Ramen a Firenze. Apre Koto Ramen che propone menu a prezzi strepitosi
Un pezzo di Giappone a Firenze, a un tiro di schioppo dalla basilica di Santa Croce, che si chiama Koto Ramen. E il 15 gennaio aprirà al pubblico con un accesso regolato da tre turni di un’ora: dalle 18.45, dalle 20 e dalle 21.15.
Purtroppo, cari avventori della cucina jappo e in particolare del ramen a Firenze, i 120 posti disponibili sono già esauriti.
Purtroppo perché il 15 gennaio si spende 15 € per 4 antipasti, 1 ramen e un dolce. Non ci credete?
Andiamo per ordine e cercate di ricordare che noodles può significare anche stella Michelin. Almeno in Giappone.
La nuova apertura
Come detto, 120 posti. E una squadra internazionale: il progetto (e la scommessa) è dei fiorentini doc Mattias e Matia, che si sono conosciuti a un master in risk management all’università Bocconi di Milano.
A loro si sono aggiunte Antonia, che viene dal mondo dell’arte, e Dinah, americana e figlia di ristoratori di Los Angeles.
Nel team arriva anche Doris Maninger, artista e illustratrice che ha realizzato decorazioni e pannelli per le vetrine che potete vedere qui sopra in foto.
Il ramen, e molti di voi già sapranno, è il cibo per eccellenza della tradizione giapponese, un piatto apparentemente semplice da realizzare ma che in realtà “richiede il rispetto rigoroso di modalità di preparazione e di utilizzo degli ingredienti necessari, quasi un concentrato di filosofia Zen“, spiegano dal locale.
Dietro a questa filosofia e ai fornelli c’è lo chef Shoji Minamihara (ha lavorato con Andrea Fenoglio al Sissi di Merano, con Enrico Crippa all’Adda, da Ebusco con Andrea Berton e ultimamente da Zaza Ramen a Milano), che preparerà ramen di carne, di verdure e di pesce per rispondere a qualsiasi esigenza di gusto, con l’utilizzo di prodotti freschi e di territorio, promettono da Koto Ramen a Firenze.
Con lui il sous chef Hiroko Kawamoto che arriva direttamente dalle cucine del Four Season di Firenze (qui era pastry chef), dove era approdato dopo un’esperienza a Borgo San Jacopo.
Il ramen e la Toscana
Dalla carne di manzo ai diversi tipi di verdura e di pescato, sarà tutto toscano e per lo più proveniente dal vicino mercato di Sant’Ambrogio. Gli ingredienti asiatici saranno invece di fornitura internazionale certificata.
La filosofia di fondo del ramen sarà quella di ottenere sempre un brodo di base molto delicato, in modo da poter enfatizzare e gustare le differenze fra le diverse varianti proposte. Alcuni saranno particolarmente ispirati alle interpretazioni in uso a Tokyo e nell’Hokkaidō, senza tralasciare un tocco innovativo.
“L’obiettivo – spiegano – è quello di garantire ai nostri clienti il piacere di una cucina povera nel senso appunto di semplice. Ma sempre mirante ad esaltare il sapore, il profumo e anche l’aspetto della materia prima utilizzata”.
Parliamo dei menu: due saranno quelli degustazione, uno sarà tradizionale e l’altro vegetariano. Entrando più nello specifico, saranno composti da quattro antipasti, un ramen e un dolce. Tra cui torta al tè Matcha, creme caramel al sesamo nero, sfoglie di riso ripiene di gelato.
Il tutto a 15 €. Almeno all’inaugurazione.
Perché poi, a regime ordinario, a pranzo per un antipasto e un ramen si spenderanno 10 €.
“Altre volte invece proporremo allo stesso prezzo (sempre a pranzo) il curry giapponese, che è ancora poco conosciuto in italia”, spiegano dal ristorante.
“Per la sera invece abbiamo pensato ad una spesa media per coperto (che non si tratta di menù fisso) di 25 € che include un antipasto, un ramen, una birra e un dolce”, aggiungono ancora.
Presenti, a rotazione, anche piatti stagionali, sia freddi che caldi.
Da bere, ovviamente, non mancherà il Sakè, che è stato attentamente selezionato. “Non è stato facile, ma siamo arrivati in fondo alla prova ancora in piedi”, spiegano scherzosamente dal locale. Ma ci saranno anche la birra giapponese alla spina, vini toscani, tè verde.
Come si mangia il ramen e non solo a Firenze
Oltre al ramen, in questo locale a Firenze troverete anche Shabu Shabu, variante di un piatto mongolo che pare sia stato inventato ai tempi di Gengis-Khan come cibo per le truppe in guerra: un altro piatto “veicolato” dalla Cina, che i Mongoli invasero nel 1211, arrivato in Giappone (con un salto di 8 secoli) nei primi anni ’50, con l’apertura del ristorante Suehiro a Osaka, per poi diffondersi anche negli Stati Uniti e in Canada. Il nome è in realtà un’onomatopea. Ricorda infatti il rumore dei pezzetti di carne calati nell’acqua bollente. Anche se secondo altri potrebbe invece evocare il fischio della pentola durante la cottura a bollore.
Il piatto può essere preparato con diversi tipi di alimenti base (manzo, maiale, pollo, gamberi, aragoste) che poi si immergono due volte in un liquido bollente insaporito con foglie d’alga e sale, posto su un recipiente al centro del tavolo, sopra un fornello acceso, dove ogni commensale si serve trasportando i cibi con le bacchette in una ciotola personale, usando i condimenti che preferisce, scelti fra quelli disposti in tavola. Una volta che lo Shabu Shabu è terminato, solitamente il brodo rimasto nella pentola viene unito al riso rimanente in tavola. Così dà luogo a una zuppa che può essere mangiata successivamente. “Sarà un piatto comunitario”, affermano soddisfatti dal locale. A cui si avrà la possibilità di aggiungere udon preparati con farina integrale di grano. “E altre sorprese che vedrete nel tempo…non possiamo raccontare tutto subito”.
E intanto, nell’attesa che arrivi l’apertura, vi lascio con questa simpatica scena che vi spiega come mangiare il ramen.
Koto Ramen. Via Verdi 42r. Firenze. Tel. +39 055 247 9477
[Immagini: Chowhound, Wikipedia. Video: Zagat, Dizionario Cartoni]