Le migliori pizze di 50 Kalò a piazza Sannazaro: amerai pure la fila
È un lunedì di settembre e Piazza Sannazaro è stracolma. Le persone sono sparse qui e lì, prese dalle loro chiacchiere e dalle loro cose eppure sono tutte concentrate sulla stessa cosa. La pizzeria 50 Kalò appunto in piazza Sannazaro a Napoli.
Come lo so? Perché ad ogni uscita della addetta alla lista degli ingressi, tutti si silenziano. Ad ogni nome pronunciato – quello dell’eletto, pronto ad avere il proprio tavolo – si anima una espressione attenta sul volto di tutti. Non è per stanchezza o noia, è proprio il desiderio di godersi la propria pizza. Anche perché la fila scorre rapidissima ed alla frenesia dell’esterno si contrappone la calma pacifica dell’interno. Le sale sono piene, i camerieri si muovono ordinati e garbatamente si avvicinano ai vari tavoli sorridendo. Nulla di quanto ho detto è scontato. Ricevere questo tipo di accoglienza nonostante il locale pieno e l’esigenza di essere rapidi per soddisfare tutti non è una cosa banale. Piuttosto è segno di professionalità e di capacità di gestire.
Perché andare da 50 Kalò a Piazza Sannazaro
Sarà per questo che 50 Kalò è tra i pochi indirizzi segnalati dalla Guida Michelin? Sarà che a contare nell’esperienza comprata dal cliente ci sia anche l’esperienza acquisita da locali che da sempre hanno dovuto gestire grandi file provando a minimizzare le attese?
Insomma nel giro di poco entriamo e ci accomodiamo. Mise en place essenziale ma efficace. La tovaglietta in carta ha il menù stampato: sul fronte quello delle pizze, sul retro quello delle bibite. È incredibile quanto giochi la mente in queste cose. Un menù che non avresti mai totalmente letto in situazioni normali, viene scrutato in ogni angolo. Il motivo è la curiosità di spostare le posate od il bicchiere per conoscerne tutti i dettagli. Ma anche la particolare organizzazione delle pizze con una sezione di pizze vegetali.
La mia idea è abbastanza chiara però. Il motivo per cui sono scesa di casa per andare da 50 Kalò a piazza Sannazaro era una impellente voglia di “pizza e patate” di Ciro Salvo. Quello che non avevo previsto era che avremmo ordinato anche tutti e 4 i fritti in carta, presi più di tutto dalla voglia dei supplì.
Come sono i fritti
In pochi minuti arriva al tavolo di 50 Kalò a piazza Sannazaro un piatto di fritti. Con 1 crocchè, una frittatina classica, un supplì rosso e uno bianco (2,50 € cadauno). La doratura, la croccantezza, il loro essere così ben asciugati mettono già positività e caricano di motivazione l’assaggio. Il crocchè e la frittatine sono napoletanità autentica: pepe e pezzetti di salame arricchiscono la crocchetta che si mantiene morbida ma compatta. La pasta invece è sigillata dalla pastella (e non dal pan grattato) e nasconde un cuore cremoso, sugoso e saporito. Spaccare questa frittatina vale già il viaggio e l’attesa.
Restano i due supplì. Entrambi con riso Arborio. Quello rosso è ricco, godurioso con salsiccia e provola.
Ma è quello bianco (con crema di parmigiano reggiano 24 mesi e provola) che sorprende per gusto deciso ma delicato. E per telefono riuscito perfettamente e per cottura del riso esemplare.
Perché dedicare tante attenzioni ai fritti? Perché seppur fritto sia bono tutto, non tutto il fritto è bono. Riuscire ad avere un antipasto di classici fritti napoletani e non così saporito e soddisfacente fin dalla vista senza restare appesantiti è segno di due cose per cui dobbiamo fare i complimenti a Ciro Salvo: l’attenzione per la qualità e la qualità dell’attenzione. Senza dubbio in egual misura.
Due pizze per dire da 50 Kalò a piazza Sannazaro ci ritorno
Qualcosa che ci fa presagire che le nostre pizze non saranno semplicemente 50 Kalò ma un 100% impegno e dedizione. Eh sì perché non si tratta solo di un buon impasto ma anche di una farcitura curata, della scelta di materie prime per topping che pur mirando sempre alla semplicità riescono ad avere sapori unici.
