I temerari della forchetta da Vincy. Chef, probiviro e catena di comando
Che bello il web. Più lo frequento e più me ne innamoro. Pensare che un anno e mezzo fa stavo mandando in stampa tre libri cartacei e dirigevo una rivista francese mi fa sembrare questo poco tempo trascorso una sorta di era geologica. Se poi penso agli inizi quando eri fighissimo se avevi il fax e usavi una segreteria telefonica a casa come cellulare ante litteram e guardo la generazione di iPad/iPhone mi sorprendo da solo. Il web è libertà, anche di scrivere cazzate come ha sottolineato qualcuno che di giornalismo ne capisce. Ma come in tutte le cose, bisogna imparare e ricominciare daccapo proprio come un principiante.
Vabbè direte voi: ma questo pistolotto dove va a parare? Semplice, io leggo molto e leggo tutti, istituzionali, amici, competitor e quelli che giocano alla via Pal. Per cui non posso esimermi dal segnalarvi l’articolo di Valerio M. Visintin sul Corriere della Sera riguardo alle teorie sulla compagnia dello scrocco, alias la compagnia di giro che fa fighetto assai, in occasione dell’apertura del nuovo ristorante di Ilario Vinciguerra.
La teoria degli inviTati speciali che si distinguono dagli inviati speciali, come dire la differenza tra scrivere dalla linea del fronte di guerra e cercare gli aggettivi più suadenti per emergere nella compagnia di giro, potrebbe essere messa in dubbio (non fosse altro che giusto ieri davamo conto di un evento non proprio riuscito) ma è un dato di fatto che l’arbitro amico potrebbe falsare il gioco.
Lo scrivere bene di qualcosa/qualcuno ha un valore se non è un fatto metodico-normale-di routine. Mi spiego, se decido di scrivere o di non scrivere fa differenza. E’ questo l’unico passaggio che nell’articolo di Visintin non ho letto. Non scrivere dell’evento da Massimo Bottura, come viene affermato nei commenti, diventa rispetto per uno chef professionista che ha avuto un momento di cedimento o coprire una magagna per vincolo di amicizia o di mandato? E qui nascerebbe una tiritera infinita su linee editoriali e invi(T)ati di una testata giornalistica (perché anche se nella veste di un blog un indirizzo come quello citato da Visintin è una testata giornalistica retta da un giornalista professionista) che devono attenersi al voto di una guida come vorrebbe il probiviro che deve pur rispettare i 17/20 assegnati.
Visintin ne fa riferimento parlando del cammeo e dei comportamenti ispirati a regole deontologiche. Che quelle sono difficili da mandare giù perché potrebbero fare andare di traverso i bocconcini strabilianti che servono a corrompere pancia e papille. Perché io lo confesso mi faccio corrompere. Ma solo dalle cose buone. E dico chiaramente chi sono gli amici così ognuno può fare la tara che vuole (e ciò a maggior ragione non mi preclude di criticarli sapendo che non si adireranno!).
Foto: identitagolose.com, archivio scattidigusto
Vignetta: Alberto Rinaudo