Napoli. Ciro Salvo sfida Roma con la pizza Carbonara
C’è stato l’incontro tra pizza(ioli) di Napoli e pizza(ioli) di Roma qualche giorno fa sotto l’ombrello dello champagne a Palazzo Petrucci.
[related_posts]
Ma ora è la bussola gastronomica di Napoli a guardare a Roma con le nuove pizze di Ciro Salvo da 50 Kalò
Arriva la pizza Carbonara che è la grande novità della stagione, frutto di una ricerca a cui Ciro Salvo si dedica da tempo: con le uova biologiche di San Bartolomeo, il fior di latte di Agerola, il guanciale irpino e il parmigiano reggiano DOP 36 mesi, pepe nero e olio extra vergine di oliva Dop delle colline salernitane, è una pizza sontuosa e di grande sapore.
Già questa basterebbe a spingere i fan del pizzaiolo e gli appassionati della pizza ad allungare le file davanti al suo locale.
Saranno di più i napoletani o i romani?
E non finisce qui, quanto a citazione di altre città.
C’è spazio anche per Bologna grazie alla pizza con ricotta e mortadella di Bonfanti, presidio Slow Food, prodotta utilizzando solo spalla e guanciale di suini italiani pesanti, senza aggiunta di additivi chimici.
Si torna in Campania con la pizza con Papacelle dolci napoletane della azienda agricola Vincenzo Egizio e provolone del Monaco Dop.
La classica procini e salsiccia si arricchisce con la Nduja di Spilinga del produttore Luigi Caccamo nella versione pura o con broccoli di Partenopoli ( presidio Slow Food) della azienda Storti e salsiccia di maiale nero casertano.
Nel nuovo menù invernale restano i grandi classici di Ciro Salvo: la 50 Kalò sia nella versione marinara che in quella margherita e la pizza della Alleanza (Alleanza slow food dei Cuochi) scelta da Identità Golose per il libro “100 chef che hanno cambiato la cucina Italiana”.
La carta dei vini propone una ricca selezione di produttori di eccellenza anche al bicchiere di vini banchi, rosati, Franciacorta come : Quintodecimo, Marisa Cuomo, Terre del Principe di Manuela Piancastelli, Montevetrano, Antonio Caggiano, Molettieri, Clelia Romano, Ciro Picariello, Benito Ferrara, Corteaura Franciacorta).
C’è una carta a parte per le birre che si arricchisce di produttori artigianali come il birrificio Antoniano di Villafranca (Padova) o Maltovivo di Benevento, 32 Via dei Birrai di Treviso o Zago di Pordenone.
Dolci, gelati e sorbetti artigianali sono di Scaramurè che li realizza con il miglior latte nobile dell’Appennino campano in versione dedicata per 50Kalò. Inoltre a rotazione si potranno degustare i dolci di punta di famosi pasticcieri campani, il babà della pasticceria Marigliano e i tartufi di Gay-Odin.
Ma resta sovrano l’interrogativo: piacerà una “diversamente carbonara” sul Golfo di Napoli?