I voti alla finale del Campionato della Pizza: pizzeria Gli Esposito
E siamo arrivati alla conclusione del Campionato della Pizza 2024 in Campania con la finalissima. Che, come sapete, vede di fronte 5 pizzaioli e altrettante pizzerie. Se seguite il tag potrete rileggere un percorso partito a novembre dello scorso anno con le fasi di qualificazioni per approdare agli ottavi e ai quarti. Dove abbiamo avuto la sorpresa di un pareggio e quindi la disputa di questa finale a 5 anziché a 4. Ma per un riassunto veloce, ecco l’articolo che vi racconta tutte le fasi.
Qui ci interessa sottolineare che dopo la fase al buio delle qualifiche e quella in chiaro di ottavi e quarti, i pizzaioli hanno disputato la finalissima al buio. Non sapevano cioè quando gli 8 giurati che compongono il tavolo avrebbero fatto visita per giudicare 3 pizze per ogni pizzeria.
Il ruolino di marcia ha previsto una due giorni serrata con questo percorso.
1° giorno: pizzeria Gli Esposito a Salerno e pizzeria Palazzo Petrucci a Napoli.
2° giorno: pizzeria Carlo Sammarco 2.0 ad Aversa, pizzeria Da Lioniello a Succivo, I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta.
Le pizze della Finale del Campionato della Pizza 2024
Quindi vi racconteremo nello stesso ordine i risultati delle gare partendo dalla pizzeria Gli Esposito guidata dal pizzaiolo Marco D’Elia.
Fino a questo punto i giurati hanno valutato 222 pizze e votato 666 assaggi nelle tre fasi che hanno preceduto la Finale. Ora ci sono 5 pizzerie in gara, 15 pizze e 120 assaggi con relativi voti. Ogni giurato ha sempre 100 punti e quindi il massimo punteggio che può raggiungere una pizzeria è 2400 (100 punti x 3 pizze x 8 giurati). Contro i 900 delle altre fasi.
Le tre pizze scelte sono semplicemente una bianca, una rossa e una a piacere del pizzaiolo. Devono gareggiare con le loro migliori pizze e, quindi, pronti via.
A. La pizza Napoletana della Finale di Marco D’Elia della pizzeria Gli Esposito
Ed eccolo Marco D’Elia con la sua prima pizza. Sceglie la rossa Napoletana. Attenzione, nel leggere i singoli giudizi sappiate che gli spicchi assaggiati arrivano da due pizze (ognuna 4 spicchi).
1. Rivisitare senza snaturare
Si parte con una pizza Napoletana. Gli Esposito aprono le danze in questa finale itinerante a sorpresa e scelgono di farlo con la coerenza che li ha contraddistinti per tutto il percorso: rivisitare senza snaturare. D’Elia, infatti, in questi 4 round ci ha saputo raccontare la capacità di valorizzare la semplicità. La napoletana è tutta gusto: saporita ma non salata, sugosa ma non unta, corposa ma senza mappazzoni. Pomodoro in doppia consistenza dolcissimo che livella i filetti di alici di cetara e le olive nere. Aglietto presente senza prepotenza. L’impasto solito, di sempre: un contemporaneo ben riuscito e riconoscibile, leggermente umido anche per consistenza del topping. Insomma, in chiaro o al buio, l’importante è seguire sempre la propria luce. Solo così si vedono giocosi assalti più che spedizioni punitive (Francesca Brunzo).
2. Una marinara più ricca
La napoletana è in sintesi una marinara più ricca con aggiunta di altri elementi come le alici e le olive. Il sapore del pomodoro è squisito e la pizza si presenta sapida al punto giusto, dando parecchio sapore al morso. L’impasto è trattato in modo egregio e cotto alla perfezione. Profumo inebriante (Domenico Castaldo).
