di cottura. La qualità degli affettati è strepitosa e risalta tantissimo nel gusto; mentre il carciofo risulta un pò spento (Domenico Castaldo).
Cottura priva di imprecisioni con superficie totalmente pulita. Circonferenza leggiadra con cornicione presente e decisamente educato. Il prosciutto cotto fa da lenzuolo che nasconde, agli occhi, la bellezza degli altri ingredienti. Trittico di carciofi, uno per ogni fetta. A naso gli ingredienti provano a mescolarsi e donano la tipica aromaticità della tradizione che rappresentano. Il prosciutto cotto San Giovanni diviene il focus ad ogni morso. Con la sua tendenza dolce ammalia le durezze del salame e delle olive. Il carciofo dona sapore e consistenza. Peccato per la nota un filino timida degli champignon. L’impasto? L’ingrediente migliore che abbraccia tutti indistintamente (Alberto Colella).
Capricciosa che si presenta ricca ma equilibrata con un cornicione che lascia presagire una ottima cottura. Impasto profumato assai, ben regolato di sapidità. Struttura da manuale per un canotto leggermente ridimensionato rispetto al recente passato. Gli ingredienti si miscelano perfettamente fin dagli odori, il prosciutto cotto seppur a fette non copre perché il carciofini, le olive ed i funghi sono ben conditi. Carciofino senza infamia e senza gloria. Ed è un peccato perché poteva rendere ancora più alta la votazione di questa capricciosa lodevole. Pur non avendo difetti acetici, il carciofo ha piuttosto una compartecipazione disequilibrata: mettendo il cuore intero, svanisce al primo morso. Il morso mixa perfettamente l’arrosto, l’affumicato, il morbido ed il croccante. Menzione speciale al prosciutto cotto: meraviglioso (Francesca Brunzo).
2. La pizza Diavola di Carlo Sammarco
Una diavola a mestiere. Il salame è squisito e nonostante la presenza del peperoncino si riescono a distinguere bene i sapori. Impasto e cottura eccezionali! (Domenico Castaldo).
Cottura perfetta, superficie dal manto dorato. Da applausi. Circonferenza armonica con cornicione non esuberante. Ingredienti uniformemente distribuiti ed esteticamente precisi. Il profumo ammalia con piacevolezza. Olio e pomodoro pervadono. Coerenza tra la descrizione del menu e gli ingredienti proposti: salame Napoli di maialino nero Casertano e olio al peperoncino. Piccante (vivaddio!) presente, persistente ma galante. Il fiordilatte mitiga insieme all’impasto. Sì, sempre lui, che ruba ancora la scena per leggerezza e sapore (Alberto Colella).
Pizza stupefacente. Carlo Sammarco riesce a rendere instagrammabile anche una diavola senza fronzoli e rivisitazioni. Questa pizza va all’essenziale della richiesta (piccattezza e morso pieno, goloso) con pochi semplici elementi. Cottura perfetta di un panetto con struttura esemplare; buon pomodoro e latticino giustamente non troppo sapido ma ben bilanciato con il salame (classico napoletano) arricchito con olio piccante al punto giusto. Pizza veramente saporita (Francesca Brunzo).
3. La pizza L’Antica Napoli di Carlo Sammarco
Esteticamente è la pizza migliore di Carlo Sammarco. Nonostante la presenza delle olive nere e delle alici risulta equilibratissima grazie alla dolcezza dei datterini. Cottura magistrale! (Domenico Castaldo).
Ancora manto dorato. Ancora cottura millimetrica. L’armonia degli ingredienti e della circonferenza inducono gli occhi ai primi morsi. Bellezza moderna. Pomodori, olio, aglio, origano e alici. Effluvio continuo. Anche l’olfatto si accomoda con noi. Un succo di frutta, una pizza da bere con l’umami delle alici di Cetara che aggiunge spinta ad ogni morso. Impasto vincente, già detto? La pizza migliore della serata (Alberto Colella).
Questa pizza è umami e coccole. Una pizza che viene dal cuore di Carlo Sammarco e si sente in ogni morso perché nulla è disposto a caso. Ogni cosa fa il suo preciso dovere, dalla cottura ancora impeccabile alla struttura precisa fino alla aspetto estetico. E ancora una volta si gioca tra sapidità e dolcezza: datterini che paiono caramelle e che sterzano grazie alle olive – carnose e piacevolmente amare – l’origano fresco, l’aglio senza anima ma senza paura. Tutto studiato per accogliere il trionfo di questo topping fin dal primo morso. I filetti di alici (sotto sale e dissalati ma non messi sott’olio/sott’aceto) “paffuti” e belli sostanziosi che conservano il loro colore argenteo quasi a fare da riflettori sparati su questo palcoscenico della goduria (Francesca Brunzo).
La pizzeria Carlo Sammarco vince e va ai Quarti di Finale
Carlo Sammarco con la sua pizzeria di Aversa vince la sfida con 730 punti conquistati sul campo e passa il turno. Nei Quarti di Finale avrà di fronte Vincenzo Capuano con la pizzeria di Piazza Vittoria a Napoli. A questo momento, il pizzaiolo da battere, forte dei 797 punti conquistati a suon di pizza Diavola da primato. Ma nei Quarti si riparte da zero e con 3 nuove pizze. Quali? Ve lo diremo in seguito!