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Birra
15 Gennaio 2015 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 12:35

Birraio dell’anno: chi sono i 5 finalisti

Fermento Birra ha annunciato i nomi dei finalisti che si contenderanno il titolo di Birraio dell'anno 2014. Sono cinque, provengono da Lombardia, Emilia
Birraio dell’anno: chi sono i 5 finalisti

Fermento Birra ha annunciato i nomi dei finalisti che si contenderanno il titolo di Birraio dell’anno 2014. Sono cinque, provengono da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Puglia e tutti vorrebbero portarsi a casa il trofeo. Ma chi sono? E che cosa hanno fatto per meritare la finale? Ecco un breve ritratto dei cinque birrai attualmente più invidiati d’Italia.

1. Luigi “Schigi” D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)

schigi logo-Extraomnes

Luigi “Schigi” D’Amelio è il vincitore della scorsa edizione di Birraio dell’anno. Nonostante spesso sia stato giudice di concorsi per homebrewer, crede che la birra, in fondo, non sia una bestia da concorso: non è come per il vino, che difficilmente in una competizione risulta ingiudicabile, la birra dà più problemi, soprattutto per quanto riguarda il servizio. Per cui, con un premio che riconosce il lavoro complessivo di un birrificio nell’arco di un anno e la costanza qualitativa, ci dice, si trova perfettamente a suo agio.

Se vogliamo capire in quale direzione è andato il 2014 di Schigi, dobbiamo interrogare le sue ultime creazioni, come gli aruspici leggono le relazioni tra micro e macrocosmo.

La prima è l’Imperial Zest, nata sulla falsariga della Zest che ha riscosso molto successo tra gli appassionati. È una birra di ispirazione belga, di 9% alcolici, che un po’ si diverte a prendersi gioco di chi se la beve: in una degustazione alla cieca, a livello olfattivo e visivo (e in piccola parte anche gustativo, aggiunge Schigi) riuscirebbe a sembrare una Zest ma il cirneco “imperializzato”, stigmatizzazione di una moda birraria, che vi scruta dall’etichetta dovrebbe mettervi in guardia… in sintesi, è una birra che si beve bene, tanto bene, e che nasconde quei 9 gradi alcolici di cui sopra.

La seconda è la Ciuski, una belgian ale chiara da 4,5%, caratterizzata dall’uso dello zenzero, sia candito sia fresco. Arrivata sugli scaffali a metà ottobre 2014, la Ciuski è una piccola madeleine birraria, utile per rimandare indietro la memoria fino a quei giorni estivi, in cui il suo creatore beveva drink a base di gin e zenzero sui navigli di Milano e ginger beer al GBBF. Usatela come espediente magico per risolvere i vostri guai, proprio come Doraemon.

La terza birra, uscita proprio in questi mesi e di cui abbiamo già parlato qui, è la Dram. È il manifesto dell’amore di Schigi per i whisky single malt. 25 cl maturati per 6 mesi in Quarter Casks di Laphroaig, una birra sì, ma con una decisa nota torbata e salina.

A queste tre birre, si aggiunge la collaborazione nata dal forum Il Barbiere della Birra. Sul finire dell’anno infatti “quattro tirchi ubriaconi” si sono ritrovati nel birrificio di Marnate, insieme a Schigi, per creare una birra molto speciale ed estremamente folle della quale non si sa molto se non che si chiamerà Chien Andalou e che sarà presentata al Ma che siete venuti a fà di Roma il 7 marzo. È stato lanciato anche un contest per la creazione dell’etichetta.

Progetti per il futuro? Una birra al mango, un frutto che – secondo Schigi – si integra bene con alcuni luppoli statunitensi, come il Citra.

2. Giovanni Campari del Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (PR)

campari ducato

A differenza di altri birrai italiani, Giovanni Campari ha deciso di puntare anche sui mercati internazionali. Ha studiato e ha intuito le potenzialità del prodotto artigianale italiano all’estero ed è arrivato a esportare, a oggi, circa il 33% della produzione, tra Europa, Nordamerica, Sudamerica, Asia e Oceania.

Per capire cosa ne pensano delle sue creazioni fuori dall’Italia basti guardare ai riconoscimenti internazionali conquistati nel 2014: la sua VIÆMILIA ha vinto per la terza volta consecutiva, il secondo posto nella categoria Kellerbier alla World Beer Cup di Denver, USA e la Chimera è arrivata al terzo posto all’European Beer Star.

Ma anche nei concorsi italiani, Giovanni Campari ha l’ennesimo riconoscimento: nel concorso Birra dell’anno 2014 si è posizionato al primo posto con la Chrysopolis nella categoria birre acide; rispettivamente secondo e terzo posto per la Verdi Imperial Stout Anniversario 200 e per la New Morning nella categoria birre con spezie; terzo posto anche per la Chimera nella categoria birre scure, ad alto grado alcolico, di ispirazione belga.

Se consideriamo invece il sistema di produzione, per Giovanni è stato un anno di sperimentazioni: sono iniziati, infatti, i lavori di costruzione del nuovo birrificio, che promette di essere l’impianto con capacità produttiva e livello di tecnologia e automazione maggiore d’Italia. Il vecchio stabilimento di Roncole, invece, sta subendo una trasformazione che riflette la voglia di Giovanni di migliorarsi e contemporaneamente ampliare l’offerta: da birrificio generico sta diventando una Sour beer brewery, quindi un impianto interamente dedicato ai progetti sour. Chi avesse la fortuna di passarci, potrebbe ammirare il panorama di queste grandi botti di rovere, una volte usate per il nebbiolo, che adesso custodiscono piccole perle birrarie.

