Il Made in Italy è una bufala (blu)
Mobilitazione collettiva di allevatori e coltivatori che al parcheggio del Brennero hanno avviato un’operazione trasparenza per controllare la provenienza delle tante merci alimentari spacciate per italiane. Il controllo viene effettuato dalle Forze dell’Ordine e dai Nas. Il latte indirizzato a località dove si producono mozzarelle di qualità sembra essere il caso più eclatante di contraffazione e di truffa ai danni dei consumatori italiani. Sotto un’insegna o un marchio italiano si possono celare in realtà prodotti preparati e confezionati all’estero come ha dimostrato l’ormai tristemente famosa mozzarella blu. Ed è sulla necessità di tutelare la salute pubblica che il presidente della Coldiretti Sergio Marini, alla guida del presidio del Brennero, ha puntato le carte. Non è solo l’importazione del prodotto finito sotto mentite spoglie a preoccupare. Esistono anche 1 miliardo e 300 milioni di litri di latte che viaggiano verso i luoghi deputati alla realizzazione tipica della mozzarella insieme a milioni di quintali di cagliate congelate e di latte in polvere. Non è solo la mozzarella a rivelarsi una tipica fregatura del Made in Italy. Ci sono anche le cosce di maiale pronte a diventare prosciutti, per fare un esempio. L’obiettivo è scoprire il “finto Made in Italy” trasportato sui camion che passate le frontiere saranno poi seguiti con auto “civetta” fino a destinazione. Ma le operazioni legalità dovrebbero essere a tutto tondo. O vogliamo dimenticare le tonnellate di mozzarella di bufala che viaggiano in tutta Italia come pacchi postali e non nelle celle frigorifere? La contraffazione alimentare è una catena, appunto. E mai come in questo caso, il pesce puzza dalla testa, ma finisce alla coda.
Foto: www.ivg.it, Manuela Cerri