Milano. Come affondare pizza e gourmet, due termini inconciliabili in una taverna
Stavolta il critico mascherato Valerio M. Visintin non ha affondato solo un ristorante, anzi, una pizzeria a Milano.
Ha affondato un genere. Quello della pizza gourmet.
Che ha i suoi profeti e i suoi estimatori. Come il Gambero Rosso che ha lanciato una guida con la tripartizione napoletana-italiana-gourmet dove la prima pare un’isola, la seconda come il resto del mondo nelle partite che contano come il 2 di coppe quando regna bastoni, e appunto gourmet che vuol dire strafiga. Definizione che è stata cancellata nell’edizione 2016 e sostituita con una più cervellotica “a degustazione”.
Per cui ora la scala della pizza gamberacea vista da un napoletano dovrebbe suonare così:
- napoletana = quelli che si rimpizzano
- italiana = quelli che si atteggiano
- a degustazione = quelli che non sanno come spendere i soldi
Se fosse giusto il sillogismo avremmo:
- tutte le pizze gourmet sono a degustazione
- tutte le pizze gourmet sono costose
- tutte le pizze a degustazione sono costose
Non so se sia stata questa l’equivalenza che ha incendiato la recensione del martedì, ma certo è che la Taverna Gourmet è diventata l’esemplificazione di come gourmet sia un aggettivo di potenza uguale a “tradizione e innovazione”, “rivisitato”, “percorso”, “esperenziale” et similia.
Potremmo tentare una difesa d’ufficio dell’aggettivo francese per dire che quel ristorante è eccellente, quella pizza è eccellente, quel panino è eccellente. Ma allora perché non usare eccellente?
Perché dobbiamo contrapporlo a bistrot che vuol dire eccellente ma non costoso e quindi gourmet è eccellente e costoso. O contrapporlo a normale per gente che non ne capisce niente di cibo e mai si interesserà al caso. Il Premium, il De Luxe di una volta, insomma.
Mi sta fumando il cervello a seguire me stesso in questa elaborazione di categoria della pancia, ma pagare una pizza con gamberi – gourmet – 35 € potrebbe rendere rossi. E non si salverebbe nemmeno una media pizza gourmet a 25 o una popolarissima margherita a 14 €.
Questo è quello che dice Visintin, in buona sostanza.
Caro Visintin, da mascherato ad anonimo, permettimi: io direi che se tornassimo alle vecchie classificazioni di trattoria buona, bistrot fetente, ristorante eccellente, locale caro saremmo tutti più contenti.
Ma non posso. Qui per un articolo gourmet non pagano sette volte un articolo normale e non vorrei rovinarti la piazza con tutto il vicolo.
Posso solo dire che Taverna e Gourmet sono due termini per me inconciliabili?
In attesa di improbabile risposta porgo un antichissimo Vale.
Devotamente Suo, il Guardiano del (Buon) Gusto.
[Link: Corriere della Sera. Immagine: Facebook]