Pane e fuoco. La bruschetta sui carboni il Venerdì Santo a San Marco in Lamis
La sera del Venerdi Santo San Marco in Lamis (Foggia) prende letteralmente fuoco con oltre cinquanta torce ardenti dette “fracchie” che illuminano la città. O, meglio, illuminano il cammino durante la processione della Vergine Addolorata in cerca proprio di quel figlio che scomparve, portato via, dopo il tradimento di Giuda. Il Figlio crocifisso il Venerdì prima della sua resurrezione della Domenica di Pasqua.
Una autentica “Passione” muove gli abitanti di questa cittadina del Gargano che si impegnano nella realizzazione di vere e proprie macchine da fuoco, lunghe anche più di 15 metri ed alte 4. Usando la legna del vicino bosco, prelevata sotto il controllo del Corpo Forestale dello Stato, i “maestri d’ascia”, sezionano con la motosega oggi, ma nel passato con cunei di ferro e accetta, un unico tronco di castagno o di cerro, realizzando enormi torce di forma conica, stipate all’interno di legna incastrata in modo tale che una volta accesa, bruci bene ed in maniera uniforme. La dimestichezza con il fuoco da queste parti ha una storia antica. Il fuoco è da sempre usato per la cottura del pane e qui a San Marco in Lamis, è ancora molto simile a quel “Pane” che Gesù spezzò e diede ai suoi discepoli durante l’ultima cena, il giovedi di Pasqua. Qui lo chiamano “parrozze”, pagnotta.
Uno dei forni che merita più attenzione in paese è il Forno Sammarco. In questo forno “Zia Maria”, una arzilla signora che ha trascorso la sua vita a preparare pane, è stata affiancata da suo nipote, Antonio Cera, laureato alla Bocconi, che ha seguito il richiamo per il lavoro della sua famiglia. L’innovazione che il nipote Antonio ha portato al forno non è altro che una vera e propria “ossessione” per le materie prime di grande qualità che cerca presso i piccoli contadini ed allevatori della zona. Ricotta di mucca podolica, uova fresche (in questo forno si produce ottima pasticceria, colombe e panettoni alle olive Garganiche su tutti), ma anche asparagi e lampascioni selvatici, fave fresche e guanciale di maiale allevato all’aperto. Che finiscono nei suoi pani. E poi mandorle, arance e limoni tipici dello sperone d’Italia. Senza dimenticare il Grano “Senatore Cappelli” biologico, prodotto nel vicinissimo Tavoliere delle Puglie.
Durante questa particolare Via Crucis, l’odore del fuoco e del pane si mescolano, la vita e la morte convivono per tutta una notte. Il rumore delle ruote di ferro su cui poggiano le Fracchie e le strade che nel frattempo si riempiono di carboni ardenti, disegnano uno scenario dantesco.
Non potrete, se sarete presenti a questo antichissimo rito, fare a meno di pensare ad un semplicissimo boccone quaresimale, una fetta di pane “Senatore Cappelli” di forno Sammarco, tostata sui carboni, condita soltanto con dell’olio extravergine del Gargano. Un’occasione semplice e coinvolgente per mangiare una delle tradizioni dell’Italia.