Campionato della Pizza 2024, la finale: pizzeria Da Lioniello, i voti
La quarta pizzeria che è arrivata alla Finale del Campionato della Pizza 2024 in Campania è Da Lioniello a Succivo. Dunque ancora in terra di Caserta che in questa finale schiera tre pizzerie contro una di Salerno (Gli Esposito) e una di Napoli (Palazzo Petrucci). Di cui già conoscete valutazioni e voto finale (pizzeria Gli Esposito ha raccolto 2022 punti e Palazzo Petrucci 2027). Oltre a quella di Aversa di Carlo Sammarco al momento in testa alla super classifica finale con 2178 voti.
Ricordiamo che in palio per tutte le pizzerie ci sono 2400 punti (100 è il punteggio massimo di una pizza che va moltiplicato per 3 pizze e 8 giurati). Per seguire l’intero percorso e l’articolo di recap avete gli articoli ai link. In Finale, tre le pizze a scelta del pizzaiolo con il solo obbligo di presentare una rossa e una bianca.
Ed ecco come è andata alla pizzeria Da Lioniello a Succivo.
A. La pizza cosacca a ruota di carro di Lioniello alla finale del Campionato della Pizza
Una rossa e una bianca e Salvatore Lioniello insieme al fratello Michele decidono di partire con un cavallo di battaglia: la cosacca e non diversamente napoletana (cioè contemporanea “a canotto”), ma a ruota di carro.
1. La pizza più richiesta
La pizzeria da Lioniello anche di martedì lavora a pieno ritmo. Spieghiamo il regolamento della Finale e spero che Salvatore faccia la provola e pepe a ruota di carro come rossa. Lioniello parte dalla rossa: ruota di carro, sì, ma cosacca. Una delle più riuscite e richieste. La pizza ha però due difetti. Il primo subito visibile: pecorino in uscita non omogeneo e “colorazione” del cornicione. L’estetica sfocia nel funzionale. Particolari che in una gara necessitano di attenzione perché ogni giurato guarderà la propria pizza e ancora più dettagliatamente assaggerà il proprio spicchio. Il secondo difetto è nel ragù che ha un sentore particolarmente amaro. Sarà forse accentuato dalla cottura della pizza di qualche secondo avanti e con un cornicione un pochino secco? Resta una pizza che supera l’8 scolastico ma che avrebbe potuto essere un 9,5. Almeno a guardare cosa i fratelli Lioniello possono fare (Francesca Brunzo).
2. Una pizza da amare
Salvatore Lioniello apre le danze del suo percorso finale con una cosacca a ruota di carro. Il suo impasto (diversamente napoletana) è molto malleabile e permette al buon Salvatore di gestire al meglio vari tipi di stesura e di cottura. Questa pizza fa molto discutere; in generale io l’ho amata! Il profumo è inebriante, il ragù di pomodoro molto saporito e si sente molto il pecorino (cosa che squilibra un pò la pizza, ma a mio parere personale la cosacca deve avere un sapore più ” formaggioso”). Le cotture di Michele Lioniello sono una garanzia! (Domenico Castaldo).
3. Ruota di carro con impasto contemporaneo
La dote di Salvatore Lioniello col fido fratello Michele, domatore di fuochi & fiamme e cotture millimetriche, risiede nell’oscillare tra classicismo e attualità raggiungendo vette iperboliche. Si parte con la sua Cosacca con stesura a ruota di carro. Ragù di datterino, corbarino e Piennolo del Vesuvio pappuliato per sei ore con extradose di pecorino romano. Visione extralarge. XL addicted. Sottilissima, lunghissima, purissima. Monologo continuo dei profumi. Un abbraccio infinito. Un excursus leggiadro, variopinto e ammaliante negli ideogrammi della tradizione. Cottura disarmante e sapore della commozione. Questa Cosacca ha il piglio della sincerità che gioca con i sentimenti. Ruota di carro con impasto contemporaneo, si può! Anima & core (Alberto Colella).
