Web all’aceto | La guerra dello spumante con il copia-incolla
Delizie del web: si finisce nel tritacarne come nei peggiori salotti televisivi senza nemmeno essere potenti o importanti. Qualcuno si irrita e puntuali appaiono due (due!) post che rielaborano materiale online da una settimana (7 giorni 7!) e creano una polemica astiosa e strumentale. Sono un pivellino di internet, ma se a starci 12 anni ci si riduce così me ne andrò prima, statene certi! Eppure ci incontrammo la prima volta, anche se lui non se ne ricorderà, nel gennaio 1988 alla riunione dei collaboratori della neonata guida del Gambero Rosso dove venne rampognato, nemmeno troppo bonariamente, da uno dei due curatori per aver chiuso una magniloquente scheda definendo di “possanza bruckneriana” un nuovo vino dell’azienda.
Meravigliato per l’esagerata tardiva attenzione sono costretto a rispondere. Ho letto i due livorosi post senza riconoscere il mio discorso, artatamente virgolettato per fargli acquisire il senso desiderato da colui-che-è-in-rete-da-prima. I motivi che lo hanno spinto a rimontare con cura il mio pezzo per costruire un inesistente attacco alla Franciacorta mi sfuggono e non mi interessano, immagino però che il suo cv ne risulterà arricchito. Il fatto che l’attacco sia partito a colpi di clava più che di mouse a una settimana dall’uscita online resta inspiegabile. Si tratta di un compitino svolto da un diligente allievo di taglia-e-incolla (W Totò e Peppino maestri maldestri ma non velenosi!) e non si è nemmeno accorto che gli esami di maturità riprenderanno solo lunedì.
So di non avere la verità in tasca, ma non accetto che il mio resoconto di un piccolo reale episodio venga trasformato in quello che non è. Se avessi voluto tirare qualche sasso avrei pubblicato stroncature di questa o quell’azienda che invece non ho proprio scritto, preferendo impostare un ragionamento generale su alcuni evidenti limiti di una categoria di prodotti. Proprio per evitare la sterile identificazione dei campioni assaggiati abbiamo ritoccato le foto e nascosto le etichette ma non è bastato. Alcune bottiglie si riconoscono? Sono state volute e vengono usate apposta per questo fine!
Per non farsi mancar nulla questo arcigno fustigatore di costumi chiude i post con allusioni vagamente minatorie, ma di cosa stiamo parlando? Questo è un modo di vedere il mondo e di comportarsi che mi fa orrore per la fragile arroganza che ne trasuda e per la dimestichezza con il codice penale che dimostra.
Tra le altre cose aveva promesse a me e a scatti “5 minuti di gloria” (W Andy Wahrhol che ne garantiva 15 a chiunque!) e dai due siti sono piovuti poco più di 100 lettori. Tutto qui? Protesto!
Da matricole eravamo simpatici a tutti, siamo cresciuti e da qualche posto arriva fango. C’est la vie e per queste cose non c’è la SAI. Una solo cosa mi ha fatto veramente incazzare: l’uso ipocrita dell’anodina locuzione “non vedente” che nel contesto risulta anche denigratoria. Le parole giuste ci sono, per usarle serve onestà intellettuale.
Foto: Stefania Rinaldi