3. L’impasto non sta a guardare
Da un bel po’ si dice pizza napoletana-contemporanea. Impasto idratato, leggerissimo con una sua identità, molto spiccata. Circonferenza nitida, cornicione presente non persistente ma, insieme alla base, con qualche dose spiacevole di umidità. Nomen omen. Topping partenopeo uniforme, ben distribuito. Aromaticità moderata. La dolcezza del pomodoro si sposa con la sapidità delle alici, con l’impasto che non sta a guardare ma spinge con le sue note di gusto (Alberto Colella).
4. “Marinara” goduriosa
Una “marinara” goduriosa, ingredienti selezionati, avrei preferito una cottura più strong, ma questo non ha compromesso il mio giudizio (Vincenzo Consiglio)
5. Origano molto profumato
Una marinara ancora più ricca con un pomodoro ben condito e alici di ottima qualità. Il profumo degli ingredienti e arriva l’origano con molto piacere. Buone le olive. Cottura ben eseguita anche se il nostro tavolo era il primo della serata (Anna Maria D’Anna).
6. L’importanza dell’olio
Buona e molto profumata. Pomodorini saporiti, micro-capperini da Pantelleria che ho particolarmente apprezzato, aglio ben dosato, origano profumato. Impasto ottimo, leggermente umido il cornicione giustificato dal topping ricco di umidità. Un extravergine di carattere avrebbe conferito ancora una marcia in più (Laura Dal Sacco).
7. Cos’è una pizza perfetta
La napoletana ha problemi di umidità però con quel tipo di ricetta non è responsabilità degli Esposito ma di colui che la inventò all’epoca perché per quanto la possa creare Dio in persona non sarà mai una pizza dalla cottura perfetta. Ad ogni modo golosissima e anche lì ho premiato la questione gusto oltre ai buoni ingredienti utilizzati (Antonio Lucifero).
8. Mantenere il controllo
Marco D’Elia è una scoperta per molti. Preciso e meticoloso, ha elaborato la marinara del primo turno di qualificazione (che sembrava un po’ pane e pomodoro) in una rinforzata con alici e olive. Origano profumato, alveolatura giusta che fa rima con maturazione attenta e lievitazione conseguente. La cottura è uniforme e un po’ di umidità si annida nel cornicione. La combinazione pomodoro e prima pizza della serata non gioca a suo favore anche se riesce a mantenere il controllo della pizza in maniera egregia. Finezza, i capperi piccoli che titillano le papille. Giusta la sapidità delle alici che sono piccole ma sono un ottimo prodotto (Vincenzo Pagano).
B. La pizza Bologna della pizzeria Gli Esposito nella Finale
Seconda pizza, la bianca che si chiama Bologna: mortadella, ricotta di bufala e pistacchio.
1. Sì alla mortadella se è quella mortadella
La scelta della Bologna ci sorprende. Almeno fino a quando non constatiamo che con QUELLA mortadella forse era quasi un obbligo. Difficilissimo trovarne di così buone, così delicate, così profumate. Un odore tanto coinvolgente al punto da penalizzare quello complessivo perché c’è sì ricotta e pistacchio ma non riescono a fare gioco di contrasti con la mortadella. Ingredienti di qualità superba, ma non basta. Sarebbe servito il guizzo. Sia la granella di pistacchio, ottima e freschissima (croccantezza e colore ne sono chiaro segno) sia la ricotta, finissima e delicata, non riescono a far spiccare in una finale in cui le aspettative si sono alzate fin da subito. Una pizza egregiamente eseguita, ma che avrebbe cambiato le carte in tavola con l’aggiunta di una nota fresca o balsamica. La cottura resta un po’ indietro (Francesca Brunzo).
2. La prima pistacchio e mortadella
La prima pizza pistacchio e mortadella del campionato. Si presenta con delle fettone di mortadella e un topping di ricotta e granella di pistacchio. L’impasto anche in questo caso è top, mentre la mortadella (di gran qualità) è il protagonista principale di questo piatto. Avrei preferito però meno ricotta, poiché la troppa presenza di questo latticino squilibra un pò la pietanza. Ho apprezzato l’utilizzo della granella di pistacchio (Domenico Castaldo).