4. La pizza da leccarsi le orecchie
Non poteva mancare all’appello un must di Salvatore, la Cosacca, avvalendosi di uno dei migliori fornai in circolazione, il fidato fratello Michele, hanno “sfornato” una ruota di carro da leccarsi le orecchie (cit.). (Vincenzo Consiglio)
5. La ruota di carro ritorna tra le pizze contemporanee
La ruota di carro è l’ultima specializzazione della pizzeria Da Lioniello che si è fatta apprezzare nel tempo per la pizza con il cornicione alto. Qui si va sulla tradizione e sulla pizza a ruota di carro. Ancora più tradizionale la farcitura. Lioniello sceglie la Cosacca che riposa su un ottimo impasto ma stranamente il grado di asciugatura è troppo elevato (Anna Maria D’Anna).
6. Il buon impasto di Lioniello
Stesura a ruota di carro per un buon impasto e la cottura ottima di Michele Lioniello. Il mix di formaggi (in cottura e a crudo) è risultato non ottimale lasciando in bocca un retrogusto amarognolo per me non troppo piacevole (Laura Dal Sacco)
7. La pizza come sarebbe stata una volta
La Cosacca di Lioniello è probabilmente la mia pizza preferita, semplice, gustosa, dal ragù di pomodoro stretto ma non bruciato. La pasta finemente stesa e cotta da Michele (probabilmente tra i migliori se non il miglior fornaio che io conosca) restituisce un gusto di antichità. La pizza come sarebbe dovuta essere una volta ma che probabilmente così mai è stata. Le sue ruote di carro sono decisamente straordinarie e mi tocca fare degli appunti proprio alla finale, ma questo è il campionato della pizza sul campo, istantaneo e senza sconti, e quindi bisogna necessariamente dire che stavolta la pasta è risultata un filino asciutta e questa mancanza di idratazione dovuta a stesura e cottura, ha influito sul gusto complessivo della pizza, facendo sentire un retrogusto amaro del formaggio cotto e del ragù tirato. Peccato, pizza ampiamente promossa, ma in genere è un prodotto che vale il massimo disponibile (Antonio Lucifero).
8. Ritorno al futuro
Salvatore Lioniello è attentissimo alle onde social e alle richieste della clientela sua o di altre pizzerie. Quindi, accanto alla sua “diversamente napoletana” ha abbinato la tradizionale ruota di carro. L’impasto sempre ben gestito si dimostra versatile e pronto a diventare sottile e quasi senza cornicione. Questa cosacca però pecca – con molto stupore – nella cottura che asciuga eccessivamente il cornicione rendendolo un poco secco. Leggero gusto amarognolo, ma non dovuto al sugo (Vincenzo Pagano).
B. La pizza Salsiccia e friarielli di Lioniello alla Finale del Campionato della Pizza
1. La base della cottura
Pizza proprio bella. A tutti gli effetti diversamente napoletana, sia per cornicione sia per impatto visivo di una salsiccia e friarielli. Molto gentile nella disposizione dei vari elementi e assai sgargiante nella resa del verde. Al gusto però la salsiccia è un po’ piatta e l’amaro dei friarielli – messi in doppia consistenza – viene totalmente smorzato. Ho trovato perfetto il condimento dei friarielli, piccantini e ben salati, ma avrei messo più attenzione nella presentazione in cui risaltano tutti i gambi. Cottura perfetta per la base del mio spicchio, peccato per l’eccesso di umidità nel cornicione (Francesca Brunzo).
2. La doppia consistenza dei friarielli
Come al solito niente da eccepire su impasto e cottura; ma secondo me la pizza ha alcuni difetti. La doppia consistenza di friarielli infatti riempie la bocca ma spegne completamente la salsiccia che non riesce a venire fuori. In più il classico sapore amaro dei friarielli è “ovattato” e non riesce ad essere percepito a pieno! (Domenico Castaldo).
