Nadia Toffa e Le Iene svelano i segreti del concentrato di pomodoro cinese venduto in Italia
Le Iene tornano con un servizio sul Made in Italy realizzato dalla giornalista Nadia Toffa. Protagonisti i pomodori.
Meglio: la pasta di pomodoro cinese che viene importata in Italia e che viene venduta come nostrana senza problemi grazie a leggi facilmente aggirabili che permetterebbero a barattoli con quantitativi di pesticidi troppo alti di entrare facilmente nel nostro Paese.
Non tutti, a quanto pare, hanno preso esempio da Mutti, che ha scoperto come stanare il concentrato cinese nei barattoli italiani.
In poche parole, spiega Toffa, per diventare Made in Italy basta che “la lavorazione sostanziale” sia fatta in Italia. “Che sostanzialmente non significa nulla“, aggiunge la Iena (se non vedete il video qui sotto, andate al link)
Nel video la giornalista si finge una cliente in cerca di affari e tratta con tre “businessman”.
Il primo parla di Black Ink, tomato paste andata a male che viene mescolata con altro concentrato di pomodoro e venduto.
Il secondo non la porta a vedere le stanze dove la sostanza viene fabbricata.
Il terzo non le dice nemmeno quali sono le altre aziende italiane con cui lavora.
Specifichiamo: ahinoi, i nomi delle aziende sono sempre censurati. Nel video si trovano pochi indizi: una ha uno stabilimento vicino Napoli, un’altra nel centro Italia.
Un’altra ancora vende pomodoro al ragu, al cui interno ci sono larve di mosche. Sì, avete letto bene.
Alla fine del servizio la Toffa invita il pubblico a firmare la petizione su Change.org, con destinatari il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e quello dello Sviluppo Economico Federica Guidi: “Visto che i controlli in dogana sono pochi e le leggi su metalli pesanti e fitofarmaci sono molto diverse tra i vari paesi del mondo, rischiamo di mangiarci una marea di schifezze senza neanche saperlo. Chiediamo che su TUTTI i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti, come si fa per l’olio extravergine di oliva e pochissimi altri alimenti inscatolati, per cui bisogna scrivere la provenienza: Italia, UE, extra UE. Poi sarà il consumatore a decidere. Vogliamo il VERO Made in Italy”.
Siete pronti per firmare anche voi?
[Link: Le Iene]