3. L’umidità non gioca a favore
Sicuramente gli ingredienti sono il fiore all’occhiello di questa casa dell’arte bianca. Il trittico dei trittici: mortadella, ricotta e pistacchio. I maligni parleranno di idiosincrasia. No, tutt’altro! Si tratta solo di equilibrio e cottura. Il primo spostato verso il latticino, buono per carità, sovrabbondante sulla mia dose di giudizio che annichilisce ogni altro componente. Mortadella e pistacchio ammutoliti (al palato). La seconda abbastanza prematura, dove la quota di umidità si addiziona alla succulenza della ricotta. Wet! (Alberto Colella).
4. Il predominio di un ingrediente
Anche questa ha un piccolo difetto di cottura e predominava il sapore della ricotta su tutti gli altri ingredienti. Dosaggio da equilibrare (Vincenzo Consiglio).
5. Mortadella buonissima
Una pizza delicata con la mortadella molto buona e una ricotta di bufala quasi spumosa. Manca l’apporto della granella di pistacchio, ma la pizza supera l’esame anche grazie a un impasto molto piacevole. Buona la cottura (Anna Maria D’Anna).
6. La spinta necessaria
Buona ma la formulazione del topping risulta un po’ piatta e banale. Mortadella e ricotta di ottima qualità ma nel complesso manca qualcosa che la granella di pistacchio, seppur adeguata, non riesce a conferire. Manca un guizzo di sapore in contrasto che avrebbe dato equilibrio. Al palato incide poco il salume mentre la ricotta è forse in quantità eccessiva. Impasto ottimo, cottura buona (Laura Dal Sacco).
7. Difficile fare meglio
È una ricetta totalmente piatta ma con quel tipo di ingredienti meglio non si poteva fare quindi al gusto complessivo più che promossa (Antonio Lucifero).
8. Come spazzare via il food porn
D’Elia si attiene rigorosamente all’indicazione di una bianca con questa mortadella e pistacchio che spazza via l’incubo del food porn con salumi dozzinali e creme a cascata. Purtroppo i pistacchi non riescono a dare la spinta di gusto e a contrastare la spuma di ricotta di bufala. Viene fuori una pizza troppo delicata che però offre ancora buon impasto e buona cottura. Un piccolo difetto del cornicione non le permette di prendere il massimo di voti alla voce “anche l’occhio vuole la sua parte” (Vincenzo Pagano).
C. La pizza salsiccia e friarielli
Terza pizza con un instant classic della pizzeria Gli Esposito: la salsiccia e friarielli con le prime cime della stagione. Una pizza che in fase di qualifica ha ottenuto un ottimo risultato.
1. Per fare un’ottima salsiccia e friarielli ci vuole un grande friggitore
In questi 4 incontri a Salerno, una delle certezze è stata Rizziero Trapanese. Merita un premio perché, che siano friarielli o zucchine o funghi, lui spadella e porta a casa il risultato. Rende vivi gli ingredienti donando al morso quella pienezza di gusto che trasforma una pizza in piatto. Questa è una salsiccia e friarielli magistrale, la migliore mai mangiata. Friarielli dal profumo, saltati a mestiere in modo da conservare quell’amaro piacevole e caratteristico del prodotto. Salsiccia squisita, dall’eccellente aromaticità (e sapidità). Ottimo il latticino che abbraccia il tutto senza sovrastare. L’insieme nel morso fa sì che questa pizza sia la veracità dell’unione di quei sapori, sia l’eleganza di una composizione che sa rendere giustizia ad ogni singolo componente. Tutto rende ancor più trionfale un impasto davvero ben gestito, che è sempre co-protagonista e che in questa uscita ha allungato la lista degli ingredienti con la cottura (Francesca Brunzo).
