Pizzeria Casa Caponi, la pizza Parigina è uno sfizio da coltivare

Casa Caponi, di nome è di fatto in quel di Torre Annunziata (NA), è una pizzeria che gode di un denso tepore casalingo, familiare. Pizza con cucina vesuviana (o meglio di Oplontis) dove Vincenzo Pagano, padrone di casa e pizzaiolo rara avis, per pacatezza e assenza di fede incrollabili, ha disegnato un locale ispirandosi al film Totò, Peppino e la Malafemmina e ai personaggi della commedia.
Si attraversa un cancelletto in ferro battuto, si percorre un piccolo giardinetto che ospita anche la famosa Grotta (una cantina avvolta da suggestive pietre a vista che fa sala di degustazione privata), qualche scalino ed ecco che si entra nella splendida cornice di quel che fu lo storico Palazzo Fusco. Accolti da un bancone stile lounge bar dove speculare riecheggia la locandina del film e una gigantografia della famosa lettera.
Una pizzeria che vuole essere una casa


Poi le sale, pardon, le stanze interne della pizzeria Casa Caponi ispirate ai protagonisti: la Mezzacapa, con tanto di finestra dai vetri rotti; la Totò, la Peppino e la Malafemmina che, all’occorrenza, dispone di un ingresso riservato. Il forno (a gas) è a vista. Ambiente di un vintage raffinato con le pareti intrise di citazioni, frasi, foto, con mise en place moderna ed essenziale.
Il menù è decisamente elegante, chiaro, rilegato come un album di famiglia dove incuriosisce la nota a piè di pagine che indica la durata temporale delle proposte. Pizze in pala, in doppia cottura e classiche.
Il servizio è giovanile, attento e gioviale. C’è una bella cura del cliente ma senza sentirsi troppo a teatro.
L’impasto deriva da un blend di farine piuttosto grezze di due aziende differenti: Molini Fagioli e Molino Naldoni.

Per il nostro Campionato della Pizza edizione 2025 valgono sempre le stesse regole per tutte le pizzerie. 3 pizze di cui due obbligatorie – Margherita e Capricciosa – e la terza a scelta della sala o del pizzaiolo. In palio 100 punti per ogni pizza per ciascun giurato.
Vincenzo Pagano come prima pizza serve la Margherita e si avvale delle forbici.
1. La pizza Margherita della pizzeria Casa Caponi

Pomodoro San Marzano Dop, fiordilatte d’Agerola, olio extravergine d’oliva del Vesuvio e basilico (7 €, a ruota di carro 9 €)

L’aspetto è gradevole, peccato per qualche bruciacchiatura sul bordo e il latticino eccessivamente sciolto nella zona centrale (che fortunatamente non liquefa). Dimensioni contenute della circonferenza con il cornicione protagonista. L’interno è preciso, psichedelico. La base è cotta perfettamente, priva di ogni qualsivoglia gradiente umido. Sapore e aromaticità leggiadra.

Il pomodoro (Agrigenus) è delicatissimo, un succo di equilibrio tra acidità e dolcezza pacate, il fiordilatte (Fior d’Agerola) aggiusta in morbidezza e consistenza. L’olio è del Cilento (ma il menù della pizzeria Casa Caponi dice altro) e dona un vivace brio. Profumata anche nell’impasto, mai tenace, con presenza di tipo 2 è tangibile. Un lieve crunch accompagna costantemente il morso.
2. La pizza Capricciosa

Pomodoro San Marzano Dop, olive itrane, prosciutto cotto arrosto alle erbe, funghi misti con chiodini, carciofi grigliati, fiordilatte d’Agerola, extravergine d’oliva del Vesuvio e basilico (11 €).

Aspetto del topping armonico, la distribuzione di ciascun protagonista dell’opera è maniacale; peccato per la cornice a macchie grosse di bruciacchiature. Ma c’è profumo di Capricciosa ammaliante. Nessun ingrediente prevale sull’altro e non sovrabbonda di componente liquida. Al taglio, la stessa accuratezza di base cotta egregiamente e cornicione strutturato. Al morso, il lieve crunch fa da sottofondo. Notevole la lavorazione dei funghi e dei carciofi, veri must della composizione. Entrambi fatti in casa dalla pizzeria Casa Caponi per una linea dedicata solo per questa pizza.

I funghi donano umami e consistenza, i carciofi – non i soliti carciodi da barattolo – un soffio fumé garbato dalla struttura che non compromette mai il morso. Il prosciutto cotto, tagliato a listarelle, spicca in aromaticità. Olive itrane ben presenti con una tendenza amarognola pacata e mai pungente. Salame assente giustificato. A questo prezzo , un’offerta da capriccio.
3. La pizza in pala P’a Regina


Pala con farine 100% bio ripiena con pomodoro cotto di San Marzano Dop, prosciutto cotto alle erbe, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Parmigiano Reggiano Dop, olio evo e basilico (15 €)

La “carta bianca” di Vincenzo si tinge di food trend. Impasto che cambia struttura e morso ma non forma. Pala P’a Regina, cioè come la Parigina e fedele nella combinazione degli ingredienti. Pomodoro cotto, copioso prosciutto e abbondante mozzarella tagliata a fette spesse. In superficie extradose di pomodoro e neve di parmigiano che rende più golosa la croccantezza superficiale ma più fastidioso l’agguanto. La base, vittima di un latticino (per scelta) fresco e non filante, assorbe un po’ di liquido e ne perde in crunch.

Nel complesso, voluta o fortuita, la morbidezza del fondo non dispiace e ricorda la struttura reale della famosa pizzetta rettangolare. Una pizza in palla che si fa “marenna”, golosa, abbastanza equilibrata, con le giuste temperature di servizio, uno scrocchio misurato e un impasto cotto bene e profumato. Ha del potenziale per spingere in alto la pizzeria Casa Caponi.
Casa Caponi. Corso Umberto I, 215. Torre Annunziata (NA). Telefono: +3908118635040. Facebook. Instagram.
La pizzeria Casa Caponi a Torre Annunziata si è classificata al 35° posto nella classifica 2024 ed è entrata nella selezione del Campionato della Pizza 2025 che mette in classifica le migliori pizzerie in Campania.
PS. La posizione di questa pizzeria nella Classifica del Campionato 2025 si conoscerà al termine delle gare e dell’accesso alla Finalissima.