1. La pizza e patate
È il caso della pizza e patate (obiettivo della serata sbloccato!). Un piatto della tradizione campana adattato alla pizza, ma che vi assicuro non fa per nulla sentire la mancanza della pasta (9,50 €). La crema di patate preparata a regola d’arte lascia sentire il sedano, le carote ma pure la lussuria della cotenna di maiale. La provola arricchisce il piatto in sapidità e sentore affumicato ma le vere chicche sono le croste di parmigiano croccanti che ravvivano il morso. Il tutto viene esaltato dal pepe nero macinato al momento. Una pizza delicata assai seppur intensa, un gusto che si radica profondamente nello spirito napoletano e che perciò sa farsi accogliere da qualsiasi palato.
2. La mia provola e pepe
La seconda pizza da prendere da 50 Kalò a piazza Sannazaro avrebbe dovuto essere scelta tra la bufala e fiocco e la fiori di zucca, ricotta e salame ma optiamo per La mia provola e pepe (9 €).
E le ragioni sono tre.
- Al tavolo volevano anche una pizza rossa
- Dopo 4 fritti e una pizza e patate forse era meglio non azzardare.
- Non so resistere a quelle che leggo come sfide a conoscere il gusto del pizzaiolo. Sì, è vero, ogni singola pizza ed ogni singola scelta su di una pizza racconta un po’ del suo creatore. Ma la mia mente è semplice: se usi “mia” o “secondo me” o addirittura il tuo nome per una pizza… beh, mi aspetto l’all in. E non sempre accade eh. Anzi.
Non è questo il caso perché Ciro Salvo mi sorprende ancora con una volta con un prodotto singolare, identitario ma soprattutto ricercato. Oltre all’antico pomodoro di Napoli, questa pizza è arricchita con un altro presidio Slow Food ovvero il fiore sardo, un formaggio di pecora mediamente stagionato che esalta la piccantezza del pepe di Tellycherry. Una provola e pepe introvabile questa di Ciro Salvo da 50 Kalò. Ed è questa la vera mission di una pizzeria ad oggi: avere qualcosa che porto il cliente a scegliere “la tua pizza” e non “una pizza come la tua”.
L’impasto non è semplicemente ben riuscito, è ottimo. Ben gestito, giustamente maturato, naturalmente saporito, con una texture tenace al punto perfetto da creare la perfetta cedevolezza al morso.
La pizza fritta e l’olio extravergine di oliva
Comunque si può riassumere tutto con il fatto che io un’altra pizza l’avrei presa e casomai proprio la fritta dopo aver assaggiato QUEGLI antipasti.
C’è da dire che l’olio è un punto forte di 50 Kalò: è specificato anche per prima cosa sul menù che il giro d’olio è sempre aggiunto a fine cottura. Dunque, se l’olio non fosse buono oltre ad essere accuratamente dosato e scelto, questo si rivelerebbe uno svantaggio. Invece, diventa il quid in più, la ciliegina sulla torta. Eppure le cure di Ciro Salvo sono (anche) altre: nella maggior parte dei suoi topping non c’è aggiunta di sale ma la regolazione della sapidità è raggiunta sfruttando il sapore degli ingredienti. Tutto punta a raccontarci che 50 Kalò è più che un impasto ben riuscito.
Da 50 Kalò a Piazza della Repubblica potete prenotare
Con la ristrutturazione del locale a Piazza Sannazzaro e l’apertura della nuova sede a Piazza della Repubblica, 2 (che offre la possibilità di prenotazione) Ciro Salvo mette in chiaro dei punti essenziali: l’occhio sempre attento al futuro, l’attaccamento alla propria tradizione e la capacità di perseguire le proprie scelte con coerenza che non vuol dire restare fermi ma muoversi con un’idea precisa.
Testimonianza di tutto ciò è anche nelle sue pizze e non solo perché nei prezzi è forse tra i pochissimi che riesce a restare veramente popolare pur non trascurando mai la qualità ma anche perché nelle sue proposte sceglie con grande decisione di restare in linea con tutto ciò che l’ha sempre contraddistinto e premiato: genuinità, chiarezza, accessibilità ed essenzialità.