Il Comitato norvegese (diversamente dagli altri Nobel, quello per la Pace si assegna in Norvegia) ha motivato la scelta con queste parole:
\n\n\n\n“Per gli sforzi nell’opera di contrasto alla fame, per il contribuito nel migliorare le condizioni di pace in zone interessate da conflitti e per essere determinante nella prevenzione delle guerre che sfruttano la fame come arma”.
\n\n\n\nLa reazione dell’agenzia ONU alla pandemia di coronavirus è stato un altro elemento decisivo per l’assegnazione del Nobel.
\n\n\n\n\n\n\n\nLa diffusione del virus Covid-19 ha contribuito a un drammatico aumento del numero di vittime in Paesi come Burkina Faso, Yemen, Sud Sudan, Repubblica democratica del Congo e Nigeria, Sud Sudan e Burkina Faso, già piegati dalla fame. Il World Food Programme ha reagito con una prontezza impressionante moltiplicando gli sforzi proprio nelle zone di maggior bisogno.
\n\n\n\n“Finché non avremo un vaccino medico, il cibo sarà il miglior vaccino contro il caos», ha evidenziato il Comitato del premio, riguardo al lavoro svolto dal Wfp.
\n\n\n\nIl Programma alimentare mondiale, sostenuto tramite donazioni volontarie di stati e privati, fornisce assistenza alimentare a oltre 90 milioni di persone ogni anno.
\n\n\n\nFondato nel 1961 con il contributo determinante dell’allora presidente americano Dwight Eisenhower, ha conquistato lo status di programma ufficiale dell’ONU nel 1965.
\n\n\n\nDi recente, lo chef italiano Massimo Bottura, è diventato Ambasciatore dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite simile al Wfp, che si occupa di ambiente. L’UNEP ha riconosciuto il lavoro contro lo spreco alimentare e l’isolamento sociale svolto dal proprietario del ristorante tre stelle Michelin, Osteria Francescana.
\n","description":"Cos'è precisamente il Programma alimentare mondiale, l'agenzia delle Nazioni Unite che è stata appena premiata con il Nobel per la Pace"}]}A vincere il Nobel per la Pace 2020, uno dei più attesi tra quelli assegnati dal Comitato del premio, è stato il Programma alimentare mondiale dell’Onu.
L’ambito riconoscimento, assegnato per la prima volta nel 1901, non è andato dunque a Greta Thumberg, nonostante la giovane attivista svedese fosse più quotata nei pronostici della vigilia, con il suo movimento ”Fridays for Future”.
Il World Food Programme (Wfp) ha ringraziato con un tweet:
“Grazie al Comitato per aver tributato al World Food Programme il Nobel per la pace 2020. Si tratta di un potente promemoria per il mondo che pace e #famezero vanno di pari passo”.
Il Comitato norvegese (diversamente dagli altri Nobel, quello per la Pace si assegna in Norvegia) ha motivato la scelta con queste parole:
“Per gli sforzi nell’opera di contrasto alla fame, per il contribuito nel migliorare le condizioni di pace in zone interessate da conflitti e per essere determinante nella prevenzione delle guerre che sfruttano la fame come arma”.
La reazione dell’agenzia ONU alla pandemia di coronavirus è stato un altro elemento decisivo per l’assegnazione del Nobel.
La diffusione del virus Covid-19 ha contribuito a un drammatico aumento del numero di vittime in Paesi come Burkina Faso, Yemen, Sud Sudan, Repubblica democratica del Congo e Nigeria, Sud Sudan e Burkina Faso, già piegati dalla fame. Il World Food Programme ha reagito con una prontezza impressionante moltiplicando gli sforzi proprio nelle zone di maggior bisogno.
“Finché non avremo un vaccino medico, il cibo sarà il miglior vaccino contro il caos», ha evidenziato il Comitato del premio, riguardo al lavoro svolto dal Wfp.
Il Programma alimentare mondiale, sostenuto tramite donazioni volontarie di stati e privati, fornisce assistenza alimentare a oltre 90 milioni di persone ogni anno.
Fondato nel 1961 con il contributo determinante dell’allora presidente americano Dwight Eisenhower, ha conquistato lo status di programma ufficiale dell’ONU nel 1965.
Di recente, lo chef italiano Massimo Bottura, è diventato Ambasciatore dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite simile al Wfp, che si occupa di ambiente. L’UNEP ha riconosciuto il lavoro contro lo spreco alimentare e l’isolamento sociale svolto dal proprietario del ristorante tre stelle Michelin, Osteria Francescana.