Shopping. I migliori pomodori pelati italiani
Il servizio delle Iene sul pomodoro cinese venduto in Italia ha provocato una vasta ondata di ribrezzo nel web.
È vero, si parla di triplo concentrato e di pasta di pomodoro messa in fusti blu che sanno di scorie radioattive piuttosto che di prelibatezze. E tra lunghissime scadenze e ragù al sugo di larve di mosca, la fantasia di uno spaghetto al pomodoro potrebbe passare, anche se l’Italia non sta con le mani in mano.
Per evitare di cadere nell’errore di mangiare all’improvviso pasta in bianco o di cadere in depressione per mancanza di orto domestico (i fortunati, invece, potranno contare sulla ricetta delle conserve fatte in casa), ecco la classifica dei migliori pomodori pelati. Sul concentrato io ho un solo nome da spendere quando lo utilizzo.
I migliori pomodori conservati italiani
Innanzitutto, come si legge l’etichetta di una confezione di pomodori pelati? Ci viene in soccorso il Fatto Alimentare con queste note da mandare giù a memoria.
I pomodori conservati in maniera corretta hanno una vita di 2 anni ma possono arrivare a più di 3. Normale, quindi, trovare sugli scaffali confezioni preparate anche 1 anno prima.
Se li volete freschissimi, dovete decifrare il codice
La scritta è composta da una lettera dell’alfabeto seguita da un numero compreso tra 1 e 365. La lettera indica l’anno, mentre il numero il giorno in cui i pomodori sono stati inscatolati. Potrebbe esserci anche una seconda lettera dopo il numero ad indicare lotti relativi a periodi di durata inferiori alla giornata lavorativa. Per esempio, quando su una scatola di pelati è indicato “E218”, significa che il confezionamento è avvenuto il duecentodiciottesimo giorno del 2011, ovvero il 6 agosto: una data consona per la raccolta.
Ecco le lettere degli ultimi anni.
2015 | “S” |
2014 | “T” |
2013 | “H” |
2012 | “M” |
2011 | “E” |
2010 | “N” |
2009 | “R” |
2008 | “A” |
2007 | “C” |
Ok, ora che avete appreso quali anni comprare e quali lasciare, ecco i migliori pomodori.
[Aggiornamento: i prezzi dei pomodori pelati nel 2022]
#10. Eligo
Mi piacciono i pomodorini gialli. Questo tipo si chiama Giagiù ed è reperito alle pendici del Vesuvio. Eligo, che ha presidio Slow Food, coltiva solo a mano, con l’ausilio di pali di sostegno e fili. Il periodo di coltivazione va da aprile a settembre, mentre la raccolta si effettua tra fine luglio e metà settembre. Storicamente il suo consumo era associato al pane di mais, ma grazie ad alcune azioni di valorizzazione condotte dalla Regione Campania, viene ad oggi utilizzato in diverse preparazioni in abbinamento con piatti di pesce.
Il barattolo da 520 ml costa tra i 5 e i 6 €, quello da 950 ml tra gli 8 e i 9 €.
#9. Casa Barone
Anche questo pomodorino proviene dalle pendici del Vesuvio. Ha una buccia abbastanza spessa, quasi croccante al morso, e una polpa soda e compatta, con un basso tenore di acqua. L’area di coltivazione del pomodorino del piennolo – che deve il suo nome alla consuetudine dei contadini vesuviani di intrecciare i grappoli di pomodori intorno a uno spago legato a cerchio – comprende tutti i comuni inclusi nel perimetro del Parco Nazionale del Vesuvio, a un’altitudine compresa tra i 150 e i 350 metri sul livello del mare. I semenzai si preparano a fine febbraio, mentre le piantine si trapiantano in campo aperto tra marzo e aprile: tra luglio e agosto i pomodorini sono pronti per essere raccolti. A questo punto vengono lasciati ad “asciugare” in cassette di legno fino alla fine di agosto per essere successivamente tagliati longitudinalmente in due parti e invasettati a mano, sigillati con tappi a vite e, infine, pastorizzati. Il terreno è costituito da materiale proveniente dalle colate laviche stratificate nei secoli, è di colore tendenzialmente scuro e prevalentemente sabbioso, povero di azoto e ricco di potassio. Anche in questo caso, tutte le pratiche a mano sono eseguite a mano a causa della disposizione irregolare e a terrazze dei terreni, che rende difficile la meccanizzazione.
La conserva tradizionale da 520 g costa tra i 5 e i 6,70 €.
#8. Mutti
Come vi avevamo già spiegato, Mutti nel gennaio del 2013 ha scoperto – in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’università di Piacenza e al Laboratorio Lims di Verbania) – il metodo per stanare il concentrato cinese nei barattoli italiani. Mutti è molto conosciuta proprio per il suo concentrato e per la polpa (qui vi metto una ricetta con le polpette facile facile) che arriva da pomodori selezionati e triturati a temperatura ambiente (20° circa) secondo un processo brevettato da Mutti e ancora oggi segreto (le scatole vengono riempite di polpa a una temperatura di circa 80°C: una volta chiuse, le latte vengono pastorizzate a 90°C per circa un’ora). Ma c’è anche il pomodoro pelato e il San Marzano pelato con i pomodori che arrivano dal sud Italia. Per me l’ancora di salvezza in qualsiasi supermercato.