2. Il suo nome è leggenda
La pizza salsiccia e friarielli de Gli Esposito è semplicemente leggendaria. Nonostante siano solo i primi friarielli stagionali questi hanno un sapore deciso e amarognolo (come se fosse Dicembre) e conferiscono carattere alla pizza. Molto buona anche la salsiccia che ha qualità ed è cotta alla perfezione, sposandosi in modo egregio col resto del piatto. L’impasto come al solito rende alla grande. In queste ultime righe volevo fare i complimenti alla pizzeria Gli Esposito e al pizzaiolo Marco D’Elia che hanno davvero stupito tutti in questa edizione del Campionato della Pizza e che sono sicuro avranno davanti a loro un grande futuro (Domenico Castaldo).
3. Andiamo è tempo di friarielli
A fine settembre si può mangiare un’ottima salsiccia e friarielli, lezione numero 120 del campionato. Esecuzione magistrale per gusto e tecnica. Le verdure sono eleganti, raffinate quasi altolocate. Accompagnano ogni morso con la giusta aromaticità. Dolce, amaro, persistenza. Con la ciccia, che non strappa il ricordo, ma assiste con dignitoso garbo. Cottura precisa, impasto co-protagonista, saporito, non umido vivaddio! Qui Gli Esposito strappano gli applausi proprio su quel gioco di parole napoletana-contemporanea (Alberto Colella).
4. Semplicemente, la migliore
La migliore delle tre pizze proposte, questa con una cottura attenta e precisa. Insomma, una salsiccia e friarielli degna di nota (Vincenzo Consiglio).
5. La felicità in una pizza
I friarielli sono appena arrivati ma la pizza de Gli Esposito è buonissima. Friarielli freschi ben ripassati in padella e brillanti con una salsiccia di qualità. La cottura è perfetta e noi siamo felicissimi (Anna Maria D’Anna).
6. Salsiccia e friarielli da manuale
Grandiosa! Friarielli freschi, morbidi, ottimamente spadellati. Salsiccia di alta qualità, piacevole e perfettamente arruscata. L’odore è evocativo e apre la strada al gusto che è pieno, rotondo, equilibrato. La cottura è a puntino, migliore delle precedenti. Una salsiccia e friarielli da manuale nonostante il calendario porti la data del 30 settembre (Laura Dal Sacco).
7. Una pizza che vale il viaggio
Pizza spaziale, una salsiccia e friarielli in abito da sera, elegante e con profondità di gusto. L’amaro del friariello spicca, salsiccia perfetta, cottura della pizza ineccepibile. Quindi una pizza che vale il viaggio (Antonio Lucifero).
8. La pizza salsiccia e friarielli da 100/100
La combo Marco D’Elia & Rizziero Trapanese ha pochi competitori per la pizza salsiccia e friarielli. Che poteva sembrare un azzardo visti i friarielli di prima raccolta in periodo ancora non favorevole. Ma lo spadellatore senza paura tira fuori un friariello verde e suadente. D’Elia ci mette il suo con un impasto che segna l’avvio delle ostilità in pizzeria (siamo a ore 21) e il fornaio prende il pieno controllo delle temperature. Risultato, una pizza da iscrivere nell’antologia delle migliori mai mangiate. Con il periodo giusto dei friarielli la pizza sarà ancora più buona probabilmente. Ma per la finalissima del Campionato della Pizza il voto giusto è il massimo. Poi, si spera, ci sarà la lode (Vincenzo Pagano).
Voto della Finale del Campionato della Pizza per la pizzeria Gli Esposito: 2022 punti.
Le 5 sfide della Finale del Campionato della Pizza 2024
Pizzeria Gli Esposito a Salerno
Palazzo Petrucci Pizzeria a Napoli
Pizzeria Da Lioniello a Succivo
I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta
Qui per seguire l’intero percorso e l’articolo di recap.