3. Diversamente napoletana
Qui l’impasto “torna” diversamente napoletana. E per questa pizza “si scomoda”, a serata inoltrata, direttamente il fornitore. Fuori menù eppure vanitosa nei piatti. Friarielli in doppia consistenza, in “velluto” e in purezza, salsiccia, provola affumicata. Estetica del gusto: certe volte non sono direttamente proporzionali. Verdura che non spinge per la componente amara per cui nasce. Forte tendenza dolce con qualche gradiente di umidità (qui può sembrare un sacrilegio) in determinati punti del perimetro. Anche la ciccia non emerge per grinta. Una pizza nel complesso che si lascia mangiare, anche se la gradevolezza dell’impasto, in questo caso, non esalta né magnifica l’aromaticità dei protagonisti. Buona ma… (Alberto Colella).
4. Friarielli in zona Cesarini
Su cottura ed impasto c’è poco da discutere, e nell’attore principale, il friariello, (per onestà intellettuale devo dire che sono stati presi oltre il “90° minuto”) che si può discutere (Vincenzo Consiglio).
5. La pizza canotto come manuale comanda
Salvatore Lioniello prende al volo dei friarielli appena arrivati in pizzeria e confeziona una salsiccia e friarielli che si distingue per la doppia consistenza della verdura. Sempre buona anche se avrei preferito una salsiccia più presente (Anna Maria D’Anna).
6. I friarielli buoni
Cornicione tenace e di lunga masticazione con eccesso di farina e probabile difetto di stesura. I friarielli sono buoni, leggermente piccanti e in doppia consistenza: crema e spadellati. Alla vista si rileva la presenza evidente di gambi di un certo spessore anche se poi al morso non danno fastidio (Laura Dal Sacco).
7. La pizza che esaudisce le richieste istantanee
Salsiccia e Friarielli arrangiata alla volé, nonostante la richiesta istantanea, i Lioniello in Finale sono stati capaci di presentare una pizza più che buona, peccato per la salsiccia tagliata troppo fine che è risultata (anche per cottura) quasi impalbabile al palato. Friariello gestito benissimo e con un amaro prolungato (Antonio Lucifero).
8. La pizza sempre buona
E ritorniamo alla pizza che ha contraddistinto l’ascesa del pizzaiolo Salvatore Lioniello nell’olimpo dei migliori con una Salsiccia e friarielli estemporanea nel senso che la verdura è arrivata all’ultimo minuto in pizzeria. Pizza da manuale di Salvatore e Michele Lioniello che accomodano un friariello ancora acerbo nella doppia consistenza. Taglio della salsiccia un po’ troppo sottile per far sentire il suo “muscolo”. La pizza è buona, ma ricaverei una nota a margine: mai adattarsi alle richieste di una giuria se non sull’elemento specificato. Bianca va bene, ma con giudizio (Vincenzo Pagano).
C. La pizza Ciummo di Lioniello alla Finale del Campionato della Pizza 2024
1. Il garbo dei sapori di casa
Arriva una creazione estiva di Lioniello che sarebbe uscita dal menù. Ma meno male che l’abbiamo assaggiata! La pizza più bella per topping e per cottura. La farcia prevede la rivisitazione della “marenna” che Salvatore mangiava a casa della nonna. Si sente il matrimonio goloso dei peperoncini di fiume (a Caserta detti Ciummo) con i pomodorini che li rende più sciuliarielli (succosi) ma soprattutto che fa quel gioco dolce-amaro che ti aspetti. Oltretutto si incastra perfettamente con la sapidità delicata del capocollo di Martina Franca che dona consistenza nel morso. Il tutto sospinto dall’ultimo tocco sulla cima del topping: il pecorino che esalta gli altri ingredienti. Il morso è complesso e profondo, attraversa differenti consistenze ma fa una escalation di acidità. Una pizza che miscela perfettamente la sontuosità con il gusto. Questa è la forza di Lioniello: accarezza i sapori di casa e sa riproporli con garbo (Francesca Brunzo).