Progetti per il futuro? Proseguire con una crescita sana e graduale del 30% annuo per assicurarsi uno sviluppo in equilibrio, importare birre estere ora introvabili in Italia, e inaugurare (forse, già a Febbraio) The Italian Job, il primo pub di birra italiana a Londra.

Valter Loverier del birrificio LoverBeer di Marentino (TO) 

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Già vincitore del titolo nel 2010, Valter Loverier è specializzato in un settore affascinante quanto periglioso: la birrificazione con il mosto d’uva e la fermentazione spontanea. A maggio 2014 Mikkeller lo ha invitato al Copenhagen Beer Celebration, unico italiano tra 40 birrifici e le loro birre più innovative. A luglio, è stato il turno dell’Innovation Camp a Oxford, Connecticut, quartier generale di B. United International. Qui, insieme a mostri sacri come Kris Herteleer di De Dolle, Matthias Trum di Schlenkerla e i nostrani Leonardo Di Vincenzo e Giovanni Campari, Valter ha avuto l’ennesima occasione di confronto. Tour a parte, la ricerca sulle birre non si è fermata e il suo progetto Saison ha trovato compimento in tre nuove uscite: Saison de L’Ouvrier (la prima e base per le successive), Saison de L’Ouvrier – Serpilla (con timo Serpillo) e Saison de L’Ouvrier – Griotta (con ciliegie). Ovviamente, ciascuna birra è stata brassata con ingredienti stagionali, e siamo ancora in attesa delle ultime due appartenenti a questo progetto. Chiude il 2014 con la For Fan, una birra celebrativa a fermentazione spontanea con le albicocche, in edizione limitata.

Progetti per il futuro? Lui, che è “one man band” ha deciso che farà una birra-collaborazione con un altro birraio. Su questo tace, ma io ho già qualche idea, si accettano scommesse!

4. Simone Dal Cortivo del birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI)

simonebirrone

Simone Dal Cortivo ha appena concluso un anno eccezionale. Partito come “quello delle basse fermentazioni”, nel 2014 ha ampliato la gamma, iniziando a produrre anche Porter e Apa, e ha portato a casa una marea di medaglie di altissimo livello. Per esempio: Birra dell’anno 2014, primo posto per Scubi (categoria 4 ambrate e scure) e Cibus (categoria 15 frumento); CIBA 2014, primo posto per Punto G (Categoria Bock, Doppel Bock, Munchener); Guida alle birre d’Italia 2015 – Slow Food editore, Cibus (Categoria Birra quotidiana), Brusca e Gerica (Categoria Grandi birre); European Beer Star, terzo posto per Cibus (categoria South German-Style Weizenbock Helles) e primo premio come miglior birra senza glutine per la H, al Gluten Free Expo di Rimini.

Questa valanga di premi è arrivata proprio nell’anno dell’inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo, che ha richiesto fatica ma che ha iniziato da subito a dare soddisfazioni e a lavorare a pieno ritmo, senza bisogno di quel periodo di rodaggio che anche Simone si aspettava.

Ma per Simone, come per tanti altri, il plus del 2014 è stato l’occasione di confronto e l’esperienza del festival: Eurohop, Villaggio della Birra e Fermentazioni su tutti.

Progetti per il futuro? Il rinnovo completo della struttura produttiva per aggiungere qualità ai prodotti e una nuova linea di imbottigliamento che permetta di aumentare la produzione, estendendola sempre più verso birre ad alta fermentazione.

5. Donato Di Palma del birrificio Birranova di Triggianello (BA)

di palma Birranova

Donato Di Palma fa parte di una scena birraria pugliese in forte espansione. Le tappe fondamentali del 2014 per lui e per questo microbirrificio riguardano sicuramente i riconoscimenti vinti: Birra dell’anno 2014, primo posto per Negramara Extra, secondo per Abboccata (categoria Strong Ale) e ancora primo posto per Moscata (categoria birre con mosto d’uva); Guida alle birre d’Italia 2015 – Slow Food editore, Linfa (categoria Birra Quotidiana), Arsa (categoria Birra Slow), Tensione Evolutiva (categoria Grande Birra).

Ma a Triggianello, a circa 40 chilometri da Bari, non si dorme sugli allori e il 2014 è stato anche l’anno di due produzioni che dimostrano la volontà di Donato di stare al passo con i trend birrari: è uscita infatti la Ruffiana, fatta con vinacce di Fiano Minutolo (vitigno tipico pugliese), e la Margose, una Gose salata con acqua di mare. E secondo voi, poteva mancare una collaborazione? No, infatti Birranova, Svevo e B94, insieme a Eataly Bari hanno onorato la Settimana della birra brassando una Stout, e un’altra esperienza di condivisione per Donato è stata la 9 in condotta, con Nicola “Nix” Grande del Birrificio Settimo.

Progetti per il futuro? Acquistare una linea di imbottigliamento, migliorare la qualità dei prodotti, portare avanti la sperimentazione iniziata con le botti.

schigi-birraio-dellanno

Il premio Birraio dell’anno è un riconoscimento italiano pensato per XXX il birraio e il lavoro svolto durante tutto l’anno. A differenza di altri premi, mette in risalto il legame tutto artigianale tra produttore e prodotto, premiando “la bravura tecnica del birraio nel suo complesso, la sua filosofia, la costanza qualitativa dei prodotti”. Questa competizione, alla sua sesta edizione, è organizzata da Fermento Birra con la sponsorizzazione di Comac.

Il vincitore del premio Birraio dell’anno sarà annunciato a Firenze giovedì 22 gennaio 2015 allo Spazio Alfieri, con un evento aperto al pubblico.

Tutte le info sul sito Birraio dell’anno.

[Fermento Birra, Facebook, acquabuona.it, mondobirra, londoncocktailscholars.co.uk, foodinprogress.com, gqitalia.it, Vincenzo Pagano]

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