6 vini Castellare di Castellina, dai bianchi di Sicilia ai rossi toscani
Nell’affollato scenario delle enoteche capitoline, Lux Wine a Roma si distingue per due aspetti. Non cerca il posizionamento facile nei luoghi della movida gastronomica come Prati e Ponte Milvio. Secondo, l’esperienza del vino, spesso confinata al piacere della degustazione, assume a Lux Wine una dimensione di studio e scoperta. Le degustazioni guidate sono momenti divulgativi come questo che ha visto protagonisti dei Domini Castellare di Castellina.
Ci siamo immersi nelle colline pettinate dei Domini Castellare di Castellina, azienda del Chianti Classico (Castellina in Chianti, appunto) che proprio qui ha presentato alcune referenze simbolo della filosofia aziendale.
Castellare di Castellina si estende in realtà ben oltre la Docg Chianti Classico. E dai suoi domini in Sicilia a Porto Palo di Melfi, e in Maremma sono nati bianchi interessanti.
I vini di Castellare di Castellina presentati da Lux Wine a Roma: bianchi di Sicilia
1. A cominciare da Tirsat di Gurra di Mare. È un blend di chardonnay e viognier che cresce praticamente su una spiaggia, a poche decine di metri dal mare. Fermenta e matura in acciaio, dopo una permanenza sulle fecce nobili per circa 9 mesi. Minerale e intenso, si apre con una leggera speziatura che con la permanenza nel calice si definisce ed evolve, acquistando sentori di cappero. La beva è fresca, ma al contempo avvolgente, sostenuta soprattutto da una spiccata sapidità che la allunga sul finale.
2. Si sale di struttura e complessità con il Grillo, annata 2022, di Feudi del Pisciotto, nella splendida Val di Noto (Sicilia orientale), da uve coltivate a Niscemi (Caltanissetta). Naso intenso, di frutta matura, scorza di cedro e sfumature erbacee di origano e foglia di limone. La bocca è piena, tonda e di buona lunghezza, e rispecchia molto bene l’impatto olfattivo.
I rossi della Toscana di Castellare di Castellina
3. Il primo rosso è Rocca di Frassinello, l’azienda maremmana di Castellare di Castellina, tra Grosseto e Castiglione della Pescaia. Blend di Sangioveto, Cabernet Sauvignon e Merlot. L’annata 2019 si apre con un naso intenso, che tradisce la permanenza in barrique (24 mesi). Cioccolato, frutta matura e note vegetali, fiori scuri non appesantiscono un bouquet che si posiziona a dispetto di tutto sui toni della freschezza. La beva risulta setosa, e fa emergere il merlot, che rimane nell’ombra all’olfatto. I tannini sono equilibrati e ben risolti.
4. Il San Germano, a seguire, è la versione cru del Rocca di Frassinello, da uve provenienti dal poggio omonimo, che veniva coltivato a viti già dagli etruschi 3000 anni fa. La 2019 presenta un naso più austero, terroso, diffidente. Le rese sono bassissime (40 q/ha). Si apre con la permanenza nel calice, e il primo ad emergere è il Merlot. Al palato è materico, con un tannino ancora capriccioso, un finale amaricante, ancora da domare. Il sorso è complessivamente d’impatto, suggerisce l’abbinamento con piatti strutturati e speziati, ammorbiditi da note vanigliate percepibili.
I Cru di Castellare di Castellina
5. Salendo verso la zona di Castellina, il primo vino all’assaggio è il Chianti Classico Riserva Castellare 2021. Da uve sangioveto e canaiolo, nel calice esordisce con un bouquet seducente, di rose, fiori e frutta rossa, su cui spicca oltre alla ciliegia, il melograno. La bocca è vivace, come ci si aspetterebbe da un Chianti Classico Riserva così giovane, che ha visto solo legni esausti (botte grande e barrique di 2° e 3° passaggio per 15 mesi). L’eleganza è sottesa e in procinto di emergere con qualche altro anno di riposo, nel ritmo di un sorso giocato tra la freschezza del frutto e dell’acidità e i tannini, ancora percepibili.
