Mozzarella rosa per frigo. Mozzarella blu per forbici. Lat Bri di nuovo in pista. E la ricotta rossa?
Pensavo che la mozzarella rosa di Senigallia fosse stata la prima in Italia ad assumere la colorazione pallido romantica. Invece la lettrice Francesca mi segnala il caso di Cicognola riportato il 21 agosto dalla Provincia Pavese. L’infortunio gastronomico è capitato a Massimiliano Preti che aveva acquistato una confezione da 400 grammi di mozzarella da pizza per fare la pizza a casa. Mozzarella prodotta dalla ditta Fratelli Carmignani cioè uno dei marchi del gruppo Alival di Ponte Baggianese (Pistoia). La confezione era stata acquistata il 10 agosto scorso (quella di Senigallia era stata acquistata il 18) ed “appena” 9 giorni cioè il 19 e prima della scadenza riportata sulla confezione (21 agosto) è stata aperta per metterla sull’impasto. Sono comparse così le famose “macchioline rosse del lodigiano” e Massimiliano Preti, che aveva cambiato marca per affidarsi a un prodotto italiano, poiché aveva scoperto che la produzione di quella preferita era stata trasferita in Slovacchia, ha portato la mozzarella ai Carabinieri di Santa Giulietta che hanno informato i Nas di Cremona, l’Asl di Pavia e l’IperDì di Cigognola dove era stata acquistata. Ritiro precauzionale delle confezioni e apertura a volo di qualche campione da parte dell’Asl per una verifica a caldo. Bisognerà aspettare le analisi per vedere cosa sia successo.
Invece, è stata scagionata del tutto la Lat Bri per la questione della mozzarella blu. Giovedì 19 agosto, l’Asl di Monza aveva fermato la produzione dell’azienda brianzola, contoterzista tra l’altro per Granarolo, ritirando la licenza concessa dalla Comunità Europea per le attività legate alla produzione e al commercio di generi alimentari a base di latte, come riporta Repubblica. Il filone di inchiesta riguarda il ritrovamento del 4 luglio scorso in un supermercato Esselunga di Milano che avevano dato la stura alle indagini del procuratore di Torino Raffaele Guariniello (il primo avvistamento è precedente). Il legame con Granarolo, oltre a quello con la tedesca Jäger da cui è nata la telenovela della mozzarella blu, è dovuto alla fornitura durante il periodo estivo per coprire l’aumento della richiesta di mozzarella. La Asl di Monza ha sequestrato 2 pozzi da cui veniva prelevata l’acqua per la lavorazione della mozzarella anche se il presidente della Lat Bri, Luigi Cogliati, ha precisato a Massimiliano Rossin de il Cittadino mb che il provvedimento sospensivo era motivato da infrazioni amministrative e non da difetti igienico-sanitari confermando al tempo stesso che l’acqua di quei pozzi non era più in uso dalla metà di aprile (secondo la Lat Bri, l’acqua era potabile ma non aveva ricevuto il certificato di potabilità).
Le analisi, riporta Repubblica, hanno riscontrato una presenza di metalli in quantità superiore ai parametri consentiti. Inoltre, la documentazione interna all´azienda attestava la presenza di terriccio in alcuni casi nelle mozzarelle, e olio delle macchine dell´impianto che cola dentro l´acqua di lavorazione del formaggio fresco. Ora l’azienda brianzola deve mettersi in regola per riottenere la licenza.
Il Giornale avverte che non c’è nessun problema: la mozzarella della Lat Bri era diventata blu perché un consumatore aveva utilizzato delle forbici sporche di inchiostro blu che aveva macchiato i latticini. Nessuna presenza di pseudomonas fluorescens. Bene. Anzi no. Perché ieri, 27 agosto, la Lat Bri ha ripreso la produzione facendo rientrare il 90% dei 270 dipendenti (mentre qualche problema lo avranno i 100 appartenenti alla cooperativa) con un pesante vincolo: ritirare dal mercato i prodotti ancora sui banchi che sono stati prodotti prima dell’11 agosto (Lat Bri produce oltre ai latticini col proprio marchio anche per Esselunga, Auchan e Coop, come ricorda il Giorno).
Tutto a posto? Probabilmente sì considerata la gran messe di controlli e indagini. Ma intanto vi piacerebbe sapere qualcosa della ricotta rossa. Ricordate? Quella ritrovata a Olbia il 26 luglio con il marchio Lago Maggiore. Un altro marchio della Lat Bri. Stavolta Decanter potrebbe riportare l’esito degli esami pubblicati da Alguer.it.
Il rosso è dovuto all’esistenza di cariche elevate di lieviti “cromogeni”, capaci cioè di produrre il pigmento rosso e nello stesso campione passeggiava un Bacillus cereus, un microrganismo potenzialmente patogeno per l’uomo se in alte concentrazioni. Il campione di ricotta appartenente allo stesso lotto e sequestrato dai Nas (4 vaschette da 250 grammi) invece ha dato esito negativo. Il responsabile degli esami, Antonio Fadda, ha sottolineato che gli unici a rischio potrebbero essere i soggetti con un forte deficit immunitario, ma per fortuna il colore rosso suona come un allarme.
E il motivo della proliferazione dei cromogeni? Condizioni di “abuso termico”, ossia non rispetto della catena del freddo. E poiché il campione di ricotta appartenente allo stesso lotto e sequestrato nello stesso supermercato era integro sapete cosa significa? Che la catena del freddo è stata interrotta all’ingresso o all’uscita del supermercato. “La presenza di microrganismi potenzialmente patogeni suggerisce la necessità di migliorare l’attenzione verso le condizioni di produzione, trasporto e commercializzazione dei prodotti. Allo stesso tempo, è necessaria una maggiore consapevolezza dei cittadini per una corretta conservazione in casa degli alimenti. E questo si fa attraverso la verifica delle temperature di refrigerazione del proprio apparecchio e il consumo degli alimenti entro la data di scadenza” chiosano dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna.
Come non dar loro ragione?