Il migliore Parmigiano reggiano bio da vacche che dormono su materassi
Il pollo buono? Dipende da che vita ha fatto, ha detto una volta il grande Alain Ducasse. Il Parmigiano speciale? Dipende dal latte e dalla vita che fanno le mucche che lo producono. Quelle della famiglia Ghiaroni se la spassano letteralmente: camminano sulla gomma, dormono su materassi, vivono im ambienti costantemente tenuti freschi da grandi ventole, bevono acqua fresca d’estate, camminano all’aria aperta. Qui finisce l’elenco dei comfort per le mucche e inizia quello degli altri buoni motivi per diventare golosi di Parmigiano Reggiano del caseificio Casearia Sant’Anna di Anzola dell’Emilia (Bologna). E cioeè: solo latte della fattoria per produrre il formaggio Dop, concime e foraggio bio autoprodotto, solo mais e soia acquistati ma rigorosamente bio.
Il formaggio che esce dal caseificio (13-14 mila forme nel 2012) se lo pappano, ahimé, perlopiù all’estero (costa il 30% in più): “L’80% delle forme va all’estero, soprattutto in Germania, Inghilterra e paesi nordici”, spiega al Resto del Carlino Maurizio Ghiaroni che insieme al fratello Enzo gestisce 250 ettari di terreni e si occupa delle 600 vacche della stalla.
Si favoleggia che il Parmigiano prodotto con il latte dell’azienda abbia un piacevole retrogusto di fiori e erbe di campo, gli stessi di cui si nutrono le vacche quando sgambettano all’aperto. E si racconta pure che presto Maurizio Ghiaroni, di ritorno da una trasferta in Israele, andrà al Salone dell’Agricoltura di Parigi a insegnare ai Francesi come si fa il formaggio buono.
[Link: Il Resto del Carlino via Qualivita. Immagini: Francesco Arena/SdG]