Il costo di un barattolo è di circa 0.96 centesimi di €, mentre la confezione da tre lo trovate intorno a 2.50 €.
#7. Così com’è
Eccoci di nuovo coi pomodori datterini gialli: questo è conservato nel suo succo, ovvero immerso nella sua stessa polpa per mantenere il suo gusto equilibrato, e si distingue per l’elevato grado zuccherino che lo rende gustoso e gli conferisce un sapore pieno. È buono per dare una nota di carattere alle ricette, ed essendo senza buccia è adatto anche alla preparazione di sughi, creme o vellutate. Le coltivazioni sono nella Piana del Sele, in provincia di Salerno. Nella preparazione non si usano pomodori geneticamente modificati e la coltivazione rispetta le regole della Produzione Integrata. I frutti sono raccolti a mano, lavorati delicatamente e conservati in vetro affinché rimangano inalterati gusto e profumo del pomodoro fresco. Non vengono aggiunti zuccheri, conservanti, stabilizzanti. Questo pomodoro è ricco di antiossidanti e vitamine.
Il prezzo della confezione da 12 barattoli da 350 g è di 30,56 €, cioè 2.54 € l’uno.
#6. Dani Coop
Dani Coop, Cooperativa Agricola composta da oltre 70 soci, iscritta all’Albo delle Fattorie Didattiche della Regione Campania ed alla Coldiretti di Salerno,è uno dei produttori di pomodoro San Marzano DOP. Qui viene seguito tutto il processo produttivo, partendo dai semi, dalla fornitura delle piantine ai soci produttori, fino all’assistenza tecnica agronomica durante la fase di crescita e di raccolta. La materia prima è costantemente controllata, la filiera è tracciabile e certificata anche da Agroqualità, riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura.
Il prezzo di un barattolo base da 400 g è di 11,99 1,30 €.
#5. Sapori di Corbara
Il pomodorino di Corbara, o Corbarino, è una varietà particolare: piccola, dolce, pungente al sapore, ricca di pectina. Ha origini antiche e viene coltivato in maniera tradizionale: riceve acqua solo quando piove. Per un piatto di spaghetti al pomodoro e basilico, si sceglie “Corbarì Acqua e Sale”, che viene condito con una soluzione di acqua e sale e venduto in vetro. Una volta messo in padella è pronto in pochi minuti. Strepitoso per preparare Ma per i ragù napoletani si sceglie “Sua Eccellenza il Pomodoro”.
Il costo di 12 barattoli da 520 g del pomodorino di Corbara (classico) è di 54 €, cioè 4.50 € al pezzo. Costa, invece, 57 € l’Acqua e Sale (4.75 € al pezzo).
#4. Gentile
Gentile è un marchio associato soprattutto alla pasta di Gragnano. Ma nella sua produzione ci sono anche le conserve di pomodoro e di frutta. Ho scelto il datterino giallo che trovate nelle pizzerie Da Attilio a Napoli e La Dea Bendata di Ciro Coccia a Pozzuoli. Un pomodoro che è entrato molto velocemente nelle preferenze degli appassionati di gastronomia.
Il barattolo da 580 g costa intorno ai 5 €.
#3. Vastola
Con Maida/Vastola arriviamo al podio. L’azienda che si trova alle porte del Cilento è famosa per i suoi carciofini e per i tanti ortaggi messi in conserva. Tra le conserve ci sono anche i pomodori disponibili in passate (compreso il “bottiglione”) e i barattoli in vetro con il pelato e il pelato giallo di Capaccio. L’azienda agricola si estende su terreni distanti 5 chilometri dagli scavi archeologici di Paestum, in Campania.
Prezzi: 580 grammi pomodori pelati 5,50 €. 580 grammi Pomodoro pelato giallo di Capaccio: 6,50 €
#2. Miracolo di San Gennaro
Quest’azienda campana nasce dieci anni fa e sfrutta il clima mite e i terreni di origine vulcanica (quindi ricchi di minerali e acqua) per produrre il suo pomodoro che è un presidio Slow Food. La coltivazione è basata su varietà ed ecotipi autoctoni ed è ecosostenibile: si fa quasi tutto a mano. Per la concimazione e la difesa si utilizzano i sistemi di coltivazione propri dell’agricoltura integrata. La zona è nell’area dei Monti Lattari in Penisola Sorrentina.
Il vasetto da 530 grammi costa 3.80 €.
#1. Agrigenus
Beatificato dalla famosa puntata di Report sulla pizza, il pomodoro pelato Agrigenus (anche nella versione Antichi Pomodori presidio Slow Food) nasce nel 2005 in Campania (Agro Sarnese – Nocerino) e utilizza tecniche di produzione integrata. I frutti vengono raccolti a mano e sono inscatolati uno ad uno: tutto il processo, dalla piantina fino al pelato in scatola, è controllato e certificato e controllato.
Il San Marzano Dop in latta da 400 grammi costa 1,30 €. Gli Antichi Pomodori di Napoli – stesso peso – costano 1,50 €.
E ora tocca a voi. Qual è il vostro pomodoro pelato preferito?
[Immagini: Vincenzo Pagano, Scatti di Gusto, Luciano Furia, Rosalia Imperato, Salfor.it]