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25 Novembre 2011 Aggiornato il 30 Novembre 2011 alle ore 08:22

Un marziano a Roma/49 Vieni a vedere quanto è buono il Caffè Propaganda

Volevo prendere la metro al Colosseo e mi sono trovato a Parigi. Qwerty fa casino quando non è a bordo del suo disco volante e decide di confondersi con
Un marziano a Roma/49 Vieni a vedere quanto è buono il Caffè Propaganda

Volevo prendere la metro al Colosseo e mi sono trovato a Parigi. Qwerty fa casino quando non è a bordo del suo disco volante e decide di confondersi con la folla (lui che è verde, sigh…) per diventare come uno di noi. Terrestre. Scusa non ho capito, sei andato a scuola di neutrini con i tunnel impossibili? Sono qui vicino alla fermata del Colosseo e sono entrato in un caffè per comprare il biglietto. Solo che sono a Parigi, riconosco il metrò, per mille comete! Ti mando un’istantanea.

Urca il Caffè Propaganda ha aperto sul serio con l’orario mezzogiorno 2 di notte dopo l’inaugurazione che ha bloccato mezza via Claudia. Ti raggiungo in un battibaleno. Bene, qui non ci sono i biglietti della metropolitana, ma i maritozzi sì! E anche i macarons, te lo dicevo che siamo a Parigi! E la coda alla vaccinara. Oddio, sul giornale è finito Arcangelo Dandini. Ma non è in prima pagina, per fortuna.

Il mainstream incasinato di Qwerty che scrive con il suo flusso di coscienza è inarrestabile. Ma sul giornale Dandini c’è finito. Insieme a Betmon, lo chef pasticciere. Solo che è il menu del Caffè Propaganda pensato come un giornale da portare via. Quattro facciate che raccontano la filosofia e preannunciano l’attacco alle consuetudini alimentari: mangia quando vuoi e osa la commistione degli stili con la cucina del territorio dell’oste romano e i sandwich quasi parigini del pasticciere che fa incursioni nel salato. Uno strumento di marketing che potrebbe sembrare sorpassato dal web 2.0. Ma l’iPad al tavolo non sarebbe stato meglio, forse il numero di telefono sì 😉 .

Attira la formula e la novità se è vero che in un battibaleno, oltre a Mario che è estimatore della pasticceria betmoniana, la sala si riempie di crtici, guidaroli, bloggaroli e macchine fotografiche. Ma come, non doveva essere un locale destinato allo struscio del popolo della notte? La bella coreografia che rieccheggia i caffè della ville lumière è palcoscenico che i malati di food porn sembrano apprezzare. Non fosse altro che possono distogliere l’obiettivo per qualche secondo dal piatto e ammirare immortalare lampadari e piastrelle diamantate.

Ok, vediamo se riusciamo a incrociare al meglio le proposte del menu il cui layout prevede inserzioni pubblicitarie in cui scegliere. Vino. Tutti naturali e prendiamo un verdicchio Vigne delle Oche (ma ci sarebbe anche un verdicchio de La Distesa). E iniziamo a scorrere il menu.

La vellutata di cavolfiore con crostini di pane speziato, pesto e primo sale è un’entrée che riporta alla mente certi trascorsi parigini da bistrot. Gusto semplice e solido. Profumo gradevolissimo, aggiunge Mario.

Pasta burro e alici. Gli spaghettoni di Benedetto Cavalieri sono uno dei cavalli di battaglia di Arcangelo Dandini nell’osteria oltretevere. Le recenti influenze della Costiera Amalfitana hanno dato una svolta con il supplizio alle alici (anche in carta al Propaganda) e questa pasta molto in tema bistronomia. Cottura al chiodo e solo un attimo di cremosità in più per il piatto che potrebbe salire nella top ten del locale insieme all’hamburger Propaganda (sfacciatamente esaltato da Alfonso Isinelli allocato in altro tavolo gastrofighetto).

Trippa alla romana. Un classico dell’Arcangelo riproposto pari pari con una eccessiva sugosità che non ha esaltato nemmeno il mio vicino di banco. In Francia lo vedresti come piatto unico per un pranzo veloce da lavoro. In carta è segnato come piatto del giorno del sabato.

Ma non è paura di osare. Basta guardare il piatto del giorno del mercoledì. Coda alla vaccinara. La brigata di Arcangelo alza subito lo score con un piatto tanto equilibrato e furbo che ad occhi bendati dichiareresti uscito direttamente dalla cucina di Via Belli.

I carciofi in tre tempi. Giudia, romana, crudi. L’avventore aggiunto, Massimiliano Sepe, li prende e certifica la buona riuscita del piatto di verdure.

Entriamo in zona Betmon. E lo facciamo con un ultimo passaggio nel salato. Dopo aver visto le ola per l’hamburger Propaganda, scegliamo un sandwich: il Macellaio, pan brioche alle noci, roastbeef, insalata, pomodoro, cipolla bianca cruda, salsa pomodoro e rosmarino con accompagnamento di patata fritta. Un piatto da Tour Eiffel piuttosto che da Colosseo. La preponderanza dei légumes, della verdura, è nelle corde transalpine. Il tutto freddo esalta gli ingredienti.

Macaron. Potevamo mai andare nel nuovo regno della pasticceria francese a Roma e non prendere un assaggio dei pasticcini di meringa che stanno facendo impazzire legioni di foodblogger lungo tutto lo stivale? Certo che no. Quelli di Stephane sono giustamente morbidi ed equamente croccanti lì dove serve, in crosta. Vanno giù pericolosamente bene. Il cioccolato tartufo amaro e il fragole e fiori di papavero da non mancare. Unico appunto sul prezzo: “6 a vostra scelta a € 12” oppure “al pezzo € 2”. Dov’è la promozione? 😉

Creme Caramel profumato ai fiori di gelsomino. Il mio commensale apprezza la consistenza, giustamente. Io aggiungo la nota acida che conferisce una bella spinta.

Tiramisù scomposto. La crema di mascarpone, il savoiardo fatto in casa e il caffè espresso caldo viaggiano separati. Divertente ma io non punterei su questo dolce (e vedrai che finisce nei top ten).

Il soufflè di cioccolato coeur de ganaya 80%, salsa cioccolato e fava di tonka rende ben chiaro cosa voglia dire per Stephane il concetto di dolce al piatto. E’ una vera e propria portata che diventa più di un intermezzo goloso accompagnato da una bevanda. Consistenze millimetriche e gioco optical anni ’70.

Un’ottima partenza, insomma. Lascerei per un attimo da parte il dubbio che molti gastrofanatici sollevano e cioè se una macchina che ha bisogno di numeri rilevanti possa coniugare stabilmente ad essi la qualità. La macchina ancora da rodare è stata sistemata per correre e l’entusiasmo della brigata sembra un buon viatico.

Difetti di gioventù ce ne sono (i tempi tra portate e tavoli hanno bisogno di una bella registrata), ma Caffè Propaganda potrebbe diventare il riferimento gastro cool della Capitale sbaragliando anche Settembrini per via di un più attento studio degli interni (la sola tonalità delle sedute in pelle è leggermente fuori scala, ma attendiamo un po’ di vissuto). La cortesia è di casa tra queste mura ed è un bonus che anche i più distratti apprezzeranno.

Mi sbilancio anche con il voto. Anche perchè penso che al Propaganda ci ritornerò presto.

Caffè Propaganda. Via Claudia, 16. Roma

 (Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine preferita. Si attiva anche la galleria con le freccette)

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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