Campionato della Pizza 2024: La Bolla vs I Masanielli di F. Martucci
Sfida tutta a Caserta per la 6a gara degli Ottavi di finale del Campionato della Pizza 2024 che ha visto il confronto tra La Bolla e I Masanielli.
Nella nostra ricerca della migliore pizza e pizzeria della Campania a giocarsela per il passaggio ai Quarti di finale sono Simone De Gregorio e Francesco Martucci. Due esponenti della pizza contemporanea e di quella nouvelle vague della pizza casertana che ha portato la città e i dintorni a imporsi sulla scena nazionale.
La Bolla ha dominato il Girone F chiudendo al 1° posto con 713 punti con ben 135 punti di vantaggio sulla seconda. Più sofferta la vittoria della pizzeria I Masanielli che ha conquistato il 1° posto del Girone E con 686 punti. Quindi solo 9 punti sul secondo classificato. Entrambe le pizzerie hanno ben giocato la carta della terza pizza. Mentre hanno ottenuto punteggi più bassi per la Margherita e per la Marinara come vedete dalle relative classifiche.
Sulla carta, dunque, il vantaggio è per La Bolla che può contare su 27 punti. Ma, come sapete, agli Ottavi di Finale si riparte da zero e non sono mancate sorprese o conferme nelle sfide già giocate.
Il punto della situazione delle migliori pizzerie negli Ottavi di Finale
A questo momento, hanno passato il turno (in ordine cronologico) con le loro migliori pizze:
- Vincenzo Capuano a Napoli
- Ciro Oliva di Concettina ai Tre Santi a Napoli
- Marco D’Elia de Gli Esposito a Salerno
- Carlo Sammarco ad Aversa
- Salvatore Lioniello A Succivo
Una situazione di pareggio Tra Napoli e Caserta che alla fine di questo scontro ovviamente vedrà Caserta in vantaggio per 3-2. Con Salerno che resta in gara con una sola pizzeria. Le altre due sfide degli ottavi vedono scontri tra Napoli e Caserta. Palazzo Petrucci vs Pepe in Grani e I Masanielli di Sasà Martucci vs La Notizia mantengono ancora aperta la sfida per il predominio della migliore pizza tra le due città.
Le regole sono sempre quelle delle Qualifiche ma con tre nuove pizze. Obbligatorie pizza Capricciosa e pizza Diavola (o piccante) più una terza a scelta tra quelle più rappresentative della pizzeria. Scelte o suggerite alla giuria dal pizzaiolo. Insomma, il jolly da giocare per assicurarsi il massimo punteggio e la vittoria.
Ricordiamo che i voti per ogni pizzeria sono sempre 900, 100 per ogni pizza e quindi 300 moltiplicati per 3 giurati. La scheda valuta Aspetto esterno (max 10 punti), Aspetto interno (20), Odore (20), Gusto (50).
Pronti? Via!
La pizzeria La Bolla di Caserta con Simone De Gregorio
La pizzeria La Bolla di Caserta conquista 781 punti migliorando la prestazione del Girone di Qualificazione di ben 68 punti. In voto scolastico è pari a 8,7. Prestazione monstre ottenuta anche grazie alla terza pizza, cioè “Si è bruciata la parmigiana”. Che inverte l’andamento finora registrato di pizze a scelta risultate penalizzanti.
1. La pizza Capricciosa de La Bolla
Si chiama Il Capriccio di Simone la pizza Capricciosa di (Simone) De Gregorio. Colori vivi, dal centro ai bordi, e sapore intenso, dall’impasto ai singoli ingredienti. Peccato solo per le olive che a mio parere nella forma in polvere (o dicesi terra di olive nere) arricchisce solo l’estetica. Privando piuttosto del punto piacevolmente amaro il morso. Impasto buonissimo e gestito con maestria, basso di zuccheri ma anche di sale seppur dal gusto assai presente. Non sorregge solo il topping ma ha un ruolo nel gusto e nella masticazione senza risultare invadente. Struttura bellissima ancora di più osservando le proporzioni disco/cornicione e pensando che il panetto è di soli 210 grammi. Cottura epica (Francesca Brunzo).
Buon impasto e buona cottura. Prodotti di qualità e si sente. In particolare i funghi sono porcini, il carciofo è genuinamente carciofo. Nel complesso però troppo salata. Non travolgente (Laura Da Sacco).
Cottura precisa, ingredienti di ottimo livello (Vincenzo Consiglio).
