Hosteria del Vapore, trattoria dal 1870 vicino Bergamo, amata per la carne
Il nome intero è Hosteria del Vapore 1870. 150 anni di attività. Quinta generazione della stessa famiglia. Che è composta da Paolo Berzi cuoco e sommelier, la moglie Monica-Monique in cucina.
Al timone dell’attività, il figlio 29enne Stefano super sommelier AIS premio Trento DOC 2021, coadiuvato in sala dal collega Fabio.
Siamo a Cìcola, frazione di Carobbio degli Angeli in provincia di Bergamo. Non sulle montagne impervie, ma su una curva di paese a pochi minuti dall’uscita autostradale di Grumello.
Da sempre un luogo di passaggio
L’Hosteria ha l’H davanti ma è autentica, non è un vezzo, ed è Del Vapore perché di lì passava il trenino Bergamo-Trescore-Sarnico. Sopravvive infatti in una delle sale, la finestra-nicchia della biglietteria. Della struttura antica, dei muri spessi, beneficia la cantina, ricca. C’è anche una cigar room.
L’Hosteria era comunque, ai tempi dei nostri bisnonni, una trattoria di mediatori, con cambio cavalli, ben posizionata su un bivio dell’antica strada detta Paloscana.
Insomma, da sempre un luogo di passaggio – dove passano spesso e cenano anche i più famosi tristellati della zona. Avete capito chi.
Due-tre note sul menu dell’Hosteria del Vapore
All’Hosteria del Vapore si mangia bene. Il menu è rustico, intelligente, sconfina nel mondo con sorprendente semplicità. Perché Paolo Berzi, attento selezionatore, viaggia molto in cerca di sapori e acquista senza intermediari, spesso ottenendo specialità ad personam, siano essi salumi, formaggi, burro e latticini.
C’è grande disponibilità di prodotti orticoli grazie all’orto della casa e Monica-Monique, svizzera autodidatta dalla tecnica di ferro e dal sorriso gentile, ama trattare i vegetali.
Le carni, come la cacciagione, sono molto richieste e quindi molto ricercate: da tutto il mondo, sottoposte a importanti frollature. E qui Paolo confessa che per lui la cottura migliore è al forno. Un altro amore dichiarato sono le lunghe cotture, tradotte facilmente in stracotti e ragù.
Bisogna sapere che ci sono un paio di piatti signature: il Risotto al Moscato di Scanzo e strachitunt che non esce mai di carta e la Punta di vitello ripiena, orgoglio della casa da almeno 3 generazioni.
Fanno anche una pizza gourmet, scrocchiarella, cotta in un ultratecnico forno elettrico.
Ci sono dei percorsi-degustazione e i piatti hanno bei nomi, diretti e simpatici. È un posto piacevole anche per cenare in coppia, ma mi sento di consigliare una cena tra amici per godere di assaggi incrociati. Sarete serviti con cortesia, affabilità, autenticità spontanea.
La nostra cena all’Hosteria del Vapore
Avete presente quelle cene in cui da un momento all’altro il tavolo passa da vuoto a pieno-pieno di piatti e diventa difficile – ma forse non è così importante – darsi una sequenza? Ecco.
A lato del cestino del pane, con pane-sfoglia e grissini è apparso un cestello di gnocco fritto in compagnia di un amuse-bouche di pomodoro San Marzano e fiore di zucca ripieno di ricotta di bufala decorato con fiori di campo.
Nei calici, per iniziare, un vino fresco: Grechetto umbro Rex Danner a fermentazione ancestrale in bottiglia. Con una bolla delicata, opaco. Il torbido è nel carattere di questi vini e può affascinare.
Una giostra di antipasti. A partire dai taglieri con gli affettati e i formaggi. Rispettivamente: i salumi di maiale pesante (bestie di mole pazzesca, in controtendenza con i suini magri) dell’azienda Bettella e cioè pancetta 24 mesi, culaccia 24 mesi, prosciutto 40 mesi!
E che buono l’orologio caseario, praticamente uno scioglilingua. Nel nostro c’erano Chanoux, Taleggio di Vedeseta, Formai de Mut, Blu francese da abbinare a piacere con miele d’abete e confettura di fragole fatta in casa.
