La Valle del Sacco a Roma, ristorante pizzeria di sfacciata romanità
La Valle del Sacco, nel quartiere Ostiense a Roma, è molto di più di un semplice ristorante-pizzeria. È il progetto ben riuscito di tre soci (Simone, Michele ed Alessio) cha hanno saputo evolvere l’identità di un locale nato decenni addietro con una filosofia diametralmente opposta.
Merito dell’unione che, è il caso di dirlo, fa la forza e la differenza, soprattutto quando l’unità è di intenti e di vision imprenditoriale. Tre formae mentis completamente differenti. Tre personalità diverse che hanno colto per tempo la necessità di una continua formazione nel settore, per creare un locale dall’identità chiara, marcatamente differenziante.
“Esperienza romana ribelle”, infatti, è il payoff che si legge in questa insegna. Una promessa perfettamente mantenuta in quest’angolo di Roma che danza con un peculiare dinamismo e con il diktat dell’ambiente conviviale. Nei fatti e non solo a parole. Il mood è un misto tra l’amichevole ed il familiare, un blend perfetto tra spensieratezza e professionalità che rafforza una proposta enogastronomica coerente con l’identità.
Come si mangia al ristorante pizzeria La Valle del Sacco
Una cucina ragionata, capace finalmente di usare la tecnica e la mente a servizio dell’esaltazione di una “mano” intenzionalmente di tradizione. Con quel “quanto basta” di ribelle che non guasta mai. Il menu testimonia la profonda analisi nel ricercare (trovandolo) un ragguardevole compromesso tra la modernità della cucina della nonna e la contemporaneità di abbinamenti nazional popolari. Un leit motiv ideato per far sentire a casa chiunque. Con un servizio attento e mai frettoloso, che sa gestire correttamente il ritmo di 120 coperti (più 30 esterni).
L’offerta enogastronomica della Valle del Sacco è segnata altresì dalla stagionalità che scandisce i tempi degli abbinamenti e dei piatti del giorno, pensati di rientro dal mercato. Il risultato è una “carta delle vivande” che non passa mai di moda, per la voluta capacità di rispondere alle esigenze dei moltissimi desiderosi di comfort food.
Stesso imprinting per la pizzeria in perfetto stile romano, rielaborato con sapienza e conoscenza da Alessio. Che, nonostante la giovane età, vanta importanti esperienze nei locali di Bonci, all’estero ed in Italia.
L’antipasto, il bon bon di parmigiana (polpette fritte di melanzane alla parmigiana, servite con sughetto di pomodoro; 3,5 €) preannuncia subito il taglio della degustazione. Croccante, piacevolmente godurioso, è una divertente rivisitazione di uno di piatti iconici della tradizione italiana. Il boccone è la veste attuale di una ricetta d’antan che ne valorizza l’essenza.
I primi piatti della tradizione romana a 12 €
I primi romani della Valle del Sacco (carbonara, amatriciana, cacio e pepe; tutti a 12 €) scaldano l’anima con il sapore del ricordo. Rotondi, volutamente veraci, sanno di quella tradizione eseguita con abilità di manico e con ingredienti selezionati. Cottura al dente (quasi da manuale), cremosità ben dosata, armonia nel bilanciamento dei sapori. Niente da aggiungere ad un tris in grado di mettere d’accordo gourmand e inguaribili conservatori.
Il “Ma che davero!” è lo spaghettone quadrato con pesto rosso, baccalà mantecato, polvere di olive e croccante di amaretto (19 €). È un piatto emozionale, in bilico tra ingredienti “di casa” e guizzi di creatività, per un risultato che lascia piacevolmente sorpresi e lo stomaco soddisfatto. È uno spaccato di una mano che sa giocare senza spaventare. Regala una inattesa verve ad un piatto ben rotondo, ma riuscitissimo nella sua integrità gustativa.
Un must della friggitoria del locale, il filetto di baccalà (6 €), sprigiona sin da subito la sua elegante opulenza. E si propone come versione evoluta di quel grande classico delle pizzerie romane ormai sempre più raro. La panatura croccante preserva ed arricchisce la trama del baccalà, che si rivela inaspettatamente goloso, senza alcun accenno di eccessiva sapidità. Una portata che, indubbiamente, vale il viaggio e la sosta per la velata – per quanto maniacale – precisione esecutiva, ricercatezza della cottura e impiattamento ad effetto.
Pizza romana schietta alla Valle del Salto
Sul fronte pizzeria, il disco si esprime nella sua schiettezza: farina 00, idratazione massima del 60% ed un panetto da 180 grammi. In piena coerenza con l’idea di fondo, è una rodata interpretazione dello stile capitolino. Il morso è agevole, la masticazione è a tratti impegnativa, ma nel complesso merita una menzione tra le romane classiche da provare. Senza né 2.0 né sovrastrutture di sorta. Il gusto scelto (un assoluto di zucca, fuori menu della Valle del Sacco) è un’ode all’ortaggio di stagione, declinato in differenti consistenze e in divagazioni di texture (crema, fritta, riduzione). Sa sorprendere il palato con una disarmante armonia, fatta di giochi di temperature, contrasti dolce/salato e di sfumature gusto-olfattive delle erbe aromatiche impiegate. Esempio incontrovertibile della conoscenza delle materie prime e della competenza nel settore.
I dolci di Valle del Sacco
La carta dei dessert della Valle del Sacco non poteva non essere che una goliardica declinazione di dolci infinitamente golosi. Il “pistacchi di sale” – semifreddo al pistacchio, caramello salato e crumble al cioccolato (6€ ) è la quintessenza del peccato di gola. Avvolgente sin dal primo boccone, è un gioco d’ensemble che rende il fine pasto non stucchevole e mai banale. Interpretazione easy-chic di una ricetta sintonizzata con la vox populi.
La sbriciolata (crema chantilly, pasta sfoglia dorata, personalizzabile con varie salse; 6€) è una cucchiaiata rinfrescante, dal sapore coeso che colpisce per valore evocativo. Un dessert che richiama la cucina di una nonna di oggi.
Da apprezzare la carta dei vini, in costante evoluzione, che ha saputo riservare progressivamente spazio ad etichette naturali, senza mai essere sopra le righe o modaiola, ma accompagnando l’habitué verso nuove dinamiche del bere. Intelligente soluzione la proposizione di calici in abbinamento alle portate del menu. Un valido strumento per invertire le abitudini dei clienti.
La Valle del Sacco è un posto capace di aggiustare il cuore, con una cucina di intensità e sostanza, di coesione e di dettagli maniacali, abilmente velati da un ambiente conviviale. I titolari, trasversali nell’alternarsi tra sala e cucina, fanno squadra con un team giovane e parimenti informale. Un posto dove il cibo diventa quintessenza di un credo lontano da vezzi modaioli. E dove scoprire un angolo di Roma che sa preservare la sana spontaneità capitolina.