2. La pizza Si è bruciata la parmigiana de La Bolla
Che gran bella pizza! Molto attraente sia alla vista che all’olfatto. Il crunch è praticamente visibile. Alla cottura perfetta della pizza si associa uno straordinario effetto delle melanzane alla parmigiana che ricorda romanticamente la superficie crispy della teglia di casa. Non mi ripeto sull’impasto che è da applausi ma è necessario ribadire la farcia (golosissima) non banale seppur arcinota. Il gioco di consistenze è divertente ma rispetta benissimo i gusti che ci sono tutti e sono ben centrati, dando un equilibrio ottimo alla pizza (Francesca Brunzo).
Veramente buona! Impasto ottimo e buona cottura. Cornicione filologico per una parmigiana bruciacchiata a regola d’arte. Latticino filante, melanzane saporite e ben fritte, morbide nonostante il passaggio in forno. Morso gustosissimo e davvero evocativo (Laura Dal Sacco).
Come la precedente ha una cottura perfetta, gusto fantastico (Vincenzo Consiglio).
3. La pizza Piccante de La Bolla
Si chiama Paco’s, la pizza piccante simil Diavola della pizzeria La Bolla. Sorprendente! Una pizza con tutte le note al posto giusto che si mixano in modo gradevole e pure simpatico. La forte intensità del miele di castagno conferisce un odore complesso con note caramellate e calde che donano una divertente similitudine con il mais abbrustolito. Ad occhi chiusi sarebbe stato un sacchetto di popcorn. La parte divertente è quella degli ingredienti che si susseguono come per associazione di idee. L’affumicato della provola armonizza con quello della salsiccia stagionata, fino al sentore piccante che sposa il lato pungente della ‘nduja che aromatizza il miele. Finendo nella sua speziatura che ne incoraggia l’effetto dolciastro ma non troppo (Francesca Brunzo).
Molto buona e complessivamente equilibrata nelle sue componenti gustative. Nel portarla al tavolo evidente uno spiccato odore come di popcorn. Questo sentore sembra svilupparsi dal connubio del salume con il miele presente nella ‘nduia. Questa particolare combinazione ha reso il mio approccio a questa pizza, peraltro ottima, un po’ distopico. Alla vista potrebbe sembrare un topping molto grasso ma è solo un’illusione ottica data dal miele che si liquefa. In realtà è condita soltanto dai grassi presenti nei salumi (non c’è aggiunta nemmeno di olio) e non è per nulla pesante. Prodotti di qualità alta, latticino ottimo e ben filante. Morso gustoso e soddisfacente (Laura Dal Sacco).
Buono il contrasto tra il dolce del miele e la (giusta) piccantezza della nduja (Vincenzo Consiglio).
Francesco Martucci de I Masanielli di Caserta
La pizzeria I Masanielli di Francesco Martucci conquista 805 punti ed è la prima pizzeria a infrangere il muro degli 800. Punteggio più alto al momento che vale 8,9 nella pagella scolastica. A un passo dall’eccellenza del 9 (cioè 810 punti) che fa un abisso con i voti raccolti nelle qualifiche: ben 119 punti recuperati. Fiori di zucca al quadrato è la rappresentativa che si aggiunge alla Capricciosa e alla piccante Camouflage.
1. La pizza Capricciosa de I Masanielli
Impasto e cottura di livello altissimo. Il cornicione assaggiato da solo è saporito, sa proprio di grano e il sale è in perfetto equilibrio. L’olfatto percepisce il bouquet iconico della capricciosa classica. Tutti i prodotti sono ottimi. In particolare il salame croccante è perfetto per piacevolezza e masticazione, le olive ci sono e si sentono ma sono in armonia con l’intera ricetta, il pomodoro cotto è dolcissimo. Non si riscontrano odori e sapori spiacevoli da prodotto conservato. Olio extravergine di oliva ben abbinato: qui deve accompagnare e non essere protagonista. Da manuale (Laura Dal Sacco).
Capricciosa monumentale. Tutti gli elementi protagonisti hanno un profumo esplosivo restando distinguibili al naso, agli occhi e soprattutto al palato con consistenze, temperature, contrasti, morbidezze e ruvidità. Gli ingredienti spiccano (oltre che per qualità) per tecniche di cottura/preparazione che mettono a segno l’obiettivo primario di una pizza del genere: equilibrio e mediazione. Questa selezione, queste scelte sanno mettere in comunicazione gusti, sfumature e sentori. L’impasto è raffinato, partecipa al profumo, si fa spazio nel morso, gioca quasi a pulire il palato rendendo irrinunciabile il cornicione. Sicuramente con la complicità di una cottura esemplare che sa valorizzare e rendere persistenti le diverse sensazioni al palato. Nota di particolare merito per carciofini e olive (Francesca Brunzo).