6. Chiudiamo con il fiore all’occhiello aziendale, I Sodi di San Niccolò, bottiglia premiatissima da tutte le guide di settore (6° classificato Top 100 di Wine Spectator, Tre Bicchieri Plus Gambero Rosso, 4 Viti Ais, 98/100 Doctor Wine, Gold Medal Merano Wine). Cru di Sangioveto (il nome locale del Sangiovese) al 95% e Malvasia nera, riposa dai 24 ai 30 mesi in barrique e ulteriori 12 mesi in bottiglia prima della messa in commercio. Il naso di questa annata 2021 è scuro e complesso, con note di caffè, bosso, frutta scura e fiori appassiti. Il sorso, seppure d’impatto, tradisce la gioventù del vino, che ha ancora strada davanti a sé, soprattutto per i tannini che entrano a gamba tesa su una beva piacevole per freschezza e rotondità, molto coerente con il bouquet olfattivo.
Cos’è Lux Wine
Lux Wine è nata come enoteca polifunzionale, che va oltre la classica vendita e propone una concezione innovativa del rapporto tra vino e cliente.
La mente dietro a Lux Wine è Mattia Favazza, Bibenda Wine Master e professionista. Ha dedicato più di un decennio alla formazione sul vino, arricchita dall’esperienza in vari store di Signorvino e da un approccio radicato nella ricerca e nel dialogo con produttori, enologi e agronomi.
Lux Wine ha aperto a Roma Nord, all’interno del parco commerciale Pandora lungo via Cassia. Ad accogliere il cliente/degustatore/semplice curioso c’è una vera e propria cantina. Una sala in legno, divisa in senso longitudinale da una bottigliera di tutto rispetto, con oltre 900 referenze suddivise per tipologie.
Prima le bollicine, tra prosecchi (di qualità), spumanti dalle zone più vocate italiane ed estere, naturalmente champagne. Seguono i bianchi, i rossi, e a chiudere la panoramica una selezione di distillati pregiati, e di vini passiti, muffati e da dessert.
Tutto l’ambiente è studiato nel dettaglio: un lungo bancone in rovere di 14 metri e scaffali illuminati. Le bottiglie, custodite a temperatura e inclinazione ottimali, rappresentano un’ampia varietà di denominazioni italiane e internazionali.
Un grande tavolo sociale ospita fino a 35 persone. La terrazza panoramica e il parcheggio custodito completano la location che offre un contesto riservato anche per cene aziendali e incontri privati. A disposizione degli ospiti c’è un event planner interno, segno dell’attenzione per un servizio su misura.
Come si beve e si mangia da Lux Wine a Roma
L’anima di Lux Wine si esprime soprattutto attraverso un ricco calendario di eventi. Dal corso di avvicinamento al vino, rivolto a chi vuole approfondire la conoscenza tecnica, in 6 lezioni, alle degustazioni tematiche.
Ad accompagnare la degustazione dei vini di Domini Castellare di Castellina, pane e lievitati del Forno di Andrea Roscioli. Comprendono una focaccia croccante e almeno due diversi tipi di pane a lievitazione naturale, uno dei quali senza sale. Serve come base per assaggiare l’olio extravergine d’oliva adottato da Lux Wine. È un 100% coratina di PugliaOlive, che fa parte dell’offerta.
Gli abbinamenti prendono forma di maritozzi gourmet (sempre di Roscioli), farciti di volta in volta diversamente, a seconda dei vini in degustazione. E in una selezione di salumi e formaggi curata dalla Formaggeria Roma di Francesco Loreti.
Le degustazioni di Lux Wine
Il vino come elemento culturale e sociale, in questa occasione, ha visto protagonista l’azienda Castellare di Castellina, ma il calendario degustazioni è in continuo divenire. In questo contesto, Mattia Favazza e i suoi soci – Flavio e Alessandro Moretti, Diego Favazza e Daniele Ussia – hanno saputo dare una risposta concreta a chi desidera un incontro che vada oltre la bottiglia.