2. La merenda della nonna
Pizza che Salvatore Lioniello ha dedicato alla sua compianta nonna e a ciò che ha rappresentato per lui nella sua infanzia. Di base ci sono dei peperoncini del fiume che sono spadellati a parte coi pomodorini datterini. Il capocollo di Martina Franca è una sicurezza; così come la gestione e la cottura dell’impasto della diversamente napoletana. Salvatore Lioniello ormai è tra i pizzaioli più affermati nell’hinterland campano ed è arrivato in finale in pompa magna grazie a creazioni eccellenti. Per le pizze che ci ha fatto provare in tutto il Campionato merita solo tanti complimenti (Domenico Castaldo).
3. Gli ingredienti forti protagonisti
Per la Ciummo ritornano le caratteristiche vincenti della diversamente. Morso, texture e cottura ai livelli abituali. Topping con gli ultimi peperoncini verdi dell’annata. Saporiti, abbondanti (forse troppo) che danno sapore e gioco alla fetta. Un prato fiorito nascosto sotto un’abbandonate velo di Capocollo di Martina Franca che aggiunge complessità aromatica, con note di pepe nero, aglio e spezie, e tendenza dolce, con il suo grasso che allunga in consistenza morbida e succosa. Pecorino ad aggiustare di sapidità. Una realizzazione semplice ma non semplicistica, dove la stechiometria degli ingredienti risulta fondamentale per l’equilibrio finale. Goduriosa forte ma forse un filo di sovrabbondanza dei protagonisti (Alberto Colella).
4. La merenda con i peperoncini di fiume
Questa Ciummo, come ci faceva notare Salvatore, fa ricordare quelle “merende” fatte dalle nostre nonne con i peperoncini di fiume e capocollo, è stata veramente godibile (Vincenzo Consiglio).
5. La pizza dell’abbondanza
Salvatore Lioniello riesce a mettere in questa pizza molti ingredienti e anche a bilanciarli grazie al pomodorino rendendo il tutto molto goloso come la merenda della nonna che vuole richiamare. Ma in questo modo si perde un po’ l’elemento leggerezza che è il tratto caratteristico delle pizze della pizzeria Da Lioniello (Amma Maria D’Anna).
6. Una pizza che saluta l’estate
Peperoncini di fiume spadellati con pomodorini e capocollo di Martina Franca per una pizza che ricorda le marenne estive. Il sapore nel complesso è buono, il capocollo aromatico e tagliato sottile è piacevole. Considerato che siamo a fine stagione i peperoncini sono piuttosto grandi ma va bene. Nel complesso un po’ troppo carico il topping che si appesantisce di umidità e al morso si scompone (Laura Dal Sacco).
7. La pizza imperdibile
La Ciummo è un vero capolavoro di goduria, zero voli pindarici, questa è la marenna della nonna e si presenta così come dignitosamente dev’essere: ricca, saporita e abbondantemente condita. Da non perdere (Antonio Lucifero).
8. La pizza sfrontata
Con la Ciummo, nome dovuto ai peperoncini di fiume, Salvatore Lioniello mostra il suo lato migliore in questa Finale. Pizza con cornicione giustamente pronunciato, generosa nella farcitura, esemplare per resa dell’impasto e con la cottura “Made in Succivo”. Sulla bilancia va anche la ricchezza degli ingredienti che la fanno diventare una pizza scostumata, sfrontata. Ma è la merenda di quando era piccolo e omaggio alla nonna. E le nonne, si sa, ti volevano bello sazio proprio come fa questa pizza (Vincenzo Pagano).
Voto della Finale del Campionato della Pizza per la pizzeria Da Lioniello a Succivo: 2007 punti.
Le 5 sfide della Finale del Campionato della Pizza 2024
Pizzeria Gli Esposito a Salerno
Palazzo Petrucci Pizzeria a Napoli
Pizzeria Da Lioniello a Succivo
I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta
Qui per seguire l’intero percorso e l’articolo di recap.