Una vera esplosione di gusto. Il salame fritto da dipendenza (Vincenzo Consiglio).
2. La pizza Fiori di zucca al quadrato de I Masanielli
Per impasto e cottura vale quanto detto per la prima pizza in assaggio. Il profumo rivela subito una delicatezza contrastata dall’affumicato della provola e dal pungente della colatura. Tutto si ritrova poi all’assaggio che rivela sapori netti, puliti e in equilibrio, quindi una delicata gentilezza accompagnata da nuance di fumo e alici. I fiori crudi sono ingrediente che funge anche da decorazione ma soprattutto aggiunge gusto, freschezza e quella texture particolare dei petali. Scopro con piacere che il pistillo (che odio ritrovarmi sotto i denti per quanto ne apprezzi l’aromaticità) è stato utilizzato nel dressing con l’alga kombu. Quindi non si mastica ma c’è! Primavera ed estate in una pizza (Laura Dal Sacco).
Inaspettata-mente. Sì, perché Francesco Martucci sceglie come sua rappresentativa una pizza imprevista che ha saputo riflettere questo stesso effetto anche nell’elaborazione della stessa. Il profumo gioca a fare illusionismo. Si sente il mare ma si vede la terra; il sentore iodato dell’alga kombu riesce a spiazzare senza stonare perché armonizza con la mayo alla colatura di alici. Il fiore di zucca non si perde. Anzi – ancora una volta inaspettatamente – si fa largo e rafforza la sua identità grazie alla doppia consistenza. Ma soprattutto grazie alla spessa consistenza che riesce a raggiungere con l’affumicato della provola ed alla sapidità della ricotta dura grattugiata. Ancora un impasto che sa fare da pilastro a questo insieme di sapori. Cottura impeccabile nonostante l’umidità del topping: segno che l’inaspettato deve essere solo un momento ludico del cliente (Francesca Brunzo).
Un insolito modo di trattare in vari modi il fiore di zucca, ma nel migliore dei modi (Vincenzo Consiglio).
3. La pizza Piccante della pizzeria I Masanielli
La pizza piccante è la Camouflage (eau de parfum). Impasto e cottura si confermano anche qui. Menzione per il nome scelto che è particolarmente azzeccato per come si presenta alla vista. La camouflage è intensa e golosa, all’olfatto ricorda uno spaghetto aglio olio e peperoncino. Il morso è pieno e soddisfa tutto quello che il naso aveva promesso. Fra gli ingredienti: pesto di pomodori secchi, terra di olive, pesto di aglio orsino, ‘nduja. Tutto molto intenso e profondo. Se la pizza ai fiori di zucca era il giorno, questa è la notte (Lara Dal Sacco).
Pizza carica, densa, quasi violenta. Profumo energico, non a caso il nome (camouflage – eau de parfum). Il gusto tocca intensità che sanno giocare con tutti i “pizzicori” del palato. Amaro e piccante sembrano quasi pronti a lottare quando invece al morso si spalleggiano, rinfrescati dalla pungente nota speziata dell’aglio orsino che funge da fulcro e fa da appoggio ad una leva che sa spingere e tirare equilibrando ancora una volta il risultato finale. Qui si apprezza ancora di più l’impasto che silenziosamente si fa spazio e avanza deciso a sostenere in morso e consistenze. Altro che mimetizzarsi, questa è mimesi (Francesca Brunzo).
Questa pizza si fa mangiare prima con il naso poi con la bocca. Odore inebriante (Vincenzo Consiglio).
La pizzeria I Masanielli di Francesco Martucci vince e va ai Quarti di Finale
Francesco Martucci con la sua pizzeria di Caserta vince la sfida con 805 punti e passa il turno. Nei Quarti di Finale avrà di fronte la vincente tra Palazzo Petrucci con Davide Ruotolo e Pepe in Grani di Franco Pepe. Una sfida che vede la pizzeria che ha conquistato il maggior punteggio nelle qualifiche contro la pizzeria tra le più famose e non solo in Italia. Ma, come detto, gli Ottavi di finale sono tutta un’altra partita.