Un trionfo di verdure, crude e in diverse cotture
Monica si scatena in una continua combinazione di forme, colori, sapori. Arrivano le insalate. Di pomodoro poi di anguria, feta, sesamo, semi di zucca, menta con vera feta di un produttore greco, fatta maturare 18 mesi ben pressata nei tini di legno. E la più memorabile: Pesche, peperoni sotto’olio, pinoli, basilico che, ammetto, ho già rifatto “n” volte in privato con e senza ospiti.
Un’altra, insolita insalata dell’Hosteria del Vapore è quella di Cavolo macerato e fiore di cappero – super interessante, puntuta sul palato, prossimamente sarà servita con pastrami come piatto freddo. Idea notevole.
Mentre nei calici vibra un Lambrusco spumantizzato millesimato Christian Bellei 2016, seguono rolls di Zucchine ripiene di fonduta di formaggio, Melanzane con pomodoro.
C’è anche, e miete consensi, un’Insalata russa con verdure cotte a bassa temperatura. Croccantine, loro. Commovente la maionese che sembra fatta a mano da una nonna.
Manca qualche piatto? Ricotta, pomodoro sbucciato, insalatina pomodoro confit, il coppo con i Fiori di zucca ripieni di ricotta e acciuga, fritti. Asciutti, croccanti fuori, delicati dentro.
I primi e il piatto signature
Nei calici arriva una Falanghina dei Campi Flegrei Sintema – salina, vulcanica, sapida, minerale, sentori di frutti e fiori gialli, mela, pera, origano, erbe aromatiche, e rosmarino. Insomma, mare e vulcano.
Nei piatti arriva il primo dei primi, dai forti toni arancio: Risotto zafferano e Mimolette (formaggio francese arancione che avevo conosciuto a Tolosa). Il riso è di Baraggia. Un altro risotto estivo è con mozzarella di bufala, basilico, pomodoro. Sarà per la prossima volta.
L’altro primo dell’Hosteria del Vapore è il Pacchero al pomodoro, con pomodoro del Vesuvio. Il formato dei paccheri del pastificio d’Aniello di Gragnano è gigante, colossale anche la tenuta. E non c’è formaggio – nel senso che non ce n’è bisogno.
Trionfa nel piatto dei carnivori la Punta di vitello ripiena: oltre tre ore di cottura, piatto fedele che vale il viaggio all’Hosteria del Vapore, ricetta della mamma di Paolo che il giorno prima di morire ha raccomandato a Monica di non dare la ricetta “se no la sbagliano”. Nel ripieno segretissimo, che viene fatto saltare, parmigiano Reggiano 24 mesi, poco pane, prezzemolo. Con le eccedenze, polpettine.
La punta dell’Hosteria del Vapore è accompagnata da una polenta di rosso antico, una varietà recuperata di mais che, macinato grosso, dà una polenta rustica.
In abbinamento con questo secondo robusto, una birra artigianale del birrificio romano Ritual LAB: le sue note cerealicole riprendono la parte cerealicola del piatto. Altrimenti, suggerisce Stefano, un buon pairing è con Pinot nero.
Mentre nei calici entra una Selossata 2006 dell’azienda il Pendio che fa 5 anni sui lieviti e altrettanti di affinamento, arrivano il profumato gelato alla fragola e biscottini e meringhette che Monica prepara.
Quanto costa mangiare all’Hosteria del Vapore
Per una cena come la nostra – decisamente esondante rispetto agli altri percorsi proposti dall’Hosteria a 40-50 € dall’antipasto alla piccola pasticceria bevande escluse – partite da 60 € a testa cui aggiungere i vini.
Peraltro, il prezzo medio di antipasti, primi e secondi si aggira sui 20 € cadauno. Le carni vengono conteggiate a peso a partire da 8 €/etto.
Nei 60 coperti (+ 10 nel dehors) dell’Hosteria del Vapore si pranza dalle 12 e si cena con orari molto settentrionali dalle h 19.30 alle 22. I tempi sono goduti e generosi, difficilmente si vedranno doppi turni.
Il sito dell’Hosteria del Vapore è anche un e-commerce, che propone vini e alcune specialità tra olio, scatolame, riso e pasta. Ma essere accolti e gustare i loro piatti al loro tavolo è un’altra cosa. Andateci.
Hosteria del Vapore. Via Manzoni 2, Fraz. Cicola. Carobbio degli Angeli (BG). Tel. +39035953401