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28 Aprile 2012 Aggiornato il 8 Aprile 2019 alle ore 08:12

Gino Sorbillo: Se l’incendio è doloso si apre una stagione di guerra

"Dobbiamo aspettare i risultati delle indagini", ricorda Gino, "ma se non dovesse trattarsi di cortocircuito è chiaro che qualcuno vuole aprire una
Gino Sorbillo: Se l’incendio è doloso si apre una stagione di guerra

“Dobbiamo aspettare i risultati delle indagini”, ricorda Gino, “ma se non dovesse trattarsi di cortocircuito è chiaro che qualcuno vuole aprire una stagione di guerra ai commercianti con un messaggio di paura. Qualcosa ancora non torna, le fiamme sembrano essere state aiutate a salire verso l’alto da due piste, forse due acceleratori”. La paura è proprio questa, lanciare un avvertimento, creare il precedente da utilizzare o semplicemente sfruttare l’incidente per creare timore e accondiscendenza.

I pizzaioli napoletani sono ben decisi a non lasciare spazio a dubbi. Entro fine maggio ci sarà una grande manifestazione: la Pizza della Legalità che potrebbe cadere a ridosso del 160° anniversario della fondazione della Polizia, il 25 e il 26 maggio, e tenersi proprio nella pizzeria di Gino Sorbillo che dovrebbe riuscire a terminare tutti i lavori di ripristino. Un messaggio chiaro e forte che scavalchi qualsiasi retro-pensiero.

Inutile girarci intorno. La preoccupazione maggiore è sulla natura dell’incendio che ha devastato la pizzeria di Gino Sorbillo a Via dei Tribunali. I danni materiali sono uguali, ma il vento che ha soffiato tra le pareti e le travi della pizzeria può avere impeto diverso.

Fabio Spada, patron di Glass Hostaria, ha affidato a Facebook una riflessione sulla portata emotiva dell’incendio. Eccola.

Sul web sembra invece che il motivo di empatia maggiore sia legato alla possibilità che sia doloso. Ci sono commentatori che continuano a far finta di ignorare che potrebbe essere stato un banale corto circuito. Tutti a correre a testimoniare la propria solidarietà contro la camorra. Come se il dramma (professionale ovviamente) fosse minore se non fosse provata la mano criminale.
Io non credo sia così, il dramma (sempre professionale intendo) è vedere il proprio posto di lavoro umiliato dalle fiamme, i propri ricordi irrecuperabili, i propri sogni vacillare, il proprio sudore divenuto inutile, le mura annerite da un fumo inclemente che lascerà quell’odore acre nelle narici di chi lo respira, ben oltre l’avvenuta ristrutturazione.

Il dramma professionale è minore se si accerterà che l’incendio è stato provocato da un cortocircuito, questo è il mio punto di vista. Resta “solo” un danno economico e uno spavento, per fortuna limitato dall’orario dell’evento.

Nel caso di un avvertimento c’è la paura. Perché il Tevere che straripa o l’incendio del quadro elettrico può danneggiare tutto e portarti via sedie, tavoli, suppellettili ma è un fatto fortuito aggravato da disattenzione, sfiga e tutto quello che di grave può andarci accanto. Non c’è la premeditazione e il disegno criminoso che ti fa chiedere se quella macchina sta seguendo la tua o quella di tua moglie. Ecco perché quando accadono questi eventi in alcune zone d’Italia è meglio alzare la guardia e stare compatti. L’isolamento e l’indifferenza fanno peggio dell’evento disgraziato. Altrimenti facciamo la figura di Roberto Benigni preoccupato a Palermo per il traffico.

Con tutte le cautele del caso (anche l’allarme ingiustificato fa danni) bisogna guardare la presenza del Questore di Napoli, Luigi Merolla, alla manifestazione di solidarietà promossa da Francesco Borrelli (chiaramente con un buon margine di strumentalizzazione politica) che ha un contro-messaggio preciso: ora accendiamo le sirene dell’allarme, poi a spegnerle c’è sempre tempo.

È come quello che ha vissuto il terremoto dell’80. Se sente muovere il palazzo si mette sotto l’architrave pronto a fiondarsi all’aperto. Anche se il movimento lo ha prodotto la metropolitana a Parigi.

Intanto, segnaliamo che le manifestazioni di solidarietà per Gino Sorbillo si moltiplicano.

La pizzeria Elite Rossi ha sfornato una pizza di chiaro imprinting sorbilliano.

Sarah Scaparone, amante della pizza, di Napoli e addetta stampa di Molino Quaglia, ha aperto una sottoscrizione di una pizza virtuale per un aiuto reale (Ecco l’Iban: IT82Y0303203414010000001252 intestato a Giattan Srl.).

Monica Piscitelli devolverà i diritti di autrice della sua guida alle migliori pizzerie nel corso di un evento ad hoc.

Insomma, fatevi sentire anche se Gino Sorbillo ha già avviato i lavori per rimettere in sesto la pizzeria per renderla ancora più bella di prima.

Sarà anche un maledetto quadro elettrico che non ha funzionato ma l’idea che tra questo episodio e un altro, sempre occorso ad una pizzeria famosa a Napoli, ci sia un legame a qualcuno dà più di un pensiero.

Luciano Furia ha seguito la manifestazione: “Poco importa, ora, se l’incendio sia stato di natura dolosa o dovuto al caso o all’imprudenza: l’importante era dimostrare a Gino, e ai napoletani, che nelle disgrazie ci ha uniti, o ancor più fortemente che se si viene aggrediti, dal fato o dalle persone, se ne esce più forti di prima”. Dopo le dichiarazioni ufficiali del Questore di Napoli, Merolla, e di colleghi e di rappresentati di associazione, come Salvatore Miccù. Gino ha improvvisato una splendida e molto efficace “passeggiata della legalità” nelle vie del centro di Napoli, toccando anche la via dei pastori, S. Gregorio Armeno, ricevendo applausi a scena aperta e continue manifestazioni di affetto e  solidarietà da commercianti, semplici pedoni e turisti.

[ha collaborato Luciano Furia. Immagini: Luciano Furia]

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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